"Sinner si è sempre battuto contro il doping"
Insomma, Cahill spiega tutto nel dettaglio ed evidenzia la chiara innocenza di Sinner. Nel passaggio successivo dell'intervista racconta le tempistiche e cosa è successo dopo la notifica a Sinner della positività al Clostebol. "Noi non abbiamo saputo nulla fino a dopo Miami - racconta Cahill - . Jannik ha avuto la notifica dopo Miami, e da lì ha capito che il Clostebol era presente nello spray usato da Naldi. Poi insieme a Naldi molto velocemente sono stati in grado di ricostruire la vicenda. Quello che è successo dopo è che Sinner si è rivolto velocemente a un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions (una società privata che supervisiona i casi di doping, ndr), per farsi annullare subito la sospensione. Tutto il team di Jannik è dovuto andare a Sport Resolutions e fare una riunione d’emergenza, ed è stato raccontato esattamente quello che è successo, che Jannik non ha avuto nessun ruolo nella vicenda, perché lui è un professionista incredibile, che sostiene l’antidoping, che fa tutto il possibile per la sua squadra, per assicurarsi che una cosa del genere non accada, e loro hanno accettato questa versione, hanno capito che non c’entrava e gli hanno permesso di continuare a giocare, e poi l’Itia (l'agenzia antidoping di tennis, ndr) avrebbe fatto le dovute verifiche sulla vicenda". Chi è andato a parlare con Sport Resolutions? “Sicuramente il suo team legale, poi Giacomo Naldi, Umberto Ferrara e Sinner. Come ho detto, io e Sinner non eravamo a conoscenza di questo spray. Quindi per noi era come se stessimo osservando tutto dall’esterno".
"Ferrara non avrebbe dovuto dare lo spray a Naldi"
Insomma una leggerezza che poteva costare carissima a Sinner. Ma come è potuto succedere con un team così professionale? "Umberto è nel circuito da 15 anni, ha una laurea, possiede una farmacia in Italia, ha lavorato con molti giocatori, è responsabile di Jannik: la sua dieta, il suo allenamento fisico, tutto ciò che riguarda Sinner fuori dal campo. Quindi non posso rispondere a questa domanda, penso che Umberto Ferrara avesse quello spray per motivi personali e che non avrebbe mai dovuto darlo a Naldi".