Malagò e il quarto mandato Coni, super sondaggio: le risposte dei presidenti federali

Il numero uno dello sport italiano non può andare oltre il terzo incarico se non viene cambiata la legge: in 32 su 48 dalla sua parte
Giorgio Marota

È dai giorni di Parigi che il cellulare di Giovanni Malagò non smette di friggere. Prima per le medaglie, poi per il caso del quarto mandato (sta concludendosi il terzo) negato per legge, una questione deflagrata in seguito a un’intervista rilasciata proprio al Corriere dello Sport-Stadio: «Io vorrei dare seguito al lavoro di questi anni - ha detto il capo dello sport italiano al nostro direttore - il desiderio personale è quello di completare il percorso arrivando fino ai Giochi del Mediterraneo di Taranto e alle Olimpiadi del 2026, eventi per i quali mi sono esposto come non mai». Malagò ha parlato di «ampio consenso dello sport» intorno alla propria figura, così abbiamo contattato i 48 presidenti federali per misurarlo e chiedere un’opinione sul tema, sottoponendo a tutti la stessa domanda: «Pensa che sia giusto garantire anche al presidente del Coni la possibilità di correre per un quarto mandato dopo la cancellazione del limite dei tre, dichiarato incostituzionale, per i presidenti delle federazioni?». Non voleva essere un referendum pro o contro Malagò - del resto i presidenti devono essere ancora rieletti - eppure con il passare delle ore, mentre le voci sul nostro sondaggio correvano all’impazzata nei palazzi della politica sportiva, è finito per diventarlo. Scommettiamo che certi silenzi faranno rumore più degli endorsement? Qualcuno, infatti, ha preferito defilarsi, altri ci hanno messo la faccia senza temere reazioni e qualcuno si è addirittura rifugiato in ipotetiche vacanze dalle quali si diceva "irraggiunbile" affidando dei laconici «no comment» a portavoci e addetti stampa. La maggioranza - 34 presidenti su 48 - si schiera al fianco di Malagò.

Marco Di Paola - Sport Equestri (FISE)

«Sì, è giusto per due motivi: di ordine giuridico e di opportunità. Il Coni è un ente pubblico di natura associativa che prevede l’elezione del presidente e non la nomina politica, come un qualsiasi altro ente pubblico. Quindi il presidente è l’espressione dell’intero movimento. Limitare per legge il rinnovo significa mortificare la libertà associativa costituzionalmente garantita. La conferma è nel fatto che anche alle tre federazioni di natura pubblica si applica la legge sui mandati prevista per le altre federazioni. Inoltre, sotto un profilo di opportunità, il rinnovo avverrebbe a maggio 2025 e l’apertura delle Olimpiadi a febbraio 2026. Chiunque arrivasse non avrebbe neanche il tempo di orientarsi nel ruolo e si troverebbe in difficoltà».

Giuseppe Leoni - Aero Club d’Italia (AeCI)

«Sono favorevole a togliere il limite dei mandati anche per gli enti pubblici come il Coni e soprattutto, dopo i risultati sportivi ottenuti, squadra che vince non si cambia».

Carlo Beninati - Badminton (FIBa)

«Credo che dal 2018, da quando cioè la governance dello sport ha subito un cambiamento radicale a opera della politica, Malagò abbia sempre tenuto un alto profilo a garanzia dell’autonomia e abbia fatto un lavoro encomiabile. Motivo per cui la politica dovrebbe valutare bene la possibilità di concedergli di continuare per rappresentare il nostro Comitato Olimpico alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina».

Andrea Mancino - Biliardo e Bowling (FISBB)

«Sono contrario a qualsiasi forma di limitazione dei mandati. Per qualsiasi carica. Finché un presidente ha il consenso del proprio corpo elettorale, ha il diritto di presentarsi, candidarsi e confrontarsi. E dovrebbe valere per tutti i presidenti degli enti pubblici».

Gabriele Gravina - Calcio (FIGC)

«Il limite dei mandati ritengo sia stato un errore strategico e sarebbe assurdo non riconoscere la possibilità di concorrere per un quarto mandato al presidente del Coni, che ha dato una svolta allo sport italiano. Impedire a Malagò di candidarsi sarebbe come azzerare un processo di evoluzione positiva di tutto il movimento».


