E' una specie di piovra, senza scomodare il polpo Paul, il cefalopode divenuto famoso per i pronostici (azzeccati) durante il Mondiale del 2010. Però, provate a fare gol a San Gigio Donnarumma, il protettore d’Italia. Arriva ovunque, altro che octopus, sembra di braccia ne abbia sedici. Contro la Spagna fenomenale, contro la Croazia meno impegnato eppure ugualmente decisivo. Non a caso ha avuto la percentuale più alta di “expected goals evitati” nell’ultima stagione (circa il 45,5%), più di Lunin del Real Madrid, con 33,1% (almeno fino a quando non è tornato Courtois). Giusto, il gol di Zaccagni al 97’ ci ha portato agli ottavi, ma senza le sue 12 parate su 15 tiri non saremmo neanche arrivati alla possibilità di giocarcela come migliore terza (e sarebbe andata male comunque, come abbiamo visto).
Gigio è ovunque
La forza di Gigio è sempre stata quella di unire due caratteristiche differenti, riassumibili fra quelle che caratterizzavano i portieri di qualche anno fa (l’esplosività a dispetto dell’altezza) e quella dei numeri uno dei tempi moderni (l’apertura alare dovuta alla possente stazza). La presenza fisica notevole contribuisce alla sua capacità di proteggere la porta in tutta la sua larghezza e dominare l’area di rigore. Contro la Spagna è stato fenomenale: ha parato due tiri alla sua destra (a Le Normand e Perez), quattro centrali (due a Pedri, uno a Fabian Ruiz e uno a Morata) tre alla sua sinistra (Morata, Fabian Ruiz e Perez). Ovunque anche contro la Croazia: Sucic in volo a destra, rigore parato a Modric a sinistra e d’istinto diciamo centrale a Budimir (un attimo prima dell’1-0).