L'esordio in A e la morte di Gigi Meroni
Aveva iniziato a giocare nei ragazzini del Piombino dove incontrò Ferruccio Valcareggi, che a quei tempi, siamo nel ‘54, allenava la prima squadra. Fu un incontro che ebbe un bel seguito per Aldo: in Nazionale ce lo portò proprio Valcareggi nel ‘72, per cinque partite. Entrò nel settore giovanile del Torino nel ‘61 e ogni anno il Toro lo mandava in prestito da qualche parte, prima al Genoa, poi alla Ternana e infine al Potenza. Nell’estate del ‘67, stufo di girare la penisola in lungo e in largo, si presentò nell’ufficio di Edmondo Fabbri, allenatore del Torino, e gli disse: "Ma perché non mi porta in ritiro e mi dà finalmente un’occasione?". Lo convinse. Aldo andò in ritiro e Fabbri lo fece giocare. Il debutto in una data purtroppo tragica per la storia del Toro: il 15 ottobre del ‘67, Torino-Sampdoria 4-2, quella sera morì Gigi Meroni. Il suo mito era Giorgio Ferrini: avevano la stessa scorza dura, la stessa anima Toro. In granata Aldo ha vinto due volte la Coppa Italia, ma ha perso l’occasione più grande. Nell’estate del ‘75 Pianelli decise il cambiamento di rotta, aprì ai giovani e Aldo venne ceduto al Perugia per far posto a Patrizio Sala. Quell’anno il Toro vinse lo scudetto e per lui è sempre stato un grande rimpianto. A Perugia cominciò ad allenare la Primavera, poi andò a Pescara e a Pisa con la promozione in Serie A, ancora Perugia e nell’‘85 a Firenze. Qui lo portò il suo amico Nassi, all’epoca ds del club dei Pontello.
La panchina della Fiorentina e la lite con Boniperti
È stato il punto più alto della sua carriera con la qualificazione alla Coppa Uefa. Aldo aveva una squadra che gli somigliava in tutto e per tutto, gente vera, di carattere, da Giovanni Galli a Passarella, da Lele Oriali a Contratto, da Gentile a Pin, ai giovani Gelsi, Berti e Roberto Baggio, che debuttò solo in Coppa Italia. "De’ Nicola, hai i piedi a banana", diceva a Berti, ma quel pomeriggio del 6 aprile ‘86, quando Nicola segnò al 90’ il gol del 2-0 contro la Juve, quei piedi erano diventati d’oro. Aldo schizzò in campo saltando come un grillo, tanto da far stizzire Boniperti. Ne nacque una polemica, Agroppi scrisse anche una lettera (ma non di scuse...) al presidente della Juve. All’ultima di campionato, la Fiorentina giocò a Pisa. Per avere ancora una piccola speranza di salvezza, la squadra di Anconetani doveva vincere per forza, così come alla Fiorentina servivano i due punti entrare in Coppa Uefa. Segnò prima Ciro Muro per il Pisa, poi la doppietta di Passarella su rigore e punizione, mentre i cancelli della curva dei tifosi pisani erano sul punto di crollare.