Italia, doppio mediano e tre difensori
Tre difensori centrali e due mediani per garantire l’equilibrio. Ecco cosa sta spingendo Spalletti verso la virata tattica. L’analisi approfondita delle sei partite di qualificazione verso Euro24 ha generato i dubbi e provocato le riflessioni del ct e del suo staff. L’Italia con il 4-3-3 tendeva ad allungarsi sul campo, concedeva qualcosa (o molto) in campo aperto, faticava a tenere i 90 minuti sullo stesso livello di intensità e di aggressività. Gli infortuni di Berardi e Zaniolo, l’abitudine di una larga parte dei club di Serie A alla difesa a tre e la possibilità di sfruttare il blocco dell’Inter hanno contribuito alla svolta. Lucio a Coverciano lavorerà sul 3-4-2-1, già visto nelle amichevoli con Ecuador e Venezuela, senza trascurare l’opportunità di tornare al vestito classico con due ali e un centravanti. Un doppio modulo per sorprendere e farsi trovare pronti per ogni evenienza.
Completezza
Nella lista dei 30 convocati il ct si è tenuto largo, ha coperto i ruoli e le caratteristiche per qualsiasi disegno tattico. A centrocampo può scegliere il palleggio di Jorginho, Ricci e Fagioli, la corsa di Barella e Frattesi o la struttura di Cristante. Sulla trequarti potrà usare la fantasia di Pellegrini, gli strappi di Chiesa, i ricami di Zaccagni, il sinistro di Orsolini o gli inserimenti del “fisicato” Folorunsho. Non mancano gli esterni per saltare l’uomo o per coprire l’intera fascia come Dimarco, Bellanova e persino El Shaarawy. La difesa propone mille soluzioni. Nei tre potrebbero essere impiegati Darmian e Di Lorenzo. Mancini, Scalvini sono di piede destro. Gatti è stato preallertato dopo la rinuncia ad Acerbi. Buongiorno, Bastoni e Calafiori di piede sinistro.
Duttilità
La rivelazione del Bologna, come Cambiaso, indica la strada percorsa da Spalletti. Si va verso un modulo fluido, cosiddetto “liquido”, in cui conta l’intesa tra i giocatori. Il 6 giugno, quando bisognerà ridurre la rosa da 30 a 26 nomi, gli eclettici verranno favoriti. Il ct pensa un’Italia fuori dagli schemi, in grado di creare sorprese. Per questo motivo da mesi parla del calcio relazionale, dei modelli ispirati dall’Inter di Inzaghi (3-5-2 molto più dinamico rispetto al passato) e dal Bayer Leverkusen di Xabi Alonso (3-4-2-1), ma anche il suo Napoli si inseriva nel tracciato in cui si mescolano i principi ereditati da Guardiola e la nuova frontiera tattica. Per semplificare. Sei giocatori “perimetrali” definiscono lo spazio in cui si muove la squadra: sono i tre centrali (linea difensiva), la prima punta (profondità), i due esterni (ampiezza). I quattro “interni” (due mediani, due trequartisti) sono liberi di muoversi, di associarsi e di creare densità in zona palla per riconquistarla, difendersi o attaccare. Le connessioni, gli scambi di posizione con gli esterni generano le giocate meno prevedibili.