La Roma sta per cambiare. Se ne andrà Tiago Pinto e per ora nessun rappresentante della proprietà americana si è fatto avanti per trattare l’eventuale rinnovo con Mourinho. Eppure questa sarebbe l’unica via d’uscita, la conferma di José Mourinho. Se non andrà così (e probabilmente non andrà così), la domanda che dovremo porci (e porre soprattutto ai Friedkin) non è tanto chi prenderà il suo posto, ma quale squadra verrà consegnata a chi prenderà il suo posto. Ovviamente non quella attuale, ovviamente serviranno giocatori di spessore, non scommesse, non campioni acciaccati, sempre che l’idea sia crescere e puntare decisamente alla Champions. Ma i Friedkin hanno davvero questo progetto? Con i paletti Uefa, con la probabilità (forte, soprattutto se Mou se ne va) di non vedere più in giallorosso Lukaku e Dybala, hanno questa possibilità? Possono davvero rifare la Roma? Perché di questo si tratta. Mourinho è la garanzia di un fenomeno irripetibile: dal primo giorno del portoghese l’Olimpico esaurito spinge una squadra che al primo e al secondo anno di José è arrivata sesta e ora è settima. Una squadra che in campo internazionale, superando limiti evidenti, ha giocato due finali europee in dodici mesi.