Sinner e la bufera doping, parla Cahill: "Vi dico tutta la verità, ecco cosa è successo"

Il super coach di Jannik: "Lui non ha un ruolo attivo in questa vicenda, è colpa di uno spray abbastanza comune in Italia che io non conoscevo usato dal fisioterapista Naldi". Leggi i dettagli
Valerio Minutiello

Il super coach Cahill racconta tutta la verità sulla bufera doping che ha coinvolto Jannik Sinner. Il numero uno al mondo è stato già scagionato dalle accuse, ma Cahill ha voluto fare chiarezza e togliere ogni dubbio sull'innocenza di Jannik: "Non è stato un periodo facile per tutti noi - ha detto in una lunga intervista a Espn - . A marzo a Indian Wells Giacomo Naldi che è stato il fisioterapista di Sinner, si è ferito alla sua mano con uno strumento per togliere i calli ai piedi, al suo mignolo c’era un taglio piuttosto grosso. Io non ho visto l'altra persone in stanza in quel momento, era Umberto Ferrara che è il preparatore atletico di Sinner, e nemmeno Jannik lo ha visto, e io sono entrato in stanza e ho visto che lui (Naldi, ndr) stava mettendo un cerotto bianco sul suo dito ferito. Gli ho chiesto cosa era successo e lui mi ha detto che si era tagliato un dito. Io gli ho chiesto se dovevamo fare qualcosa e lui ha detto no, non c’è nessun problema".

"Sinner non ne sapeva nulla"

"Cosa è successo dopo? Sinner ha visto per la prima volta il dito ferito di Naldi la sera e gli ha chiesto se avesse usato creme o altri trattamenti per il dito, Naldi gli ha risposto di no, che era la verità in quel momento. Poi Naldi ha incontrato Ferrara che gli ha dato uno spray abbastanza comune in Italia, io non lo conoscevo. Ci sono pochi casi di giocatori italiani risultati positivi alla sostanza di questo spray particolare. Anche durante la settimana successiva Naldi ha continuato a usare quello spray per il suo dito ferito, senza che noi ne fossimo a conoscenza, e attraverso i trattamenti lo ha trasmesso a Sinner. Questo è il riassunto della vicenda, tutti devono sapere che Sinner non ha un ruolo attivo in questa vicenda, non ha ingerito nulla, non ha preso nessuna barretta, ed è risultato positivo solo per questa connessione tra lo spray di Naldi e i trattamenti ricevuti ai piedi. Per questo è risultato positivo due volte".


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"Sinner si è sempre battuto contro il doping"

Insomma, Cahill spiega tutto nel dettaglio ed evidenzia la chiara innocenza di Sinner. Nel passaggio successivo dell'intervista racconta le tempistiche e cosa è successo dopo la notifica a Sinner della positività al Clostebol. "Noi non abbiamo saputo nulla fino a dopo Miami - racconta Cahill - . Jannik ha avuto la notifica dopo Miami, e da lì ha capito che il Clostebol era presente nello spray usato da Naldi. Poi insieme a Naldi molto velocemente sono stati in grado di ricostruire la vicenda. Quello che è successo dopo è che Sinner si è rivolto velocemente a un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions (una società privata che supervisiona i casi di doping, ndr), per farsi annullare subito la sospensione. Tutto il team di Jannik è dovuto andare a Sport Resolutions e fare una riunione d’emergenza, ed è stato raccontato esattamente quello che è successo, che Jannik non ha avuto nessun ruolo nella vicenda, perché lui è un professionista incredibile, che sostiene l’antidoping, che fa tutto il possibile per la sua squadra, per assicurarsi che una cosa del genere non accada, e loro hanno accettato questa versione, hanno capito che non c’entrava e gli hanno permesso di continuare a giocare, e poi l’Itia (l'agenzia antidoping di tennis, ndr) avrebbe fatto le dovute verifiche sulla vicenda".  Chi è andato a parlare con Sport Resolutions? “Sicuramente il suo team legale, poi Giacomo Naldi, Umberto Ferrara e Sinner. Come ho detto, io e Sinner non eravamo a conoscenza di questo spray. Quindi per noi era come se stessimo osservando tutto dall’esterno".

"Ferrara non avrebbe dovuto dare lo spray a Naldi"

Insomma una leggerezza che poteva costare carissima a Sinner. Ma come è potuto succedere con un team così professionale? "Umberto è nel circuito da 15 anni, ha una laurea, possiede una farmacia in Italia, ha lavorato con molti giocatori, è responsabile di Jannik: la sua dieta, il suo allenamento fisico, tutto ciò che riguarda Sinner fuori dal campo. Quindi non posso rispondere a questa domanda, penso che Umberto Ferrara avesse quello spray per motivi personali e che non avrebbe mai dovuto darlo a Naldi".


