VICENZA-Un’altra giovane di belle speranze in vista della nuova avventura in A2 femminile. L’Anthea Vicenza Volley dà il benvenuto a Lidia Digonzelli, opposta classe 2005 che approda in biancorosso completando il reparto dei posto 2 che annoverà già Julia Kavalenka. Per Lidia, il modello di giocatrice è Tijana Boskovic e a Vicenza coniugherà l’impegno pallavolistico con quello scolastico in un liceo Per il resto, allo stato attuale il roster contempla la centrale Lisa Cheli, la palleggiatrice Florencia Ferraro, il libero Silvia Formaggio e le schiacciatrici Jessica Panucci e Gaia Munaron.
LA CARRIERA-
Nata il 17 giugno 2005 a Genova e originaria di Cogoleto, all’età di 3 anni la sua famiglia si è trasferita a Colico (Lecco), dove ha iniziato ad avvicinarsi alla pallavolo fino all’under 14 prima di approdare al V36Plus, la realtà creata da coach Ivan Iosi, nuovo tecnico dell’Anthea Vicenza Volley. In Val Chiavenna Lidia è cresciuta giocando under 14, under 16 e under 18, sviluppando contemporaneamente un’esperienza triennale in B2.
LE PAROLE DI LIDIA DIGONZELLI-
« Penso sia il sogno di ogni bambina e ragazza giocare in serie A, sinceramente sembrava una cosa troppo grande per essere vera alla mia età, ma è successo e sono molto contenta. Sarà il mio primo anno lontano da casa e nel complesso la presenza di Ivan Iosi è stata importante nella mia scelta, visto che ci conosciamo reciprocamente. Giocare a Vicenza in una città dalla grande tradizione pallavolistica femminile è uno stimolo in più, da questa stagione mi aspetto di crescere e migliorare ».
LE PAROLE DEL TECNICO IVAN IOSI-
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« Conosco Lidia da quando era una bimba; il suo viaggio, iniziato in V36Plus, è stato una costante crescita sportiva e personale. Da sempre ha avuto la forza e la volontà di sognare e di lavorare duramente. Ha affrontato ogni ostacolo con caparbietà, trasformando il suo amore verso il volley in impegno profondo e responsabile. E’ “lievitata” esponenzialmente come atleta e come giovane donna. La serie A rappresenterà per lei un ulteriore mattone nella costruzione della “sua cattedrale”; per me che l’ho seguita passo dopo passo, come coach è un grande orgoglio. Sono sicuro che saprà cogliere ogni opportunità per maturare ancora: ha grandi potenzialità che meritano questo giusto palcoscenico ».