Pagina 3 | Spalletti rivoluziona di nuovo l’Italia: i cambi e la probabile formazione

ISERLOHN (Germania) - Segnali di distensione. L’abbraccio del popolo italiano in Germania, l’allenamento aperto a sorpresa al pubblico e un sorriso (salutando) verso la tribuna dell’Hemberg Stadion nel settore in cui erano radunati i cronisti. Spalletti, come se si fosse liberato di un peso con la qualificazione agli ottavi dell’Europeo, ieri pomeriggio ha respirato l’amore generato dalla maglia azzurra. Altro che veleno. Servono affetto, entusiasmo e spirito positivo per ricaricare la Nazionale e spingerla oltre l’ostacolo della Svizzera, sabato a Berlino. Alla fine dell’allenamento persino l’invasione di un bambino. Si chiama Elias, ha eluso i controlli e ha seminato le guardie correndo verso il ct. Lucio lo ha preso in braccio e lo ha sollevato tra l’ovazione del pubblico. Otto anni, famiglia italiana di stanza a 40 chilometri da Iserlohn. Il bimbo, tifoso juventino, ha chiesto e ottenuto di scattare un selfie con Chiesa, il suo idolo. Domenichini lo ha condotto per mano nello spogliatoio. Sogno realizzato. Ecco cosa può aiutare l’Italia, ancora alla ricerca di una fisionomia precisa. Il pieno di amore è meglio della tattica. 


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Probabile formazione, la difesa

Spalletti, dopo un giorno di riposo e nell’allenamento di ripresa aperto al pubblico, è ripartito dalla difesa a tre. Modulo 3-5-2, lo stesso utilizzato nella terza e decisiva partita del girone contro la Croazia. È un indizio, non deve essere preso come una sentenza, ma la fase a eliminazione diretta può spingere il ct verso una formula definitiva. Lucio durante l’inverno aveva ragionato a lungo sull’idea di sfruttare il blocco dell’Inter. L’infortunio di Acerbi (non un dettaglio trascurabile) lo ha portato a studiare le varianti, compresa la difesa a quattro, e ha puntato su Calafiori, imponendolo in coppia con Bastoni, altro centrale di piede sinistro e votato alla costruzione. Sabato mancherà il difensore del Bologna, squalificato. Si apre uno spazio e per deduzione sono entrati in concorrenza Mancini e Buongiorno. Il difensore romanista, per esperienza e temperamento, parte con un largo vantaggio rispetto al centrale inseguito dal Napoli. «Non sono più giovane, ma Bastoni e Calafiori stanno giocando molto bene - ha spiegato al sito Uefa - Poi io, Buongiorno e Gatti siamo lì per farci trovare pronti quando il mister ci darà una possibilità o quando dovremo entrare in partita. Siamo un gruppo coeso e compatto». 

Le combinazioni

Mancini, nel test con i baby del Borussia Dortmund, faceva il centrale. Buongiorno a sinistra, Gatti a destra. Bastoni tornerà ad agire come terzo centrale per aiutare in costruzione e sfruttare l’intesa collaudata con Dimarco? È un interrogativo legittimo, risponderà Spalletti sul campo e nelle prove di oggi e domani. Ieri i titolari erano a riposo e sarà bene non escludere la difesa a quattro. Spalletti ci ha abituato alle sorprese. Ci sono diverse soluzioni. Darmian non ha convinto molto, ma è un terzo di difesa. Lucio potrebbe tenere Bastoni al centro utilizzando sia Mancini (sul centro-destra) sia Buongiorno (dalla parte opposta). Di Lorenzo, con ogni probabilità, resterà sulla fascia destra. Bellanova non ha ancora avuto possibilità. Cambiaso è il jolly buono per ogni schema e su tutte e due le fasce. 