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"Sinner logorato fisicamente e mentalmente"

Una bufera che non può non avere ripercussioni sul team di Sinner, con lo Us Open alle porte. “Abbiamo preso questa decisione ieri notte - rivela Cahill - in questo momento ci siamo solo io e l’allenatore Vagnozzi con lui agli Us Open e stiamo sostenendo Jannik in questo momento”. Che effetto ha avuto tutto questo su Sinner: “Onestamente è stata una situazione difficile. Tutti quelli che affrontano queste situazioni soffrono davvero. Per me è stato davvero difficile vederlo soffrire così. Probabilmente se non sei un fan di Jannik non noti grandi cambiamenti nel suo modo di giocare degli ultimi mesi, perché comunque giocava abbastanza bene, ma se sei un suo fan te ne accorgi, c’è stato un grande cambiamento nel suo linguaggio del corpo, la sua fisicità in campo, il suo entusiasmo, ha lottato e penso che lo abbia logorato fisicamente e mentalmente. Si è ammalato un paio di volte, si è sentito solo, motivo per cui ha saltato le Olimpiadi. Ci tengo solo a sottolineare che è un ragazzo eccezionale, è incredibilmente professionale, è forse il giovane più professionale con cui abbia mai avuto la possibilità di lavorare. Non farebbe mai nulla intenzionalmente e si trova semplicemente in una situazione incredibilmente sfortunata e la verità per fortuna è venuta fuori. Non è né colpa sua né negligenza, e ora spero che possa lasciarsi tutto questo alle spalle, continuare a giocare e migliorare”.

"Sinner non merita questo"

Sinner cura in modo maniacale ogni aspetto, e pretende lo stesso dal suo team, assicura Cahill: “Fa parte della responsabilità di un atleta assicurarsi che tutti i membri del suo team siano ben istruiti su tutte le regole, siano regole Atp, o regole antidoping, e tutti noi lo siamo, tutti noi partecipiamo a tutte le riunioni degli allenatori. Tutti leggiamo l’elenco aggiornato delle sostanze proibite. Si spera che tutti siano sempre aggiornati su quello che c’è da sapere sull’antidoping. È una lunga lista e non si può sapere tutto, ma anche il buon senso gioca un ruolo importante in tutto questo e quindi Jannik si è assicurato che tutti siano incredibilmente professionali in quello che fanno. Quindi ha fatto tutto il possibile per proteggersi da tutto questo, ma sfortunatamente gli è successo e mi dispiace davvero, perché non merita questo. Quello che ha fatto a Cincinnati è strepitoso, ora proveremo a tirargli su il morale e fargli fare un grande Us Open”.

"Perché non è trapelato nulla prima"

Tutti si chiedono come sia stato possibile non far trapelare nulla fino ad ora: “Non è uscito nulla perché tutti credevamo fosse innocente e non avesse colpa per tutto ciò, e che poi l’Itia avesse fatto le dovute verifiche. Siamo stati tutti ascoltati anche la settimana scorsa, l’udienza era giovedì scorso, Jannik ha giocato il primo game a Cincinnati mercoledì scorso, e poi ha assistito a una chiamata su Zoom durante l’intera udienza con tre membri del panel di Sport Resolutions, e Sinner è rimasto su quella chiamata per 6 ore e mezzo, e poi sono tornati ieri, lunedì, per comunicarci il risultato. Se questa cosa fosse venuta fuori prima non sarebbe stato grandioso, e quindi tutti si sono assicurati che solo le persone interessate sapessero di questo incidente, negli ultimi mesi abbiamo vissuto questa situazione, che è stata impegnativa e difficile. Sicuramente Sinner è stato quello che ha sofferto di più ed ha anche dovuto affrontare tornei di tennis, è stato molto difficile per lui”.


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Il super coach Cahill racconta tutta la verità sulla bufera doping che ha coinvolto Jannik Sinner. Il numero uno al mondo è stato già scagionato dalle accuse, ma Cahill ha voluto fare chiarezza e togliere ogni dubbio sull'innocenza di Jannik: "Non è stato un periodo facile per tutti noi - ha detto in una lunga intervista a Espn - . A marzo a Indian Wells Giacomo Naldi che è stato il fisioterapista di Sinner, si è ferito alla sua mano con uno strumento per togliere i calli ai piedi, al suo mignolo c’era un taglio piuttosto grosso. Io non ho visto l'altra persone in stanza in quel momento, era Umberto Ferrara che è il preparatore atletico di Sinner, e nemmeno Jannik lo ha visto, e io sono entrato in stanza e ho visto che lui (Naldi, ndr) stava mettendo un cerotto bianco sul suo dito ferito. Gli ho chiesto cosa era successo e lui mi ha detto che si era tagliato un dito. Io gli ho chiesto se dovevamo fare qualcosa e lui ha detto no, non c’è nessun problema".

"Sinner non ne sapeva nulla"

"Cosa è successo dopo? Sinner ha visto per la prima volta il dito ferito di Naldi la sera e gli ha chiesto se avesse usato creme o altri trattamenti per il dito, Naldi gli ha risposto di no, che era la verità in quel momento. Poi Naldi ha incontrato Ferrara che gli ha dato uno spray abbastanza comune in Italia, io non lo conoscevo. Ci sono pochi casi di giocatori italiani risultati positivi alla sostanza di questo spray particolare. Anche durante la settimana successiva Naldi ha continuato a usare quello spray per il suo dito ferito, senza che noi ne fossimo a conoscenza, e attraverso i trattamenti lo ha trasmesso a Sinner. Questo è il riassunto della vicenda, tutti devono sapere che Sinner non ha un ruolo attivo in questa vicenda, non ha ingerito nulla, non ha preso nessuna barretta, ed è risultato positivo solo per questa connessione tra lo spray di Naldi e i trattamenti ricevuti ai piedi. Per questo è risultato positivo due volte".


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