SENIGALLIA (ANCONA)- In un lungo ed articolato progetto la Pallavolo Senigallia traccia le linee per far ripartire la pallavolo giocata in assoluta sicurezza.
Analizzato e studiato da proessionisti della sicurezza sugli ambienti di lavoro, medici, tecnici e professionisti legali, ancor prima di porre alle autorità sportive, federali istituzionali e civili la questione (pur fondamentale e strategica per le società sportive dilettantistiche) delle gravissime criticità economiche che oggi pesano come macigni sulle società sportive che si auto-finanziano con le rette dei corsi sportivi e, in parte, con contratti di sponsorizzazione e pubblicità sportiva, il progetto nasce dalla prioritaria e non oltre rinviabile esigenza di restituire forza vitale ad una intera generazione di giovani costretti da oltre due mesi a casa con evidenti ripercussioni di ordine formativo, psico-fisico e sociale.
E’ infatti evidente che il problema dello sport riguarda solo in minima parte le categorie assimilabili a “professionisti” e “atleti di interesse nazionale”. Il tessuto sportivo del nostro Paese è fatto di sport agonistico dilettantistico, che ha non solo valenza legata alla crescita psico-fisica degli atleti ma anche e soprattutto valenza sociale e culturale. Le linee guida della USD Pallavolo Senigallia, presieduta da Gabriele Zazzarini, sono illustrate in dettaglio nel documento ispiratore di una società che a settembre festeggerà i suoi primi venti anni di vita e che con i suoi oltre 400 iscritti è al secondo posto nella regione Marche dietro Fano, la prima della provincia di Ancona e al quindicesimo in Italia. Un documento che porta la firma di Roberto Paradisi (il direttore tecnico), Michele Rotondo, Alberto Lanari, Davide Longarini e Alessandro Frezza e che costituisce il manifesto filosofico, culture e sportivo della Scuola di pallavolo senigalliese. Sette punti che in dettaglio chiariscono obiettivi e percorsi, ispirandosi al principio originario olimpico, della prima Olimpiade di Atene. E sotto questo aspetto il capitolo dell’agonismo verticale, la battaglia contro se stessi e i propri limiti prima che contro un avversario, ne è la summa.
Nello specifico il minuzioso progetto non lascia vuoti o punti interrogativi. E’ stato pensato per garantire la sicurezza dei ragazzi partendo da ciò che realmente può avvenire ed essere controllato, da quando si parte da casa a quando ci si torna, senza condividere la doccia post allenamento (che ognuno farà a casa sua), certificando la propria temperatura un’ora prima dell’allenamento, rispettando distanze e procedure fuori dal palasport nel momento del cambio di gruppo che si allena. E perfino in campo, un campo di pallavolo suddiviso in settori precisi e invalicabili, che consentono ugualmente il movimento e l’esercizio nei fondamentali della pallavolo. Un modo per tornare a muovere il proprio corpo che non ha soltanto un valore sportivo, perfino secondario in questa fase, ma sociale.
Il tutto pensato tenendo conto scrupolosamente della normativa vigente nazionale (dal DPCM 4.03.2020 in poi) e della normativa regionale, puntando alla ripartenza del 18 maggio.
Il progetto sociale pilota al palazzetto del Campo Boario, struttura comunale in gestione di fasce orarie esclusive alla USD Pallavolo Senigallia, ha anche la consapevolezza e la speranza di potersi poi espandere coinvolgere altri impianti anche in co-gestione. Senza dimenticare che qualunque società potrebbe farlo suo semplicemente sfruttandolo, copiandolo.
RIPARTIRE IN SICUREZZA: SI PUÒ FARE COSÌ-
Il progetto nasce pertanto – con ulteriori sacrifici economici della società sportiva – per onorare il primo e fondamentale obiettivo statutario di ogni associazione dilettantistica, un obiettivo statutario che non è solo scritto negli atti notarili, ma è scritto nel dna e nell’anima di ogni dirigente e di ogni tecnico che si dedica allo sport agonistico: garantire la disciplina sportiva ai giovani quale strumento formativo di crescita psico-fisica, etica, culturale e sociale. Un progetto pensato non solo e non tanto per garantire continuità nelle prestazioni sportive degli agonisti, ma soprattutto per organizzare in sicurezza l’esercizio di una disciplina capace di dare una risposta sociale ai giovani offrendo loro, in un ambiente sano e sicuro, un costante impegno con se stessi ritrovando una socialità perduta in un percorso rinnovato di formazione psico-fisica ed offrendo al tempo stesso alle famiglie uno spazio sicuro e attenzionato per i propri figli in alcune fasce orarie della settimana. Ecco perché il presente progetto investe innanzitutto il settore SOCIALE.
