Spalletti, consigli agli attaccanti
Walter Sabatini ci aveva avvertito a settembre. «Spalletti è uno studioso del calcio, trova e cambia le soluzioni, non è legato a un modulo». Nel suo libro autobiografico (“il mio calcio furioso e solitario”) l’ex direttore sportivo della Roma e in epoca precedente della Lazio scrive: «Luciano è un istrione e istrioniche sono le sue rappresentazioni, che guardano sempre a un obiettivo: la stabilizzazione di un’idea di calcio complessa ma affascinante. Il suo cervello è ricco di fughe in avanti e indietro. Ogni giorno, dopo l’allenamento, non vedevo l’ora che raggiungesse il mio ufficio. Quegli incontri fugaci erano quanto di più stimolante ci potesse essere. I venti minuti più attraenti della mia giornata».
Evoluzione
Nel suo lungo viaggiare nei ritiri della Serie A, il ct ha continuato a studiare, si è confrontato con i colleghi, ha “preso” e ha metabolizzato le varianti tattiche dell’Inter e del Bologna, dell’Atalanta e della Roma. Assorbe come una spugna, non si è mai chiuso nel suo credo, non si è mai fermato. «Non ho il mio calcio e non lo voglio avere» ha raccontato due settimane fa. Tutti, in movimento, sono liberi di inventare. Anche Dimarco e Di Lorenzo, terzini votati a inserirsi per vie centrali. «Il 2 e il 10, il 4 e il 10, il 7 e il 10. Ognuno può e deve trovare la giocata per risolvere» l’altra chiave di lettura utile per decifrare come si muoverà l’Italia.
Esperienza
Sarebbe sbagliato classificarlo come uno scienziato del calcio. Il ct viene dalla gavetta, ha faticato per imporsi. Trent’anni di lavoro, un gradino alla volta. Ok lo studio, ma nel suo modo di allenare c’è anche spazio per i vecchi trucchi del mestiere, per la sensibilità e le astuzie derivate dal campo. Due esempi scoperti a gennaio quando è stato premiato con la Panchina d’Oro e ha tenuto una lezione ai colleghi a Coverciano. Sapete cosa raccomanda Spalletti ai suoi centravanti? «Per non finire in fuorigioco, tenete d’occhio il guardalinee. E’ molto più facile guardare lui rispetto all’ultimo difensore avversario». Un segreto per smarcarsi suggerito agli attaccanti e ai centrocampisti. «Nascondetevi e fatevi trovare dietro o vicino all’arbitro. Di solito chi difende, si tiene lontano. E’ la zona in cui si crea lo spazio superiore per ricevere il passaggio».