Italia, il graffio di Spalletti: "Oggi la Spagna non si sopravvaluti"

Il ct azzurro non arretra e carica i suoi per arrivare preparati alla supersfida: "Mostriamogli la nostra scuola"
Edmondo Pinna

INVIATO A GELSENKIRCHEN - Non arretra di un centimetro, Lucio, fedele alla sua filosofia. Ogni singola parola, ogni messaggio neanche troppo segreto, ogni istante porta allo stesso traguardo, essere Italia a prescindere dal fatto che davanti hai la Spagna di Rodri e Yamal, di Morata e Fabian Ruiz, di Carvajal e Pedri. E così, «questa è la partita più importante, ai ragazzi lo dico sempre: ci sono partite che, quando smetteremo, saranno ricordate, storie che dovremmo raccontare. Questa è una di quelle». E ancora, «mi preoccupo del gioco che svilupperemo noi, non della forza della Spagna che è fortissima. E bisognerà esser bravi anche a subirla la loro qualità». E poi, rivolto ai giornalisti spagnoli: «Non dovete pensarvi più forti di quello che siete, sarebbe un errore». Ma anche «Morata non è pigro, un calciatore così ti attacca la profondità più volte» buttato lì, che sembra nulla ed invece è un pungolo per Scamacca, grande contro l’Albania ma meno disposto a verticalizzare (anche quantitativamente) il gioco rispetto allo spagnolo.

Spalletti, indicazioni chiare

La respiri sottopelle, la serenità, non solo dai concetti. Scherza, Spalletti, a proposito della formazione, «perché dalla Spagna non ci sono indicazioni, datemele e io vi dirò la mia». La Roja fa paura, «e loro sono così perché hanno fatto sempre lo stesso calcio. Per arrivare a quei livelli lì bisogna fare come hanno fatto loro». Le indicazioni per i nostri sono chiare: «Dovranno essere più alti i tempi di reazione e sono curioso di vedere quando loro ci verranno addosso quali saranno le nostre scelte, dovremo togliergli la possibilità di portarci in giro per il campo».


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Spalletti: "Siamo pronti a sporcarci"

Sembra spocchia, è il coraggio di portare avanti le proprie idee. Indietro non si torna, l’obiettivo è essere Italia, punto: «Noi siamo vestiti da Giorgio Armani e lui è conosciuto in tutto il mondo. Andremo con lo stesso abito cercando di essere gli stessi. Sarà dura, ma si andrà lì vestiti bene e pronti a sporcarci se ce ne fosse bisogno». Si preoccupa «più per il livello di gioco che riusciremo a proporre. Bisogna avere equilibrio. Dieci giocatori che dribblano e basta difficilmente si possono sostenere. Yamal è più bravo a fare quello e ha meno disponibilità nel ripiegamento. Quando ho detto che siamo tutti un po’ numeri 10, intendevo che ormai i terzini vanno a finire le azioni. Siamo sulla buona strada».

Spalletti: "I rigoristi? Ecco chi sono"

Luciano lancia messaggi inequivocabili, fino ad ora hanno dato frutti: «Morata è quello più bravo ad attaccare la profondità, Morata non è pigro. Un calciatore così ti attacca la profondità più volte. Yamal uguale, ribalta continuamente l'azione e infatti una delle difficoltà che avremo saranno le preventive sulle loro ripartenze. Alla Spagna gli devi dare fretta. Loro hanno Rodri che lo puoi mettere da qualsiasi parte e riesce a fare sempre la differenza, può fare il quinto difensore, mentre a Jorginho non puoi far fare quel lavoro lì. Ci vuole scocca, ci vuole fisico, lui è un calciatore più da qualità». Chiusura, chi sarà il rigorista? «Ne abbiamo più di uno, Scamacca, Retegui, Barella, Dimarco, poi secondo me li sanno battere anche Calafiori e Jorginho».


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INVIATO A GELSENKIRCHEN - Non arretra di un centimetro, Lucio, fedele alla sua filosofia. Ogni singola parola, ogni messaggio neanche troppo segreto, ogni istante porta allo stesso traguardo, essere Italia a prescindere dal fatto che davanti hai la Spagna di Rodri e Yamal, di Morata e Fabian Ruiz, di Carvajal e Pedri. E così, «questa è la partita più importante, ai ragazzi lo dico sempre: ci sono partite che, quando smetteremo, saranno ricordate, storie che dovremmo raccontare. Questa è una di quelle». E ancora, «mi preoccupo del gioco che svilupperemo noi, non della forza della Spagna che è fortissima. E bisognerà esser bravi anche a subirla la loro qualità». E poi, rivolto ai giornalisti spagnoli: «Non dovete pensarvi più forti di quello che siete, sarebbe un errore». Ma anche «Morata non è pigro, un calciatore così ti attacca la profondità più volte» buttato lì, che sembra nulla ed invece è un pungolo per Scamacca, grande contro l’Albania ma meno disposto a verticalizzare (anche quantitativamente) il gioco rispetto allo spagnolo.

Spalletti, indicazioni chiare

La respiri sottopelle, la serenità, non solo dai concetti. Scherza, Spalletti, a proposito della formazione, «perché dalla Spagna non ci sono indicazioni, datemele e io vi dirò la mia». La Roja fa paura, «e loro sono così perché hanno fatto sempre lo stesso calcio. Per arrivare a quei livelli lì bisogna fare come hanno fatto loro». Le indicazioni per i nostri sono chiare: «Dovranno essere più alti i tempi di reazione e sono curioso di vedere quando loro ci verranno addosso quali saranno le nostre scelte, dovremo togliergli la possibilità di portarci in giro per il campo».


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