Il valore dell'Inter
C’è un precedente simile: quando Elliott escusse il pegno a Yonghong Li, lo fece seguendo la medesima procedura prevista dalla legge lussemburghese. Le rivendicazioni successive dell’ex proprietario vennero proposte anni dopo, asserendo che la successiva vendita a RedBird costituisse un parametro di valore superiore al debito originario. In realtà, il valore dell’asset va determinato al momento dell’esercizio del pegno e non successivamente. Forse anche per questo le rivendicazioni di Li non sembra abbiano riscosso grande successo. Nel caso dell’Inter, la natura vincolante che la legge attribuisce alla stima del valutatore espone Zhang a un rischio. Se il valore stimato dell’Inter sarà inferiore ai circa 400 milioni dovuti a Oaktree, rischia di perdere il club a zero senza possibilità di appello. Ogni eventuale eccedenza, invece, gli sarà ovviamente riconosciuta. Ma quanto può valere l’Inter? Prendiamo a riferimento il valore di capitalizzazione della Juventus, unico dato raffrontabile oggettivamente osservabile: 630 milioni. Sommando l’indebitamento finanziario “allargato” della Juve ai debiti non correnti (405,6) risultanti al 30 settembre si ottiene 1,036 miliardi. Se ipotizziamo che l’Inter valga quanto la Juve (benché quest’ultima disponga di una base più ampia di ricavi commerciali, cioè ricorrenti) sottraendo 534 milioni di indebitamento allargato e sommando la cassa raggiungeremmo 602 milioni che lascerebbero Zhang con un buon margine. Bisogna tuttavia considerare le perdite pregresse che un compratore dovrà ripianare per ricostituire il patrimonio (come minimo 120) che potrebbero tuttavia compensarsi coi i finanziamenti erogati dallo stesso Zhang. Tutto però dipenderà quindi dalle stime del valutatore che dovrà anche considerare la qualità di un attivo che ha beneficiato (212 milioni) della rivalutazione del marchio. Insomma, la partita finale per Zhang non pare scontata.