ROMA - È difficile valutare un quarto posto olimpico in una Lega che gestisce il campionato più bello del mondo. Ma in giro c’è molto di peggio. Per questo Massimo Righi, presidente e ad della Lega maschile pallavolo è sereno nella sua analisi. «Intanto complimenti al Presidente federale Manfredi per aver portato la Nazionale femminile all’oro olimpico, complimenti alle ragazze e a tutto lo staff per aver raggiunto un risultato di una storicità assolutamente rilevante. È un sogno che si realizza per tutti. Sul fronte maschile, il quarto posto ai Giochi lascia un po’ d’amaro in bocca anche se non dimentichiamoci che dal 1996, cioè quasi 30 anni, la nostra Nazionale non scende sotto il quarto posto all’Olimpiade, nonostante i vari ricambi generazionali. Poi, siamo ai vertici internazionali, campioni del mondo in carica e vice campioni d’Europa. Questo non ci impedisce di rilevare come la diffusione del talento a livello globale sia un fenomeno davvero importante. Un bene per il movimento, per la crescita del volley anche se si concentra molto in Paesi che non hanno campionati di livello. Un fenomeno che comporta un equilibrio sempre più ampio con 6-8 formazioni di altissimo livello, contro le quali chiunque può perdere».
In Europa, l’ultima tornata elettorale CEV ha escluso l’Italia e non solo dalla stanza dei bottoni. Che succede ora?
«Intanto siamo dispiaciuti per l’amico Renato Arena che non è riuscito a concludere la sua carriera dirigenziale con il ruolo di presidente. Il nuovo presidente è una persona in gamba, lo conosco bene, ha sicuramente meritato la vittoria ma registriamo un po’ di preoccupazione perché tutti i rappresentanti dei Paesi con i campionati più importanti (Italia, Polonia, Turchia, Germania, Olanda ndr) sono stai esclusi nel board della Cev, peraltro composto da più di 15 elementi. E lo dico con tutto il rispetto di Portogallo, Irlanda e di altri Paesi che invece hanno conquistato quel posto. Così stiamo aspettando assieme alla nostra Federazione, con la quale abbiamo un ottimo rapporto, personale e istituzionale grazie all’amicizia col presidente Manfredi. Se i segnali saranno quelli di farci giocare i turni preliminari delle coppe, oppure di allungare la stessa stagione europea tra squadre che non hanno un livello nemmeno paragonabile a quello di Paesi che hanno campionati importanti generando un inutile dispendio di energie fisiche ed economiche, noi siamo anche pronti a mettere in piedi un Eurolega a parte con i club più importanti. Vorremmo segnali di continuità e crescita della Champions League, non correre il rischio di abbassare il livello tecnico e anche che venissero mantenute le promesse elettorali di maggiori entrate economiche. Infine, c’è anche un po’ di preoccupazione per la nomina dell’ultimo posto libero nel board che è di competenza del Presidente. Il fatto che tutti i Paesi contrari alla Russia siano stati esclusi dal board, potrebbe far pensare che si abbia intenzione di assegnarlo a un rappresentante della Russia. Il che aprirebbe di certo a una riammissione delle squadre russe nelle coppe con tutto quello che ne conseguirebbe…».
Passiamo all’Italia: che stagione si aspetta?
«Siamo campioni del Mondo per club con Perugia e campioni d’Europa con Trento: i valori sono quelli. Abbiamo un campionato fortissimo anche quest’anno. Ci aspettiamo una stagione con spettacolo, equilibrio e anche con sorprese. La diffusione del talento vale anche per i club. Cominciamo subito la stagione con la Del Monte Supercoppa in programma il 21 e 22 a Firenze, antipasto del nostro campionato che continua ad avere il suo appeal anche nei confronti di tutti i nostri partner con i quali abbiamo rinnovato: da Credem a Mikasa, passando per la stessa Del Monte. È la stagione post olimpica, quindi sarà più lunga, essendo priva di turni infrasettimanali. Così saremo in grado di offrire uno spettacolo tecnico di altissimo livello perché i team avranno l’opportunità di allenarsi di più. Quest’anno si completerà l’accordo con Volleyballworld. In più, le partite verranno trasmesse anche da Dazn e lanceremo un progetto per i social».
Sul fronte istituzionale, come vanno le cose?
«Abbiamo costituito un gruppo di lavoro con la Lega basket e il presidente Umberto Gardini e ogni tanto ci confrontiamo anche con la Lega calcio. Siamo andati spesso a parlare con il ministro Abodi e abbiamo ottenuto in prima battuta il credito d’imposta, una delle poche misure reali di sostegno nei confronti dello sport. E infatti ne godranno anche tutte le altre discipline. Abbiamo fatto altre richieste ad Abodi, al ministro Giorgetti e al ministro del Lavoro per ottenere la credit tax, cioè la possibilità di avere dei crediti sulle tasse. Invece di versare le imposte alle Casse dello Stato, siamo pronti ad impegnarci per investire quelle somme in infrastrutture sportive e nei settori giovanili. L’altro impegno invece riguarda la possibilità di usufruire di una percentuale del monte scommesse del betting. C’è un ristoro che va dato al Coni che poi lo distribuisce alle federazioni, ma direttamente alle leghe non arriva nulla. Visto che la pallavolo italiana è molto giocata all’estero con volumi giganteschi e molto meno in Italia, Abodi si è impegnato a stabilire con gli altri Paesi un rapporto di reciprocità in modo che questi soldi possano rimanere anche un po’ in Italia».