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Giuseppe Abbagnale - Canottaggio (FIC)

«Sì, sono d’accordo per due motivi: il primo è che il Coni è un ente pubblico di natura associativa che prevede l’elezione del presidente e non la nomina politica come qualsiasi ente pubblico. Il presidente è espressione dell’intero mondo sportivo e intervenire su di esso per legge significa mortificare la libertà associativa costituzionalmente garantita. Sotto il profilo dell’opportunità, con il rinnovo delle cariche a maggio 2025 e l’inizio delle Olimpiadi a febbraio 2026, chiunque arrivasse si troverebbe in difficoltà a gestire un evento in corsa».

Antonio Rondinone - Cronometristi (FiCR)

«Si, sono favorevole, perché in qualsiasi contesto elettivo non devono esserci limiti ai mandati».

Felice Buglione - Discipline Sportive da Caccia (FIDASC)

«La mia premessa è questa: io non mi ricandido, anche se ho vinto sempre le elezioni con dei plebisciti. A mio parere, i limiti di mandato sono una stupidaggine e ancora più stupidi sono i quorum introdotti, perché in democrazia chi prende più voti viene eletto. Io sono pro Malagò perché mai come in questo momento il Coni avrebbe bisogno di un programma di lungo respiro. Con i limiti si dà solo maggior importanza ai burocrati».

Gianni Petrucci - Basket (FIP)

«C’è una legge, se si potesse meriterebbe una conferma. Malagò conosce lo sport, è un gran lavoratore e ha uno straordinario rapporto con gli atleti».

Franco Chimenti - Golf (FIG)

«Sono sempre stato dell’idea che il presidente del Coni dovesse avere lo stesso trattamento delle federazioni. A suo tempo, avevo invitato Malagò a partecipare al nostro ricorso alla Corte Costituzionale, che poi ci ha dato ragione. Oggi che il successo del nostro presidente e dello sport italiano è sotto gli occhi di tutti, ci siamo resi conto di quanto sia urgente la questione».

Sergio Mignardi - Hockey su Prato (FIH)

«Sì, perché anche se la legge è precisa e non lo consente, sarebbe utile una proroga funzionale a tempo in modo da mantenere l’attuale assetto come garanzia di interesse pubblico nazionale e Internazionale relativamente all’evento Olimpico Milano-Cortina 2026».

Donato Antonio Milano - Kickboxing, Muay Thai, Savate, Shoot Boxe e Sambo (FEDERKOMBAT)

«Il limite dei mandati al presidente del Coni rappresenta un’anomalia che va al di là della persona e l’Olimpiade alle porte crea non pochi imbarazzi. Così viene leso il principio della rappresentatività e della democrazia delle federazioni: si può presentare chiunque, ma devono essere le federazioni a decidere. Non si capisce poi perché l’organismo che ci rappresenta, cioè il Coni, debba sottostare a una legge diversa dalla nostra».

Giovanni Copioli - Motociclismo (FMI)

«Sono favorevole alla modifica della disciplina del limite dei mandati per il presidente del Coni, ma non vorrei che, al di là del buon operato di questi mandati e dei risultati conseguiti, diventasse un referendum pro o contro Malagò. Sono favorevole perchè credo che, sulla scia della sentenza della Corte Costituzionale del 2023, vada applicato anche al presidente Coni il principio di proporzionalità che la Consulta ha invocato per le federazioni. Se si ritiene che un presidente uscente abbia un vantaggio competitivo e si vogliano evitare rendite di posizione credo che per lo stesso principio di proporzionalità vada applicato anche al presidente del Coni la misura già individuata per i presidenti federali. Questo, per il Presidente Coni, significherebbe un innalzamento della maggioranza qualificata (2/3 in luogo della maggioranza assoluta oggi prevista)».


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Paolo Barelli - Nuoto (FIN)

«Prima di tutto le federazioni sono associazioni private e il Coni è un ente pubblico. Le leggi dello Stato ne disciplinano il ruolo, a prescindere da chi lo ricopra. Altrimenti andremmo incontro a leggi ad personam».

Giuseppe Manfredi - Pallavolo (FIPAV)

«Credo che il presidente Malagò abbia lavorato molto bene in questi suoi precedenti mandati, il suo è stato un grande operato e i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti. Ci ha sempre sostenuto e lo abbiamo sempre sentito vicino sia come uomo sia come rappresentante massi mo della più importante istituzione sportiva nazionale. È chiaro poi che è nostro dovere attenerci a quelle che sono le leggi dello Stato e in questo momento la legge non consentirebbe di proseguire questo cammino».

Flavio D’Ambrosi - Pugilato (FPI)

«Preferisco non rispondere vista la complessità giuridica della questione che richiede, per la sua disamina approfondita, la giusta sede politico istituzionale».