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Il centrocampo

Non bisogna tornare ai tempi di Antognoni, ma è chiaro che l’Italia di Spalletti non abbia ancora trovato una mezzala offensiva. Barella è un punto fermo, Jorginho è stato richiamato in Nazionale perché nel suo ruolo non esistono interpreti di esperienza e di livello internazionale, ma il terzo centrocampista è ancora un punto interrogativo. Lucio si aspetta di più da Lorenzo Pellegrini e da Davide Frattesi, ognuno con le proprie caratteristiche. Il capitano della Roma era stato delizioso al debutto con l’Albania e aveva cominciato bene con la Spagna. Durante la partita con la Croazia, è stato più volte richiamato dal ct (per posizione e movimenti non eseguiti come avrebbe voluto) e sostituito nell’intervallo. Frattesi, invece, se ne andava all’attacco e non faceva l’interno classico di centrocampo, come gli era stato chiesto. Una scheggia impazzita, in grado di produrre gol e inserimenti, ma non ancora disciplinato dal punto di vista tattico. Non deve essere casuale se nell’Inter di Inzaghi sia rimasto a guardare dalla panchina per l’intero inverno. Segna quasi come un attaccante, è attratto dal gol. Ha bisogno di evolversi nel ruolo e di migliorare il palleggio. La personalità non gli manca.

Rotazioni

Spalletti, nel tormentato post partita di Lipsia, ha spiegato che l’Italia sta giocando sotto livello. Vede correre il pallone ad alta velocità in allenamento, ma non in partita. Difetti di personalità, di esperienza. Dal punto di vista delle caratteristiche, preferisce i giocatori di palleggio. Cristante sinora non ha trovato spazio, è rimasto ai margini. Ieri è scivolato persino per un tempo nella formazione allestita con i giovani del Borussia Dortmund. Spalletti sa cosa può dare e garantire in termini di esperienza, contrasto, centimetri e fisicità. Lo ha privilegiato rispetto a Locatelli, non convocato. Il ritorno di Jorginho e l’addio al 4-3-3 gli hanno tolto luce. Lunedì a Lipsia neppure è entrato. Lucio ha sganciato Fagioli al posto di Jorginho. Le quotazioni del centrocampista bianconero sono in aumento. 


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Le fasce

Uno dei temi principali sollevati all’ora di pranzo a Casa Azzurri riguardava Chiesa e Zaccagni. Si possono escludere dagli ottavi di Berlino? Non sarebbe il caso di tornare a sfruttarli in pieno utilizzando il 4-3-3 che Spalletti aveva ereditato da Mancini a settembre? Il campo, per adesso, dice altro. Prove di difesa a tre, un atteggiamento tattico gradito da una larga parte di convocati: giocano così nei club e il ct sta cercando di dare stabilità. Certamente sono emersi due aspetti. Chiesa, nel finale con quattro punte (due esterni e due centravanti), ha prodotto strappi e accelerazioni, producendo almeno due palle gol. Spalletti è tornato a utilizzarlo sulla fascia destra, come faceva Mancini a Wembley, dove veniva alternato con Berardi. L’Italia ha perso anche Zaniolo, un altro sicuro protagonista. Orsolini e Politano non convincevano, sono rimasti fuori dai convocati. Il ct, oltre al tema centravanti, era preoccupato dalla carenza di esterni d’attacco.  
 

Tridente

Chiesa è il nostro Sinner. Giusto alternarlo e dosarne le energie. Anche nella Juve è stato spesso sostituito da Allegri e non giocava tre partite a settimana. Qui all’Europeo si è seduto in panchina dopo aver speso tanto con Albania e Spagna. Lo aspettiamo titolare a Berlino. In quale posizione è più difficile prevederlo. Dipenderà dal modulo. Fede ieri si muoveva da seconda punta accanto a Scamacca, in partenza da sinistra, come è accaduto nell’ultimo campionato con la Signora. Deve dare di più e risolvere. Zaccagni, titolare a settembre nelle prime due partite della nuova gestione tecnica e in seguito penalizzato dagli infortuni, non è mai uscito dai radar di Spalletti. Ci ha trascinato di peso agli ottavi spedendo al tappeto la Croazia con un eurogol. Era entrato bene con la Spagna. Sarebbe quasi naturale chiederne la conferma, anzi la promozione, a patto di trovare le combinazioni giuste con il resto della squadra. Ma dipenderà dal modulo, dall’assetto tattico e dalla strategia: si può anche andare ai supplementari e allora Chiesa-Zaccagni forse resta una soluzione in corsa o un’ipotesi di staffetta.


