ROMA-Una serata di festa e inclusione quella dedicata agli Italian Paralympic Awards, che si sono celebrati ieri al Foro Italico di Roma alla presenza del numero uno del CIP Luca Pancalli e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri On. Giancarlo Giorgetti.
Una cerimonia che, arrivata alla terza edizione, ha il preciso scopo di premiare tutti coloro che contribuiscono a « Creare una cultura paralimpica in Italia, che possa fare uscire la disabilità dalle case e portarla in un campo sportivo, creando valori positvi nella società civile » come dichiarato dal presidente Pancalli in apertura.
In questo senso è stato protagonista il Ct della nazionale femminile di sitting volley Amauri Ribeiro, premiato come migliore tecnico per lo straordinario quarto posto raggiunto dalle azzurre al Mondiale 2018 in Olanda, alla prima partecipazione ad una rassegna iridata.
La pallavolo protagonista anche nella categoria “miglior squadra femminile” andata alla nazionale sorde per l’argento conquistato alle Deaflympics e impossibilitate a ritirare il premio perché impegnate nella splendida cavalcata ai Campionati Europei, dove proprio ieri hanno conquistato l’accesso in finale contro la Russia.
La “miglior squadra maschile” è invece la rosa azzurra del Para Ice hockey, quarta classificata a Pyeongchang e purtroppo orfana del suo capitano Andrea Chiarotti, venuto a mancare prematuramente e a cui va il premio di “uomo squadra”.
Il premio “Miglior Atleta Uomo” è andato alla coppia Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal, per le medaglie conquistate ai Giochi Paralimpici di PyeongChang, mentre Sara Morganti, vincitrice di due ori mondiali nel paradressage a Tryon 2018, è stata premiata come “miglior atleta donna”.
LE PAROLE DI AMAURI RIBEIRO-
« Per me è davvero un grande onore ricevere questo premio, una gratificazione per il lavoro svolto fin qui. Se si considera anche che in Italia siamo partiti solo pochi anni fa (2015 ndr), allora assume ancora più valore. Tengo a precisare però, che si tratta di un premio rivolto a tutta la squadra e per questo voglio ringraziare tutte le ragazze che ho avuto la possibilità di allenare e che l’anno scorso sono state capaci di una vera e propria impresa, quella di arrivare quarti al Mondiale.
Ora dobbiamo sfruttare questo momento come una spinta propulsiva verso i nostri obbiettivi, perché quest’anno c’è un traguardo tanto duro quanto stimolante da raggiungere: la qualificazione per “Tokyo 2020”. Un obbiettivo che abbiamo tutti chiaro in mente, ma per raggiungerlo sarà necessario disputare un grandissimo Europeo, dunque testa a Budapest perché manca sempre meno ».