San Gigio Donnarumma, uno studio rivela: nessuno come lui

Numeri super: 15 tiri, 12 parate, oltre due gol evitati, nessuno così. Fra i portieri delle grandi Nazionali è il top
Edmondo Pinna

E' una specie di piovra, senza scomodare il polpo Paul, il cefalopode divenuto famoso per i pronostici (azzeccati) durante il Mondiale del 2010. Però, provate a fare gol a San Gigio Donnarumma, il protettore d’Italia. Arriva ovunque, altro che octopus, sembra di braccia ne abbia sedici. Contro la Spagna fenomenale, contro la Croazia meno impegnato eppure ugualmente decisivo. Non a caso ha avuto la percentuale più alta di “expected goals evitati” nell’ultima stagione (circa il 45,5%), più di Lunin del Real Madrid, con 33,1% (almeno fino a quando non è tornato Courtois). Giusto, il gol di Zaccagni al 97’ ci ha portato agli ottavi, ma senza le sue 12 parate su 15 tiri non saremmo neanche arrivati alla possibilità di giocarcela come migliore terza (e sarebbe andata male comunque, come abbiamo visto). 

Gigio è ovunque

La forza di Gigio è sempre stata quella di unire due caratteristiche differenti, riassumibili fra quelle che caratterizzavano i portieri di qualche anno fa (l’esplosività a dispetto dell’altezza) e quella dei numeri uno dei tempi moderni (l’apertura alare dovuta alla possente stazza). La presenza fisica notevole contribuisce alla sua capacità di proteggere la porta in tutta la sua larghezza e dominare l’area di rigore. Contro la Spagna è stato fenomenale: ha parato due tiri alla sua destra (a Le Normand e Perez), quattro centrali (due a Pedri, uno a Fabian Ruiz e uno a Morata) tre alla sua sinistra (Morata, Fabian Ruiz e Perez). Ovunque anche contro la Croazia: Sucic in volo a destra, rigore parato a Modric a sinistra e d’istinto diciamo centrale a Budimir (un attimo prima dell’1-0).


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Benedetti rigori

E dato che il tema - parlando di Svizzera - diventa quello dei rigori, se la squadra di Yakin è la nostra kryptonite dal dischetto (gli errori di Jorginho e le parate di Sommer ci fecero fuori dai Mondiali, la Macedonia del Nord diventò un effetto collaterale, la qualificazione l’abbiamo persa prima), noi abbiamo l’antidoto. A parte quello parato a Modric (che segue quello intercettato al venezuelano Riondon nell’amichevole di marzo), il suo quinto in Nazionale su 15 affrontati fra partita e serie finali (il primatista è Buffon, 11 su 49), Gigio ha una particolarità: dopo i supplementari per gli avversari non ce n’è. Lo aveva dimostrato già nel Milan: finale di Supercoppa 2016 a Doha contro la Juve, Mandzukic tirò sulla traversa, indotto all’errore, poi parata su Dybala; semifinale di coppa Italia 2018 contro la Lazio, parate su Lucas Leiva e di Milinkovic-Savic, condizionato Luiz Felipe che calciò alto; playoff di Europa League 2020, partita in turno singolo col Rio Ave, serie interminabile di penalty, Donnarumma sbaglia il suo ma poi ferma quello decisivo di Aderlan Santos. La storia s’è ripetuta in Nazionale, Europeo 2021, quando vinse il titolo di MVP: parati i tiri di Morata, Sancho e Saka fra semifinale e finale, condizionamento per Dani Olmo (palla alta sulla traversa) e Rashford (palla sul palo). Game, set, match.

Donnarumma, il predestinato

Fu il grandissimo Sinisa Mihajlovic a puntare su di lui, Donnarumma gli sarà eternamente grato. Decise di farlo esordire in serie A il 25 ottobre 2015, quando aveva solo 16 anni e 8 mesi (secondo portiere del Milan più giovane di sempre a farlo nella massima serie dopo Giuseppe Sacchi), passando avanti al titolare Diego López e al vice Abbiati. Un record sfiorato, uno centrato: il 28 marzo 2017 è stato il più giovane portiere ad esordire nella Nazionale maggiore, il ct era Ventura, la partita l’amichevole contro l’Olanda, lui aveva 18 anni e 31 giorni (Piero Campelli l’aveva fatto a 18 anni e 6 mesi), entrò al posto di Buffon. Domani, nel caso, siamo in buone mani.


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E' una specie di piovra, senza scomodare il polpo Paul, il cefalopode divenuto famoso per i pronostici (azzeccati) durante il Mondiale del 2010. Però, provate a fare gol a San Gigio Donnarumma, il protettore d’Italia. Arriva ovunque, altro che octopus, sembra di braccia ne abbia sedici. Contro la Spagna fenomenale, contro la Croazia meno impegnato eppure ugualmente decisivo. Non a caso ha avuto la percentuale più alta di “expected goals evitati” nell’ultima stagione (circa il 45,5%), più di Lunin del Real Madrid, con 33,1% (almeno fino a quando non è tornato Courtois). Giusto, il gol di Zaccagni al 97’ ci ha portato agli ottavi, ma senza le sue 12 parate su 15 tiri non saremmo neanche arrivati alla possibilità di giocarcela come migliore terza (e sarebbe andata male comunque, come abbiamo visto). 

Gigio è ovunque

La forza di Gigio è sempre stata quella di unire due caratteristiche differenti, riassumibili fra quelle che caratterizzavano i portieri di qualche anno fa (l’esplosività a dispetto dell’altezza) e quella dei numeri uno dei tempi moderni (l’apertura alare dovuta alla possente stazza). La presenza fisica notevole contribuisce alla sua capacità di proteggere la porta in tutta la sua larghezza e dominare l’area di rigore. Contro la Spagna è stato fenomenale: ha parato due tiri alla sua destra (a Le Normand e Perez), quattro centrali (due a Pedri, uno a Fabian Ruiz e uno a Morata) tre alla sua sinistra (Morata, Fabian Ruiz e Perez). Ovunque anche contro la Croazia: Sucic in volo a destra, rigore parato a Modric a sinistra e d’istinto diciamo centrale a Budimir (un attimo prima dell’1-0).


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