Australian Open, Sinner, chi è Khachanov: l'avversario che l'ha battuto una sola volta

Tutto quello che c'è da sapere sul russo che sfiderà Sinner agli ottavi di finale a Melbourne. Tutti i dettagli
Australian Open, Sinner, chi è Khachanov: l'avversario che l'ha battuto una sola volta
Ronald Giammò

Dopo aver travolto i suoi primi tre avversari non concedendo loro neanche un set ma solo le briciole di qualche game, giunti agli ottavi di finale il tabellone di questi Australian Open per Jannik Sinner comincia a presentare le prime sfide più insidiose in quel cammino che potenzialmente potrebbe portarlo a giocarsi una semifinale contro il n.1 del mondo Novak Djokovic. C’è la Russia adesso all’orizzonte dell’altoatesino, atteso da un match contro Kharen Khachanov (n.15 Atp) che in lui rievocherà ricordi legati all’unico precedente, dei quattro incontri sin qui disputati dai due in carriera, vinto dal russo e giocato al secondo turno degli Us Open del 2020. Ancora uno Slam, quindi; ancora un match al meglio dei cinque set, distanza che fu lui fatale a New York quando pur in vantaggio di un set inesperienza e tenuta fisica consentirono al suo rivale di recuperare fino ad imporsi al tie-break decisivo.


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Sinner-Khachanov, tutto sull'avversario degli ottavi

Molte partite però sono finite in archivio da quel match, e molte cose sono cambiate. Identico è più o meno rimasto il ranking con cui il russo di origini armene si presenterà all’appuntamento (era n.16 del ranking allora), mentre sono 70 le posizioni guadagnate dall’azzurro rispetto a quattro anni fa. Oltre ai numeri ci sono anche altre considerazioni però, meno evidenti forse ma non per questo altrettanto decisive, da tenere in considerazione alla vigilia. La fiducia con cui Khachanov scenderà in campo, e il gioco di cui è dotato. E non sono dettagli da poco. Infortunatosi all’osso sacro lo scorso anno proprio a Melbourne, dove poi raggiunse la semifinale, il russo decise di convivere con quell’infortunio col risultato di rimediarne un altro - la frattura dell’osso pubico - che stavolta lo costrinse a saltare tutta la stagione estiva per poi ripresentarsi prevedibilmente fuori condizione agli Us Open dove fu subito eliminato.  Da lì cominciò poi una lenta risalita culminata con il titolo vinto a settembre a Zhuahi e il decimo quarto di finale della sua stagione giocato nel Masters1000 di Bercy e perso in tre set contro Tsitsipas


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Khachanov, forte di braccio e intelligente

Forte di braccio e intelligente nella lettura del gioco Khachanov a differenza di Andrey Rublev, eventuale rivale di Sinner ai quarti, non trema sotto pressione né si dà per sconfitto se le sorti del match sembrano giocare in suo sfavore. In questa prima settimana di torneo in conferenza stampa ha parlato solo con la stampa russa, trascurato da quella internazionale. Non è dato sapere con quale spirito si approccerà al match ma ha una semifinale da difendere e di sicuro non si sentirà battuto in partenza. Per questo la vittoria n.144 della carriera contro un top20 per Sinner si annuncia più faticosa delle tre ottenute sin qui. E tuttavia ampiamente alla sua portata. 


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Dopo aver travolto i suoi primi tre avversari non concedendo loro neanche un set ma solo le briciole di qualche game, giunti agli ottavi di finale il tabellone di questi Australian Open per Jannik Sinner comincia a presentare le prime sfide più insidiose in quel cammino che potenzialmente potrebbe portarlo a giocarsi una semifinale contro il n.1 del mondo Novak Djokovic. C’è la Russia adesso all’orizzonte dell’altoatesino, atteso da un match contro Kharen Khachanov (n.15 Atp) che in lui rievocherà ricordi legati all’unico precedente, dei quattro incontri sin qui disputati dai due in carriera, vinto dal russo e giocato al secondo turno degli Us Open del 2020. Ancora uno Slam, quindi; ancora un match al meglio dei cinque set, distanza che fu lui fatale a New York quando pur in vantaggio di un set inesperienza e tenuta fisica consentirono al suo rivale di recuperare fino ad imporsi al tie-break decisivo.


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