Inter in ansia per Lautaro: frenata sul rinnovo

Si dilatano i tempi per il prolungamento. L’agente: «Stiamo lavorando, ma un accordo reale ancora non c’è. Abbiamo tempo»
Pietro Guadagno

Anche in una storia d’amore che sembra perfetta, ci possono essere increspature. Capita che, mentre nulla emerge in superficie, le cose da sistemare restano sotto traccia. Tuttavia, può sempre accadere che il tappeto si sollevi. Ebbene, la sensazione è che sia successo proprio questo attorno al rinnovo di Lautaro. I segnali, più o meno ufficiali, in queste settimane andavano tutti nella stessa direzione, ovvero che il prolungamento fosse ormai imminente. In sostanza, ogni giorno di gennaio poteva essere quello buono. Il Toro, da parte sua, non ha mai dato tempistiche, ma ha sempre ribadito la sua volontà di restare e di rinnovare. Del resto, era la naturale conseguenza delle sue imprese sul campo (21 centri stagionali) e della sua centralità nell’universo nerazzurro, certificata anche dalla fascia di capitano. Invece, ecco spuntare il procuratore del bomber argentino, Camaño, che, dai microfoni di “Radio Sportiva”, ha provveduto ad agitare le acque, mettendo, almeno a parole, la questione in discussione: «Le idee sono vicine - ha spiegato -. Stiamo lavorando, ma un accordo reale ancora non c’è. Se ci arriviamo, benissimo. Altrimenti, nel calcio tutti sono professionisti…».


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Inter, si allungano i tempi per il rinnovo di Lautaro

All’Inter, evidentemente, quelle dichiarazioni non hanno fatto piacere. Ma non è scattato un vero e proprio allarme. In viale Liberazione, insomma, avrebbero preferito tenere la trattativa lontano dai riflettori, ma la sostanza non cambia. Anzi, resta la convinzione che si arriverà alla fumata bianca. A questo punto, però, con tempi più dilatati rispetto a quanto era trapelato. «Trovare un accordo non è facile ci sono tanti aspetti di cui discutere - ha aggiunto Camaño -. Con l’Inter parliamo con costanza, ma ora l’importante è la squadra, il momento che sta vivendo. E, da questo punto di vista, Lautaro è senz’altro felice. È arrivato che era un ragazzo ed cresciuto tanto. Oggi è un giocatore fatto, è il capitano e ha ancora due anni e mezzo di contratto: c'è tanto tempo per parlare». Lecito porsi il dubbio che, dietro quella che sembra una frenata, ci possa essere un’ulteriore richiesta di denaro, un rilancio rispetto alle cifre su cui le parti stavano già discutendo. E Camaño, paragonando il suo assistito ad Haaland («Sono i due migliori centravanti d’Europa»), ha finito per alimentare questo sospetto.


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Inter-Lautaro, la base d'intesa per il rinnovo

In realtà, quest’ultima turbolenza non sarebbe una questione di soldi. Dell’entità complessiva del nuovo contratto, le parti hanno già trattato e sono arrivate pure ad una base d’intesa, che prevede un ingaggio di circa 8 milioni netti per l’attaccante, con l’aggiunta di alcuni bonus, con scadenza fissata nel 2028. Il Toro, insomma, non pretende di più. Il tema, semmai, è il come debba essere articolato l’accordo per arrivare a quelle cifre. E, alla luce della situazione economico-finanziaria del club nerazzurro, si tratta di un aspetto complesso. Che, evidentemente, deve essere ancora completato. È questo ciò che manca. Ed è anche ciò che, di fatto, chiede Lautaro. In definitiva, l’interpretazione più plausibile è che dietro all’”exploit” di Camaño ci sia la volontà di accelerare i tempi. O, in alternativa, mettere in chiaro, evitando fraintendimenti, che il rinnovo, allo stato attuale, non possa essere dietro l’angolo. Lo sarà solo quanto quei dettagli sostanziali verranno sistemati.


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Anche in una storia d’amore che sembra perfetta, ci possono essere increspature. Capita che, mentre nulla emerge in superficie, le cose da sistemare restano sotto traccia. Tuttavia, può sempre accadere che il tappeto si sollevi. Ebbene, la sensazione è che sia successo proprio questo attorno al rinnovo di Lautaro. I segnali, più o meno ufficiali, in queste settimane andavano tutti nella stessa direzione, ovvero che il prolungamento fosse ormai imminente. In sostanza, ogni giorno di gennaio poteva essere quello buono. Il Toro, da parte sua, non ha mai dato tempistiche, ma ha sempre ribadito la sua volontà di restare e di rinnovare. Del resto, era la naturale conseguenza delle sue imprese sul campo (21 centri stagionali) e della sua centralità nell’universo nerazzurro, certificata anche dalla fascia di capitano. Invece, ecco spuntare il procuratore del bomber argentino, Camaño, che, dai microfoni di “Radio Sportiva”, ha provveduto ad agitare le acque, mettendo, almeno a parole, la questione in discussione: «Le idee sono vicine - ha spiegato -. Stiamo lavorando, ma un accordo reale ancora non c’è. Se ci arriviamo, benissimo. Altrimenti, nel calcio tutti sono professionisti…».


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