Zaytsev: «Magico tornare nel Tempio»

Il campionato riparte con lo “spareggio” tra le seconde alle spalle del rullo Perugia: lo Zar da ex guiderà Civitanova contro Modena
Zaytsev: «Magico tornare nel Tempio»© FIORENZO GALBIATI
Fabio Petrelli
5 min

CIVITANOVA MARCHE - I dieci giorni trascorsi dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia sono stati lunghi. Ivan Zaytsev avrebbe preferito tornare subito in campo, a riprendere per mano una Lube ferita nell’orgoglio - dopo otto vittorie consecutive - e fuori dai giochi nella volata per il secondo trofeo nazionale. Il calendario ha invece scelto diversamente: stop lungo e gara ad alta gradazione emotiva al PalaPanini, contro quella Modena che figura nell’elenco delle sue ex da quando si lasciarono nella tormentata prima estate della pandemia. 
  
Smaltita la delusione?
 «Più l’incazzatura che non la delusione vera e propria. Diciamo che ci eravamo immaginati un finale di 2022 diverso. Ma la carica vista in questi allenamenti di inizio anno lascia ben sperare per una pronta reazione, dopo il passo falso in Coppa Italia contro Milano. Chiaramente questa voglia di riscossa deve essere canalizzata in modo corretto, senza perdere lucidità». 
 
A mente fredda cosa è mancato alla Lube contro Milano? 

«Equilibrio, e una gestione ottimale dei momenti di difficoltà. Che si sono presentati cogliendoci un po’ alla sprovvista, dopo un primo parziale in cui avevamo tenuto saldamente in mano le redini della partita». 
 
Per ricominciare, c’è Modena. Giusto dire che per Civitanova è l’avversario migliore e peggiore allo stesso tempo?
 
«Beh, sì. Siamo a pari punti in classifica e la lingua batte per entrambe su quel dente della Coppa Italia che ancora duole. E’ normale che gli ingredienti per una sfida vibrante, di grande livello, ci siano tutti: pur non essendo un confronto da ultima spiaggia, diventa già una tappa indicativa nel cammino di tutte e due. Sarà un incontro difficile per il valore di chi hai davanti, ma sarebbe anche, in caso di vittoria, una bella iniezione di fiducia. E poi il Tempio resta sempre un posto magico. Era così da giocatore di Modena, lo è stato e lo sarà sempre da avversario, e regala comunque un notevole impatto emotivo per chi si trova a scendere in quell’arena per la prima volta. Penso a un ragazzo come Nikolov, ad esempio: è un bel banco di prova per lui, ma più in generale per tutta la squadra». 
 
Quanto è elevato il rischio di sovradosaggio dell’alibi costituito dalla gioventù, viste le scelte fatte in sede di mercato?
 «Quella dell’età non deve essere una giustificazione. Però è un dato di fatto che la volontà della dirigenza sia stata quella di costruire un gruppo volgendo lo sguardo avanti, con elementi di prospettiva per riaprire un ciclo vincente. Ed accanto a filotti di vittorie, che danno la misura della qualità della squadra ma anche della continuità di rendimento raggiunta, ci sono queste battute d’arresto che nel percorso di crescita aiutano a maturare, ma chiaramente fanno male, soprattutto se ti estromettono dalla corsa per un trofeo». 
 
Milano è diventata bestia nera…
 «Beh, francamente rompe parecchio le scatole il fatto che tra noi e la Final Four di Coppa Italia capiti sempre l’Allianz, che è la seconda volta in due anni che ci fa fuori. Ma era una gara secca, questa come quella di dodici mesi fa, e uno scivolone è tra le possibilità. C’è anche il rovescio della medaglia, chiaro: ripenso alla finale della Supercoppa, dove non eravamo poi così distanti dal vincere battendo Perugia. E’ vero che non conta e che non basta andarci vicino, però su una sfida “dentro o fuori” certe dinamiche fanno parte del gioco: l’equilibrio si spezza con poco». 
 
Ma Perugia è davvero così “ingiocabile” come dice la classifica?
 «E’ forte, ma non serve che lo dica io. E’ evidente che stanno vivendo un momento di grande fiducia corroborata dalla serie di vittorie e di titoli, e questo lo dicono classifica e bacheca. In una situazione come questa, emerge la voglia di provare a mettergli i bastoni tra le ruote, anche solo per dimostrare che è una formazione di altissimo livello ma non imbattibile. I due confronti diretti con loro ci hanno permesso di accumulare dei riscontri che ci saranno utili nei prossimi incroci. Ecco, mi piacerebbe che il lavoro che stiamo facendo fosse finalizzato ad avere un’altra chance contro di loro per vincere un titolo. Per tagliare questo traguardo, però, di strada ce n’è ancora da fare: sta a noi trovare il modo di percorrerla più velocemente possibile». 


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