Napoli, un tè nel deserto per Barak

La Supercoppa offrirà anche l’occasione di affrontare il mercato. Traore è in arrivo, Ngonge ancora in lista
Antonio Giordano

Bisogna farsene una ragione, dando un’occhiata alla clessidra che sta sul tavolo: mancano sedici giorni al suono della sirena e quella che pareva una corsa contro il tempo - per fare in fretta, per domare l’emergenza - in realtà è stata trasformata in altro, una classica strategia per riflettere ed evitare di sbagliare (ancora). I rinforzi dell’estate scorsa o sono in infermeria (come Natan) o hanno lasciato perplessità (vedi Cajuste) o restano sistematicamente in panchina (modello Lindstrom): con cinquanta milioni circa che sono stati bruciati, è il caso di prendersi una lunga pausa di riflessione. La sera del 29 dicembre, nel pieno di una crisi che è stata ammorbidita ma non può considerarsi scongiurata, Aurelio De Laurentiis scelse di fronteggiare quel malessere collettivo, che l’altra giorno nel derby con la Salernitana s’è allungato sino alle curve, e promise: «Non voglio che le colpe di questa situazione ricadano sugli allenatori o sui calciatori, le responsabilità sono esclusivamente mie. Ma il campionato è lungo e sistemeremo questa situazione sul mercato». Che, in principio, pareva dovesse orientarsi su un difensore centrale e su un centrocampista modello Anguissa, oppure simil Elmas, intanto ceduto al Lipsia.


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Napoli, il primo acquisto

Hamed Junior Traore (23 anni, 24 a febbraio) non è un difensore, ormai neanche più un centrocampista come quand’era fanciullo e però può essere il secondo acquisto del Napoli: Mazzocchi sta già con la squadra a Riyad, ha provato a dimenticare la sciocchezza di Torino che gli è costata l’epulsione dopo 3 minuti e quarantacinque secondi dal debutto, e l’ivoriano, che in Inghilterra con il Bournemouth non ha avuto fortuna (181 minuti complessivi, gli ultimi 8 in Premier a fine settembre con il Brighton, poi la malaria), aspetta solo di capire come e quando atterrare in Italia per le consuete visite mediche. Napoli e Bournemouth stanno chiacchierando intorno a quegli ossessionanti dettagli di un prestito che potrebbe trasformarsi in riscatto (con diritto, non con obbligo).

Le trattative in Arabia

Poi ci sarà da fare sul serio, perché in difesa sono rimasti tre centrali (più Di Lorenzo) e in mezzo al campo è stato necessario ricorrere a Demme: il mediano sarebbe urgentissimo, quasi da far arrivare a Riyad, dove invece magari Napoli e Fiorentina potrebbero parlare anche di Barak (29). La differenza è minima, il Napoli sta proponendo una soluzione: vada per il prestito, da trasformare però in acquisizione definitiva nel caso in cui arrivi la qualificazione in Champions. Sei milioni di euro per il disturbo e l’affare è fatto. Ma le caratteristiche del centrocampista che serve sono diverse da quelle di Barak: in principio fu Soumaré (24), il più simile ad Anguissa, trattativa complicata per un calciatore di stanza al Siviglia ma di proprietà del Leicester; ora restano Mangala (25) del Nottingham e Lukic (27) che al Fulham si sta annoiando e gradirebbe rientrare in Italia per assaporare ancora emozioni vive. In stallo l’affare Samardzic. 


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Difesa e attacco

Il Napoli ha presentato un’offerta al Rennes per dare un senso ai discorsi dei giorni scorsi su Arthur Theate (23): in attesa della risposta, Adl ha lasciato che i suoi uomini si guardassero intorno. E in questa perlustrazione senza limiti, si è scoperto altro: la Real Sociedad sarebbe interessata a Ngonge (23) l’esterno del Verona che piace tantissimo a De Laurentiis. Poi magari sono suggestioni ma intanto è un segnale che arriva: non sempre prendersela comodamente conviene.


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Bisogna farsene una ragione, dando un’occhiata alla clessidra che sta sul tavolo: mancano sedici giorni al suono della sirena e quella che pareva una corsa contro il tempo - per fare in fretta, per domare l’emergenza - in realtà è stata trasformata in altro, una classica strategia per riflettere ed evitare di sbagliare (ancora). I rinforzi dell’estate scorsa o sono in infermeria (come Natan) o hanno lasciato perplessità (vedi Cajuste) o restano sistematicamente in panchina (modello Lindstrom): con cinquanta milioni circa che sono stati bruciati, è il caso di prendersi una lunga pausa di riflessione. La sera del 29 dicembre, nel pieno di una crisi che è stata ammorbidita ma non può considerarsi scongiurata, Aurelio De Laurentiis scelse di fronteggiare quel malessere collettivo, che l’altra giorno nel derby con la Salernitana s’è allungato sino alle curve, e promise: «Non voglio che le colpe di questa situazione ricadano sugli allenatori o sui calciatori, le responsabilità sono esclusivamente mie. Ma il campionato è lungo e sistemeremo questa situazione sul mercato». Che, in principio, pareva dovesse orientarsi su un difensore centrale e su un centrocampista modello Anguissa, oppure simil Elmas, intanto ceduto al Lipsia.


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