Riaggressione e blocco squadra
Ogni allenatore ha il proprio modo di esprimersi, di spiegare e di raccontare. Nel glossario di Spalletti entrano con frequenza vocaboli meno comuni o aderenti al linguaggio ristretto di Coverciano. Il calcio, semplice per definizione e un po’ meno quando si prova a studiarlo, non è mai cambiato. Vive di evoluzioni, di correnti di pensiero, di mosse e di organizzazione. Non significa trascurare o sminuire le qualità tecniche dei giocatori, spesso decisive in misura superiore. Una spiegazione può rendere più comprensibili i principi di cui parla il ct.
Calcio razionale
E’ la nuova frontiera, partendo da un presupposto fondamentale. L’intesa tra due giocatori, che si muovono in una zona limitrofa e si capiscono a occhi chiusi, esiste da sempre e si vede in qualsiasi sistema tattico. Oggi si va ancora di più verso un’interpretazione dinamica, non statica, dello schema. Il modello di Guardiola viene definito “posizionale”, ma nel suo Barcellona la relazione tra Xavi e Iniesta era significativa: faticavi a distinguere il play dalla mezzala. Pep ha introdotto i cinque canali offensivi (gli spazi di mezzo e il corridoio centrale oltre alle due fasce) in cui posizionarsi per creare superiorità formando dei rombi rispetto al portatore di palla (due appoggi e un vertice alto: tre possibilità di passaggio). Nel modello relazionale, di cui la Fluminense di Diniz è un esempio, sono gli interscambi tra i giocatori e la loro libertà di movimento a determinare il modulo. Confine impercettibile. Spalletti ha esteso il concetto al senso di squadra, allo spirito di sacrificio condiviso, al rapporto tra i giocatori come principio fondante del successo.
Bifasici
L’Italia come il suo Napoli. Tutti insieme, nessuno escluso, si difende e si attacca. E’ la dote richiesta per interpretare un modulo più sofisticato come il 3-4-2-1. Lucio parla di calciatori “bifasici”, devono garantire le due fasi di gioco.
Riaggressione
E’ il termine usato per spiegare il pressing, in zona d’attacco, dopo aver perso la palla. Il quadrilatero di centrocampo (due mediani, due trequartisti) con l’appoggio degli esterni aiuta a creare densità nella zona di campo in cui si sta giocando.
Ricomposizione
Chiusa l’azione di attacco, la squadra deve essere rapida nel riposizionarsi in fase di non possesso, mantenendo l’ordine tattico e coprendo gli spazi senza perdere di vista l’uomo da marcare o l’avversario da aggredire. Spalletti lavora per la rinconquista “alta” del pallone, ma ci saranno momenti della partita in cui l’Italia si ritirerà dietro la linea di attesa o davanti alla propria area di rigore. Le distanze corte tra i reparti tuteleranno il “blocco squadra”, come lo chiama il ct.