Paolo Azzi - Scherma (FIS)

«Sì perché una conferma del presidente del Coni passerebbe sempre per la verifica democratica del voto da parte dei rappresentanti di tutti gli organismi sportivi. In ogni caso, considerata l’eccezionalità di un’Olimpiade in Italia, ritengo che una continuità di governance alla vigilia di un evento così importante possa favorirne la buona riuscita».

Sabatino Aracu - Sport Rotellistici (FISR)

«Sono uno dei presidenti più longevi, per cui tutti sanno come la penso sulla questione dei mandati. Dico però che mi piacerebbe che lo sport italiano potesse dare una risposta unitaria, confrontandosi al proprio interno per esprimere una posizione condivisa».

Siro Zanella - Squash (FIGS)

«La legge non la contesto, tutti erano a conoscenza che ci fosse. Ma Malagò ha maturato dei meriti indiscutibili per come ha gestito il Coni in un momento complicato, con tanti cambi di legge e non solo. Se dovessimo guardare ai suoi meriti, credo che una conferma sarebbe più che giustificata».

Angelo Cito - Taekwondo (FITA)

«C’è voluta una pronuncia della Corte Costituzionale affinché si arrivasse al superamento dei limite dei mandati per i presidenti federali tramite una modifica della legge in Parlamento. Ma questo è stato possibile solo perché la Corte ha ravvisato degli aspetti di incostituzionalità della legge in vigore. Diversa è la questione per il superamento del limite dei tre mandati per la presidenza del Coni. In questo caso è il Parlamento a doversi esprimere - di propria iniziativa - per un’eventuale modifica della legge. Non essendo noi a decidere, non intendo prestarmi a inutili strumentalizzazioni di cui, in questo momento, non abbiamo di certo bisogno».

Luciano Rossi - Tiro a Volo (FITAV)

«Le leggi vanno rispettate, ma possono anche essere modificate e migliorate. E mai come in questo caso c’è la necessità che venga riveduta e corretta, perché lo sport italiano vive un periodo di grandi difficoltà e serve una coesione forte che Malagò ha dimostrato di poter mantenere. Abbiamo una credibilità internazionale che va avanti da decenni e se vogliamo mantenerla dovremmo garantire a Malagò di andare avanti».

Riccardo Giubilei - Triathlon (FITRI)

«Sono l’ultimo arrivato, resto però perplesso dalla normativa perché parliamo di un’elezione e non di una nomina. Che il limite venga posto dal Parlamento, che di limiti non ne ha, mi è sempre sembrato curioso. Impedire la candidatura è anomalo, lasciamo che le federazione possano scegliere il loro presidente».


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Stefano Mei - Atletica (FIDAL)

«Sì, ha ragione Malagò perché il Coni è un ente pubblico, ma qui non ci sono nomine bensì elezioni. Sono le regole dell’associazionismo. Ed è un’anomalia che non si possa replicare anche per il Coni e per il Malagò quella stessa regola che orienta le federazioni: nessun limite ai mandati ma soglia del 66% per chi è oltre la terza elezione».

Marco Giunio De Sanctis - Bocce (FIB)

«Lo sport dovrebbe avere regole univoche a prescindere dall’organismo sportivo pubblico o privato, anche perché tutti gli organismi sportivi benficiano di fondi pubblici. Inoltre, se la scelta del presidente del Coni fosse una nomina, come per altri enti pubblici, allora potrei capire. Ma così no: perché questo provvedimento bloccherebbe una volontà democratica di un mondo autonomo».

Cordiano Dagnoni - Ciclismo (FCI)

«Auspico la possibilità che Malagò possa ricoprire nuovamente il ruolo di presidente del Coni, ricordando che si tratta di un ruolo che è il risultato di un procedimento elettivo democratico e non già una semplice nomina o designazione. La collaborazione e la sinergia che il Coni ha saputo instaurare durante il mandato di Malagò con le federazioni e i rispettivi presidenti emerge in maniera evidente dai risultati degli ultimi Giochi Olimpici e legittima, peraltro, la possibilità della sua conferma per un altro mandato».

Laura Lunetta - Danza sportiva e Sport Musicali (FIDESM)

«Il Coni è un ente pubblico, ma i suoi ruoli non sono di nomina bensì elettivi. Quindi ogni limite ai mandati è un contrasto in termini. Il presidente del Coni risponde a un movimento, quindi sono d’accordo sulla possibilità che corra per un ulteriore mandato. Anche in vista di Milano-Cortina».

