Il percorso di Folorunsho
Accento spiccato, un sorriso genuino, Venditti tra i cantanti preferiti, Folorunsho è nato da Roma da genitori di origini nigeriane. Scuola Lazio, ha esordito in Primavera con Simone Inzaghi che quando passò in prima squadra lo portò in panchina contro l'Inter in una gara Coppa Italia. Dal sogno A alla C. Pochi mesi dopo, nel 2017, lasciò la Capitale per ripartire dalla Virtus Francavilla. Al Napoli si è trasferito nel 2019. Ha vissuto in prestito per anni tra Bari, Reggina e Pordenone, quindi di nuovo Reggina e ancora Bari, prima dell'esordio in A con l'Hellas. Baroni, che lo aveva avuto a Reggio Calabria, ha spinto per il suo arrivo a Verona. Fu proprio lui, anni fa, a modificarne il ruolo da mezzala a trequartista. Lo avvicinò alla porta senza perdere il suo dinamismo in fase passiva. Baroni si accorse che, con la sua struttura fisica, Folorunsho poteva benissimo giocare in posizione più avanzata aiutando comunque la squadra. Un'intuizione vincente. Folorunsho oggi è un centrocampista totale, di strappi e grinta, che lega il gioco e vede la porta, che corre con disinvoltura e alza con la sua fluidità di corsa il baricentro di una squadra. L'allunga e l'accorcia, va in pressione e si propone con costanza. Al Bari otto reti e promozione sfiorata. Per i tifosi era un idolo. Al Verona ha realizzato cinque gol: bellissimo quello alla Roma, capolavoro il mancino alla Juventus. In Europa pochi hanno segnato come lui da fuori area. Il Napoli lo aspetta.