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L'attacco

Alla terza e decisiva partita del girone, Spalletti ha scelto Retegui: voleva sfruttarne l’irruenza, la predisposizione al pressing e al combattimento. L’oriundo argentino ha fatto la guerra con la difesa della Croazia, è andato anche vicino a concretizzare. Tre opportunità tra il ventesimo e il trentesimo del primo tempo, è stato murato due volte da Pongracic, ha guadagnato angoli, non è riuscito a segnare, tenendo il campo sino alla fine, perché Spalletti ha inserito Scamacca e cercato il pareggio con il doppio numero 9 negli ultimi caotici minuti. Di fronte alla Svizzera, è ovvio, bisognerà sceglierne uno. Il centravanti dell’Atalanta resta largamente in vantaggio. Veniva da due partite di fila con Albania e Spagna in cinque giorni e il ct ha scelto di farlo partire in panchina contro la Croazia. Normale turnover, ma la scelta è stata fatta e difficilmente verrà messa in discussione.

Doppia fase

Lucio chiede di più a Gianluca. L’esplosività e il suo fisico pesante lo portano verso naturali pause. Quando si accende e va in progressione, ha bisogno di respirare. Entra ed esce dalla partita. Non è semplice trovare continuità nei 90 minuti. Per il ct dovrebbe eliminare o limare la tendenza alla pigrizia. Ne parlava in conferenza dopo la partita con l’Albania: all’Italia serve il lavoro degli attaccanti anche in fase di non possesso. Oppure lo scatto in profondità per dettare il passaggio. Se vai cinque volte dietro la linea difensiva arretrata, forse ti arriva un pallone. Se ci provi quindici volte, magari riesci a giocarne cinque. Aumenta la pericolosità della squadra. Per quel tipo di lavoro servono energie, freschezza, intensità. Non semplice a questo punto della stagione. Un centravanti in grado di segnare fa la differenza. Il gol prima di tutto. Dentro la valutazione complessiva di un allenatore entra anche altro. Occorre un bagaglio completo. Scamacca ieri si è ripresentato con una doppietta nella partitella di allenamento con i baby del Borussia Dortmund. Ha due giorni di tempo per strappare la conferma e staccare il biglietto da titolare all’Olympiastadion di Berlino. 


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Il centrocampo

Non bisogna tornare ai tempi di Antognoni, ma è chiaro che l’Italia di Spalletti non abbia ancora trovato una mezzala offensiva. Barella è un punto fermo, Jorginho è stato richiamato in Nazionale perché nel suo ruolo non esistono interpreti di esperienza e di livello internazionale, ma il terzo centrocampista è ancora un punto interrogativo. Lucio si aspetta di più da Lorenzo Pellegrini e da Davide Frattesi, ognuno con le proprie caratteristiche. Il capitano della Roma era stato delizioso al debutto con l’Albania e aveva cominciato bene con la Spagna. Durante la partita con la Croazia, è stato più volte richiamato dal ct (per posizione e movimenti non eseguiti come avrebbe voluto) e sostituito nell’intervallo. Frattesi, invece, se ne andava all’attacco e non faceva l’interno classico di centrocampo, come gli era stato chiesto. Una scheggia impazzita, in grado di produrre gol e inserimenti, ma non ancora disciplinato dal punto di vista tattico. Non deve essere casuale se nell’Inter di Inzaghi sia rimasto a guardare dalla panchina per l’intero inverno. Segna quasi come un attaccante, è attratto dal gol. Ha bisogno di evolversi nel ruolo e di migliorare il palleggio. La personalità non gli manca.

Rotazioni

Spalletti, nel tormentato post partita di Lipsia, ha spiegato che l’Italia sta giocando sotto livello. Vede correre il pallone ad alta velocità in allenamento, ma non in partita. Difetti di personalità, di esperienza. Dal punto di vista delle caratteristiche, preferisce i giocatori di palleggio. Cristante sinora non ha trovato spazio, è rimasto ai margini. Ieri è scivolato persino per un tempo nella formazione allestita con i giovani del Borussia Dortmund. Spalletti sa cosa può dare e garantire in termini di esperienza, contrasto, centimetri e fisicità. Lo ha privilegiato rispetto a Locatelli, non convocato. Il ritorno di Jorginho e l’addio al 4-3-3 gli hanno tolto luce. Lunedì a Lipsia neppure è entrato. Lucio ha sganciato Fagioli al posto di Jorginho. Le quotazioni del centrocampista bianconero sono in aumento. 


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