Napoli, il girone infernale e il segnale di Conte

Leggi il commento sugli azzurri dopo il pesante ko subito per mano del Torino
Pasquale Salvione
Tagsnapoli

Il Napoli non c’è più. È sparito nel nulla, si è disintegrato, non è più una squadra. L’unico segnale tangibile lo ha dato andando a chiedere scusa ai tifosi dopo il vergognoso tracollo di Torino. Non c’è nessuno che può salvarsi in una situazione così imbarazzante, dal presidente fino all’ultimo dei calciatori. Figuracce del genere devono invitare a una riflessione profonda: De Laurentiis è chiamato a prendere in mano la situazione e a trovare delle soluzioni insieme a Mazzarri. C’è da tirare una linea e ripartire, con lucidità e senza esitazioni: perdere altro tempo potrebbe rivelarsi un altro autogol. Anche perché adesso è stato toccato il fondo. La fotografia del momento è impietosa: 20 punti di distacco dall’Inter capolista, 22 punti in meno della scorsa stagione, 375 minuti senza segnare, 9 gol presi in quattro partite. Un quadro desolante per un gruppo che sembra aver smarrito anche la strada di casa. Mazzarri sta provando in tutti i modi a ridare ossigeno alla squadra, ma anche i suoi esperimenti non danno frutti. Ieri aveva provato a cambiare assetto con Mazzocchi al posto di Zielinski all’intervallo, aprendo in via definitiva alla difesa a 3 (o a 5, dipende dalla lettura). Non c’è stato nemmeno il tempo di valutare, il folle intervento dell’esterno appena arrivato dalla Salernitana ha fatto franare tutto in meno di cinque minuti. Ma, al di là del fattore tattico, c’è la sensazione netta che questa squadra non abbia più un’identità, non si riconosca in una traccia di gioco e non riesca più a fare quello che serve per vincere una partita.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Napoli, De Laurentiis deve intervenire

Non ha carattere, non ha personalità, non ha entusiasmo. È diventata fragile, vulnerabile, senza attributi. Un processo di involuzione non nuovo a chi vince, soprattutto quando non si ha l’abitudine. Ma le dimensioni del tracollo non sono giustificabili. Anche perché siamo solo a metà stagione e in ballo c’è un bel pezzo di futuro, non reagire adesso sarebbe disastroso. Le scelte del silenzio stampa e del ritiro possono avere un senso solo se danno una scossa alla squadra: da oggi a Castel Volturno c’è bisogno di guardarsi seriamente negli occhi. E di contare su chi ha voglia di metterci l’anima. Chi non crede più in questo progetto è giusto che si faccia da parte, chi resta deve aver voglia di dare il 200% per accontentare quei tifosi che anche ieri hanno salutato la squadra con un eloquente coro (“Meritiamo di più”). Il ruolo più delicato in questo momento ce l’ha, come sempre, la società. Solo De Laurentiis può portare la comitiva all’uscita dal tunnel. Sono prioritari gli interventi sul mercato come Dragusin e Samardzic, c’è bisogno di riportare serenità nel gruppo e di ricordare a tutti gli obiettivi stagionali (c’è una Supercoppa italiana ormai imminente, ci sono gli ottavi di Champions con il Barcellona e c’è un difficile sprint per arrivare nelle prime quattro). E soprattutto non vanno ripetuti gli errori fatti l’anno scorso. Già da ora va iniziata a programmare la prossima stagione, perché anticipare le mosse è da presidente lungimirante. Farsi sorprendere dagli eventi e trovare delle soluzioni frettolose, invece, ti porta spesso a fare scelte sbagliate. La presenza in tribuna ieri di Conte forse era un segnale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Napoli non c’è più. È sparito nel nulla, si è disintegrato, non è più una squadra. L’unico segnale tangibile lo ha dato andando a chiedere scusa ai tifosi dopo il vergognoso tracollo di Torino. Non c’è nessuno che può salvarsi in una situazione così imbarazzante, dal presidente fino all’ultimo dei calciatori. Figuracce del genere devono invitare a una riflessione profonda: De Laurentiis è chiamato a prendere in mano la situazione e a trovare delle soluzioni insieme a Mazzarri. C’è da tirare una linea e ripartire, con lucidità e senza esitazioni: perdere altro tempo potrebbe rivelarsi un altro autogol. Anche perché adesso è stato toccato il fondo. La fotografia del momento è impietosa: 20 punti di distacco dall’Inter capolista, 22 punti in meno della scorsa stagione, 375 minuti senza segnare, 9 gol presi in quattro partite. Un quadro desolante per un gruppo che sembra aver smarrito anche la strada di casa. Mazzarri sta provando in tutti i modi a ridare ossigeno alla squadra, ma anche i suoi esperimenti non danno frutti. Ieri aveva provato a cambiare assetto con Mazzocchi al posto di Zielinski all’intervallo, aprendo in via definitiva alla difesa a 3 (o a 5, dipende dalla lettura). Non c’è stato nemmeno il tempo di valutare, il folle intervento dell’esterno appena arrivato dalla Salernitana ha fatto franare tutto in meno di cinque minuti. Ma, al di là del fattore tattico, c’è la sensazione netta che questa squadra non abbia più un’identità, non si riconosca in una traccia di gioco e non riesca più a fare quello che serve per vincere una partita.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Napoli, il girone infernale e il segnale di Conte
2
Napoli, De Laurentiis deve intervenire