La strategia: più velocità nel motore e motivazioni
L ’architettura della nuova Lazio nasce dagli ultimi mesi di Sarri. Mau e il ds Fabiani avevano individuato un difetto di fabbrica certificato dalla gestione Tudor. Era una squadra con più classe ma senza ritmo e intensità. Questione di caratteristiche. Il super centrocampo di Inzaghi (Leiva-Milinkovic-Luis Alberto) non aveva mai avuto nel dinamismo la dote principale. È stata una conversione lenta e faticosa. Gli acquisti di Rovella e Guendouzi, nell’estate 2023, andavano in questa direzione. Tra luglio e agosto, la Lazio ha finito di rinnovare e potenziare il motore. Ha puntato sulle fibre muscolari, sulla prepotenza fisica e l’accelerazione di giocatori esplosivi. Nuno Tavares e Dia sono gli esempi a cui riferirsi. Hanno aggiunto velocità e strappi, come insegna la Premier. Anche gli acquisti di Tchaouna, Noslin e Dele Bashiru seguivano il criterio a cui è stato semplice abbinare l’elemento caratteriale. Fame, motivazioni. Lotito e Fabiani volevano solo gente pronta a sbranare il pallone senza accampare diritti. Fondamentale, sotto l’aspetto mentale, indovinare l’allenatore. Baroni si è presentato a Formello dicendo di voler sfruttare l’occasione, perché la Lazio era il punto più alto della sua carriera. È riuscito a trasmettere il suo pensiero al gruppo.