ROMA- È una giornata speciale per le giocatrici del Club Italia. Partono i play-off promozione e la concentrazione raggiunge il suo massimo livello. È il pomeriggio che precede l’inizio della partita. Il Club Italia, arrivato settimo nella regular season di Serie A2, si appresta ad affrontare Trento che, invece, ha chiuso al quarto posto. È raro che nelle ore che accompagnano una gara così importante ci si presti a rilasciare un’intervista, ma per Anna Danesi, centrale della Nazionale Under 20, l’argomento della chiacchierata è troppo stuzzicante e interessante. Tra le altre cose si parla di Volleyrò e resistere all’ondata di piacevoli ricordi che l’avvolge diventa impossibile.
« È stato un anno meraviglioso – racconta – che non potrò mai dimenticare. Rispetto a tante mie compagne, che sono arrivate a Roma più giovani, avevo dalla mia parte una maggiore esperienza e consapevolezza. Questo mi ha aiutata ad ambientarmi in breve tempo. E poi non era la prima volta che lasciavo casa. Mi ero già trasferita ad Orago, dove avevo vissuto i primi anni di pallavolo giovanile ad alto livello. Certo, la distanza che divide Orago da Brescia, la mia città natale, non è paragonabile ai chilometri che invece mi separavano da Roma ».
Anna confessa di aver iniziato a giocare a pallavolo in tenerissima età, ma di non essere stata una predestinata del gioco.
« Il volley – continua – è entrato prestissimo a far parte della mia vita, anche se non è stato un fatto programmato. Ho cominciato a giocare per divertimento, a cinque anni, per seguire mia sorella più grande. La pallavolo mi è sempre piaciuta, anche se un anno ho provato pure con il tennis. Mi sono subito resa conto, però, che non faceva per me. Nel corso degli anni continuavo a crescere di altezza. Ero la più alta di tutti i miei compagni di classe e di squadra, sia femmine che maschi. Le convocazioni con le selezioni provinciali e regionali mi hanno fatto capire che forse non ero poi tanto male. La vera svolta è avvenuta con il passaggio a Orago, dove ho conosciuto il professor Giuseppe Bosetti e sua moglie Franca Bardelli. Sono state due persone fondamentali per la mia crescita. Lì si giocava un livello di pallavolo molto più elevato rispetto a quello a cui ero stata abituata e ho dovuto ricominciare quasi da zero ».
Da quest’anno il professor Bosetti è entrato a far parte dello staff tecnico del Volleyrò, con il compito di curare in maniera particolare le giovanissime dell’Under 14.
« È un grande allenatore ed è una fortuna che sia arrivato a Roma. Bosetti e Luca Cristofani sono una garanzia e credo che nessuna società giovanile possa contare su due tecnici di questo livello. D’altra parte nella scelta della squadre in cui sono andata a giocare, la presenza di un allenatore di grande spessore è sempre stato un fattore determinante. All’epoca del mio passaggio al Volleyrò, il fatto che ci fosse Luca Cristofani è stato decisivo. Quando sono arrivata a Roma, ho subito capito che al Volleyrò si facevano le cose davvero sul serio. Già conoscevo qualche compagna che mi aveva parlato benissimo della società e di come tutto fosse curato nel dettaglio, dall’aspetto tecnico fino all’organizzazione della quotidianità. Ho trascorso soltanto un anno a Roma, ma ho legato con tantissime persone. Come ne avevo la possibilità, tra gli impegni della scuola e degli allenamenti, con le mie amiche andavamo a passeggiare in centro e qualche volta pure a ballare. E che grande soddisfazione è stata la vittoria dello scudetto. Rispetto alla mie compagne, ho vissuto quell’esperienza in maniera più disincantata. Forse perché con Orago avevo già vinto un campionato e questo mi ha dato la forza per aiutare e sostenere emotivamente le mie compagne che invece erano alla loro prima finale. È stato tutto molto bello ».