Stefano Podini - Pallamano (FIGH)

«Sì, ritengo sia corretto innanzitutto per un motivo di equità, visto il numero dei mandati attualmente riconosciuti ai presidenti federali, ed inoltre, a mio avviso, dovrebbero essere gli elettori diretti del presidente del Coni a decidere chi li deve guidare e non la politica che, con il provvedimento adottato, si è dimostrata iniqua e non curante della volontà del mondo sportivo».

Domenico Falcone - Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM)

«Parlare di sondaggi di fronte ad una disposizione di legge mi sembra irriguardoso nei confronti delle Autorità di Governo. Condivido le perplessità manifestate dal presidente Malagò circa la non estensione della deroga dei tre mandati previsti invece per i presidenti federali, perplessità legate soprattutto, secondo il mio punto di vista, ad aspetti pragmatici e di buon senso (elezione presidente Coni a maggio 2025 e inizio Olimpiadi invernali a febbraio 2026). Le Olimpiadi sono un fenomeno geopolitico globale e il nostro Paese non può permettersi alcun passo falso. I nove mesi che separano il nuovo presidente del Coni dall’inizio delle Olimpiadi è un periodo assolutamente insufficiente per garantire la piena operatività della complessa e delicata macchina organizzativa».

Vincenzo Iaconianni - Motonautica (FIM)

«Per me Malagò dovrebbe rimanere altri 20 anni, ma se dovessimo mettere un limite allora leghiamolo all’età e mettiamolo per tutti: a 72 anni vai a casa. Se la norma non si applica per noi presidenti federali, perché dovrebbe applicarsi per il Coni che è la confederazione delle federazioni?».

Fabrizio Bittner - Pentathlon Moderno (FIPM)

«Tre, quattro, cinque mandati: non è questo il tema. Il tema è iniziare a costruire un sistema sport del Paese, se si ha a cuore la materia. Ci sono troppi enti che si interessano allo sport italiano, i quali pare abbiamo competenze trasversali e sovrapponibili gli uni agli altri e ciò genera solo confusione».


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Antonio Urso - Pesi (FIPE)

«Sì, dovrebbe concorrere anche lui per due motivi: innanzitutto perché a due anni dai Giochi di Milano Cortina sarebbe una follia cambiare un treno in corsa e in particolare il perno dell’intera organizzazione, e poi perché gli altri presidenti federali hanno avuto l’opportunità di andare oltre il terzo mandato e per analogia dovrebbe essere consentito anche a chi guida il Coni».

Andrea Gios - Sport del Ghiaccio (FISG)

«L’imposizione del limite dei tre mandati per i presidenti delle federazioni è stata dichiarata incostituzionale, quindi sarebbe coerente estendere la stessa logica anche al presidente del Coni. In questo modo si garantirebbe parità di trattamento e continuità nella gestione delle istituzioni sportive. La possibilità di ricandidarsi dovrebbe essere determinata dalla qualità del lavoro svolto e dalla volontà degli elettori, più che da un vincolo numerico».

Claudio Ponzani - Surfing, Sci Nautico e Wakeboard (FISSW)

«Sì, sono d’accordo. Secondo me è giusto equiparare i mandati del presidente del Coni a quelli dei presidenti federali. Perché il presidente del Coni rappresenta tutte le federazioni».

Mario Scarzella - Tiro con l’Arco (FITArco)

«Se i presidenti che lo eleggono hanno la possibilità di superare il quarto mandato, anche il presidente del Coni dovrebbe avere questa possibilità, visto che sono loro poi ad leggerlo».

Francesco Ettorre - Vela (FIV)

«Penso proprio di sì, perché il principio dell’autonomia è fondamentale per garantire la trasparenza e l’efficacia del sistema. Il presidente del Coni raffigura il movimento sportivo, posizionando lo sport italiano tra le grandi nazioni al mondo. L’esperienza accumulata e la capacità di leadership dimostrata rappresentano risorse preziose che possono contribuire a consolidare i risultati ottenuti e a promuovere ulteriori progressi. In questo senso, sono convinto che la possibilità di un quarto mandato, sostenuta da un forte consenso, possa offrire stabilità e continuità, elementi essenziali per affrontare le sfide future con successo».