IL COMITATO SOCIETARIO PER LA SICUREZZA E PROFILASSI-
E’ stato costituito un comitato societario con il compito di redigere un protocollo per la ripresa dell’attività in sicurezza. Detto comitato, che ha lavorato al protocollo operativo contenuto nelle pagine successive del progetto, è costituito dal presidente Gabriele Zazzarini, dal vice presidente Simone Facchini, dal dirigente Avv. Roberto Paradisi, dal medico sociale dott. Andrea Moschini, dal dirigente geom. Marco Magi e dal consulente esterno Stefano Virgulti, titolare della società di consulenza sulla sicurezza degli ambienti di lavoro “Controllo Inquinamento Ambientale soc. coop”.
IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA-
Presidio di struttura
- L’impianto conoscerà un punto di partenza “zero”con iniziale sanificazione degli ambienti a carico della società sportiva (superficie della palestra, spogliatoi, aree pertinenziali) da parte di una ditta specializzata (già individuata) che rilascerà apposito certificato, analogicamente con quanto previsto per la ripresa delle attività economiche;
- Ogni mattina, prima dell’inizio di qualsiasi attività, la palestra verrà pulita a fondo (ivi compresi corridoi e spogliatoi) da un addetto della società. L’addetto ha inoltre il compito di sanificare quotidianamente con prodotti disinfettanti sanitari, rubinetti, maniglie delle porte e sarà tenuto a scrivere, su un apposito registroaffisso alla bacheca del’Associazione, a che ora sono iniziate le operazioni di pulizia e a che ora sono terminate e apponendo una sottoscrizione;
- Gli allenatori impegnati in quella stessa giornata non potranno iniziare gli allenamenti con i ragazzi se, per qualsiasi motivo, l’impianto quel giorno non sia stato sanificato non risultando le indicazioni giornaliere e la sottoscrizione dell’addetto societario a tale mansione. I ragazzi pertanto, in assenza di prova della avvenuta sanificazione, non saranno fatti entrare in palestra;
- Una volta a settimana, la pulizia dell’addetto della società avverrà con prodotti sanificanti anche sui pavimenti;
- Al momento dell’ingresso, l’allenatore (che sarà fornito di mascherina e guanti in lattice monouso) dovrà misurare con termometro laser la temperatura corporea degli atleti. Gli atleti che superano i 37° non verranno fatti entrare in palestra e se minori e non accompagnati verranno allertati i genitori. Attesa la palese difficoltà nel mercato di reperire al momento termometri laser (comunque già ordinati dalla società scrivente), vigerà l’obbligo di auto-certificazione in capo agli atleti che si presenteranno in palestra con un modello di auto-certificazione (per i minori sarà redatta da un genitore) in cui si attesterà che l’atleta, un’ora prima dell’ingresso in palestra, ha provveduto a misurare la propria temperatura corporea e che detta temperatura non supera i 37 gradi. In caso di assenza di tale auto-certificazione (fino a che la procedura non verrà sostituita dalla misurazione con termometro laser da parte dell’allenatore), l’atleta non potrà entrare in palestra
- All’ingresso dell’impianto sarà apposto un distributore di geligienizzante con obbligo per ogni atleta e allenatore (o eventuale dirigente deputato al controllo dei protocolli) all’ingresso di sanificare le mani. Un secondo distributore di gel igienizzante per le mai verrà collocato all’interno della palestra dove gli atleti potranno igienizzarsi a loro piacimento durante la seduta e, comunque, con obbligo dell’allenatore a metà allenamento di igienizzazione dei guanti mono-uso (si veda poi all’interno del paragrafo “presidi personali”);
- All’interno dei bagni verranno collocate postazioni di igienizzazione(con prodotti spray sanificanti e carta igienica) con obbligo, per chi dovrà espletare bisogni fisiologici, di sanificare autonomamente subito dopo il sanitario utilizzato. Detto obbligo sarà sancito anche da cartelli appesi nei bagni;
- Gli allenamenti avverranno a porte chiuse;
- Tenuto conto che l’impianto del Campo Boario ha un’area ginnica praticabile di metri quadrati 418,54,verranno consentiti allenamenti a gruppi di massimo 9-10 persone in modo tale da astrattamente garantire a ciascuno uno spazio libero di oltre 40 metri quadrati;
- Gli allenamenti verranno focalizzati su tecnica individuale e fondamentali dinamici (con esercizio a coppie o a tre a distanza interpersonale di 5-6 metri) senza esercizio tradizionali di gioco 6×6, non garantendo tale formula il distanziamento necessario tra atleta e atleta.
