Il Napoli non c’è più. È sparito nel nulla, si è disintegrato, non è più una squadra. L’unico segnale tangibile lo ha dato andando a chiedere scusa ai tifosi dopo il vergognoso tracollo di Torino. Non c’è nessuno che può salvarsi in una situazione così imbarazzante, dal presidente fino all’ultimo dei calciatori. Figuracce del genere devono invitare a una riflessione profonda: De Laurentiis è chiamato a prendere in mano la situazione e a trovare delle soluzioni insieme a Mazzarri. C’è da tirare una linea e ripartire, con lucidità e senza esitazioni: perdere altro tempo potrebbe rivelarsi un altro autogol. Anche perché adesso è stato toccato il fondo. La fotografia del momento è impietosa: 20 punti di distacco dall’Inter capolista, 22 punti in meno della scorsa stagione, 375 minuti senza segnare, 9 gol presi in quattro partite. Un quadro desolante per un gruppo che sembra aver smarrito anche la strada di casa. Mazzarri sta provando in tutti i modi a ridare ossigeno alla squadra, ma anche i suoi esperimenti non danno frutti. Ieri aveva provato a cambiare assetto con Mazzocchi al posto di Zielinski all’intervallo, aprendo in via definitiva alla difesa a 3 (o a 5, dipende dalla lettura). Non c’è stato nemmeno il tempo di valutare, il folle intervento dell’esterno appena arrivato dalla Salernitana ha fatto franare tutto in meno di cinque minuti. Ma, al di là del fattore tattico, c’è la sensazione netta che questa squadra non abbia più un’identità, non si riconosca in una traccia di gioco e non riesca più a fare quello che serve per vincere una partita.