Non hanno risposto

Gherardo Tecchi - Ginnastica (FGI)
Marzio Innocenti - Rugby (FIR)
Flavio Roda - Sport Invernali (FISI)
Luciano Buonfiglio - Canoa Kayak (FICK)
Angelo Binaghi - Tennis e Padel (FITP)
Renato Di Napoli - Tennistavolo (FITET)
Davide Battistella - Arrampicata (FASI)
Ugo Claudio Matteoli - Pesca Sportiva e Attività Subacquee (FIPSAS)
Andrea Marcon - Baseball Softball (FIBS)
Angelo Sticchi Damiani - Automobile Club (ACI)
Antonio Dima - Sport Universitario (CUSI)
Costantino Vespasiano - Tiro a Segno (UITS)
Maurizio Casasco - Medici Sportivi (FMSI)


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È dai giorni di Parigi che il cellulare di Giovanni Malagò non smette di friggere. Prima per le medaglie, poi per il caso del quarto mandato (sta concludendosi il terzo) negato per legge, una questione deflagrata in seguito a un’intervista rilasciata proprio al Corriere dello Sport-Stadio: «Io vorrei dare seguito al lavoro di questi anni - ha detto il capo dello sport italiano al nostro direttore - il desiderio personale è quello di completare il percorso arrivando fino ai Giochi del Mediterraneo di Taranto e alle Olimpiadi del 2026, eventi per i quali mi sono esposto come non mai». Malagò ha parlato di «ampio consenso dello sport» intorno alla propria figura, così abbiamo contattato i 48 presidenti federali per misurarlo e chiedere un’opinione sul tema, sottoponendo a tutti la stessa domanda: «Pensa che sia giusto garantire anche al presidente del Coni la possibilità di correre per un quarto mandato dopo la cancellazione del limite dei tre, dichiarato incostituzionale, per i presidenti delle federazioni?». Non voleva essere un referendum pro o contro Malagò - del resto i presidenti devono essere ancora rieletti - eppure con il passare delle ore, mentre le voci sul nostro sondaggio correvano all’impazzata nei palazzi della politica sportiva, è finito per diventarlo. Scommettiamo che certi silenzi faranno rumore più degli endorsement? Qualcuno, infatti, ha preferito defilarsi, altri ci hanno messo la faccia senza temere reazioni e qualcuno si è addirittura rifugiato in ipotetiche vacanze dalle quali si diceva "irraggiunbile" affidando dei laconici «no comment» a portavoci e addetti stampa. La maggioranza - 34 presidenti su 48 - si schiera al fianco di Malagò.

Marco Di Paola - Sport Equestri (FISE)

«Sì, è giusto per due motivi: di ordine giuridico e di opportunità. Il Coni è un ente pubblico di natura associativa che prevede l’elezione del presidente e non la nomina politica, come un qualsiasi altro ente pubblico. Quindi il presidente è l’espressione dell’intero movimento. Limitare per legge il rinnovo significa mortificare la libertà associativa costituzionalmente garantita. La conferma è nel fatto che anche alle tre federazioni di natura pubblica si applica la legge sui mandati prevista per le altre federazioni. Inoltre, sotto un profilo di opportunità, il rinnovo avverrebbe a maggio 2025 e l’apertura delle Olimpiadi a febbraio 2026. Chiunque arrivasse non avrebbe neanche il tempo di orientarsi nel ruolo e si troverebbe in difficoltà».

Giuseppe Leoni - Aero Club d’Italia (AeCI)

«Sono favorevole a togliere il limite dei mandati anche per gli enti pubblici come il Coni e soprattutto, dopo i risultati sportivi ottenuti, squadra che vince non si cambia».

Carlo Beninati - Badminton (FIBa)

«Credo che dal 2018, da quando cioè la governance dello sport ha subito un cambiamento radicale a opera della politica, Malagò abbia sempre tenuto un alto profilo a garanzia dell’autonomia e abbia fatto un lavoro encomiabile. Motivo per cui la politica dovrebbe valutare bene la possibilità di concedergli di continuare per rappresentare il nostro Comitato Olimpico alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina».

Andrea Mancino - Biliardo e Bowling (FISBB)

«Sono contrario a qualsiasi forma di limitazione dei mandati. Per qualsiasi carica. Finché un presidente ha il consenso del proprio corpo elettorale, ha il diritto di presentarsi, candidarsi e confrontarsi. E dovrebbe valere per tutti i presidenti degli enti pubblici».

Gabriele Gravina - Calcio (FIGC)

«Il limite dei mandati ritengo sia stato un errore strategico e sarebbe assurdo non riconoscere la possibilità di concorrere per un quarto mandato al presidente del Coni, che ha dato una svolta allo sport italiano. Impedire a Malagò di candidarsi sarebbe come azzerare un processo di evoluzione positiva di tutto il movimento».


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Malagò e il quarto mandato Coni, super sondaggio: le risposte dei presidenti federali
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Giuseppe Abbagnale - Canottaggio (FIC)
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Paolo Barelli - Nuoto (FIN)
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