Napoli, De Laurentiis deve intervenire
Non ha carattere, non ha personalità, non ha entusiasmo. È diventata fragile, vulnerabile, senza attributi. Un processo di involuzione non nuovo a chi vince, soprattutto quando non si ha l’abitudine. Ma le dimensioni del tracollo non sono giustificabili. Anche perché siamo solo a metà stagione e in ballo c’è un bel pezzo di futuro, non reagire adesso sarebbe disastroso. Le scelte del silenzio stampa e del ritiro possono avere un senso solo se danno una scossa alla squadra: da oggi a Castel Volturno c’è bisogno di guardarsi seriamente negli occhi. E di contare su chi ha voglia di metterci l’anima. Chi non crede più in questo progetto è giusto che si faccia da parte, chi resta deve aver voglia di dare il 200% per accontentare quei tifosi che anche ieri hanno salutato la squadra con un eloquente coro (“Meritiamo di più”). Il ruolo più delicato in questo momento ce l’ha, come sempre, la società. Solo De Laurentiis può portare la comitiva all’uscita dal tunnel. Sono prioritari gli interventi sul mercato come Dragusin e Samardzic, c’è bisogno di riportare serenità nel gruppo e di ricordare a tutti gli obiettivi stagionali (c’è una Supercoppa italiana ormai imminente, ci sono gli ottavi di Champions con il Barcellona e c’è un difficile sprint per arrivare nelle prime quattro). E soprattutto non vanno ripetuti gli errori fatti l’anno scorso. Già da ora va iniziata a programmare la prossima stagione, perché anticipare le mosse è da presidente lungimirante. Farsi sorprendere dagli eventi e trovare delle soluzioni frettolose, invece, ti porta spesso a fare scelte sbagliate. La presenza in tribuna ieri di Conte forse era un segnale.