- Unica modalità di esercizio collettivo consentito sarà il 3X3 così strutturato: verrà disegnato un campo diverso dal tradizionale (si tratta di un campo con 3 aree ben distinte e separate)con una striscia adesiva bianca e rossa ben visibile che dividerà ogni metà campo in due fino alla soglia della “prima linea”. Due giocatori avranno come spazio di competenza pertanto un corridoio di 4,5 metri per 6 metri con esclusione pertanto dell’area di prima linea (area di 3 metri x9) che sarà di competenza del terzo giocatore (alzatore) e con modalità di attacco dalla seconda linea. Tale modalità di gioco permette il distanziamento certo almeno di 2,5 metri interpersonale in ogni situazione di gioco (si tenga conto che la metà campo in cui insistono i 3 giocatori è pari a 81 metri quadrati. Pertanto, potranno giocare temporaneamente 6 persone in tutto il campo (metà da una parte e metà dall’altra).
- Di seguito, a titolo esemplificativo, si inserisce uno schema graficodella suddivisione della metà campo.
Presidi personali-
- Gli atleti, che dovranno presentarsi già in tenuta ginnica, entreranno 6 alla volta in due distinti spogliatoi(3 per spogliatoio), così da garantire il distanziamento nello spogliatoio di almeno 3 metri l’uno dall’altro e al solo fine di cambiarsi le scarpe e/o cambiarsi la maglia che dovrà comunque essere riposta nel proprio borsone e non appesa. Ogni atleta porterà con sé un asciugamano o telo da mare per coprire la seduta nella panchina dello spogliatoio;
- La doccia sarà vietata e dovrà essere fatta nella propria abitazione;
- Al fine di evitare assembramenti, gli atleti del turno successivo attenderanno fuori dalla palestra (mantenendo il distanziamento interpersonale di un metro) il momento dell’ingresso ed entreranno solo quando tutti gli atleti del turno precedente saranno usciti.
- Gli atleti che hanno terminato l’allenamento usciranno dalla porta di ingresso del pubblico, dalla parte opposta dell’ingresso atleti, così da garantire un deflusso senza che i flussi in entrata ed in uscita entrino in contatto;
- A garantire tale operazione in sicurezza sarà l’allenatore che vigilerà sulla distanza interpersonale e che acconsentirà all’ingresso dei nuovi atleti al momento dell’uscita degli atleti precedenti dalla diversa porta di ingresso;
- Le procedure a cui saranno tenuti gli atleti saranno sintetizzate in cartelli appositiaffissi in più parti della palestra e ben visibili;
- Prima dell’inizio dell’attività (punto zero) e dopo ogni giornata di allenamenti, i palloni utilizzati verranno tutti sanificatida un addetto della società con una spugna intrisa di una soluzione che contiene: acqua tiepida, sapone neutro, alcool;
- La società individua nei dirigenti Marco Magi, Simone Facchini, Mirco Baroncioni e Roberto Paradisi i dirigenti tenuti al controllo periodico in ordine al rispetto delle disposizioni relative al protocollo di sicurezza con incarico, ad ogni visita ispettiva, di trascrivere sul registro di palestra la data e l’ora del controllo nonché di segnalare eventuali irregolarità riscontrate.
- Ogni atleta porterà con sé guanti in lattice mono-uso (o guanti in nitrile) e mascherina. I guanti saranno indossati all’interno dello spogliatoio e tutto l’allenamento si svolgerà con i guanti mono-uso. Al termine dell’allenamento (a metà del quale l’allenatore farà sanificare le mani protette dai guanti stessi), i guanti verranno buttati su apposito raccoglitore e, a fine giornata, il sacco raccoglitore sarà chiuso e conferito nelle apposite aree di raccolta rifiuti. La mascherina dovrà essere tenuta sul collo e indossata regolarmente solo quando l’allenatore parlerà per spiegare gli esercizi (ovviamente a distanza di sicurezza) o nei momenti di pausa dell’allenamento;
- Ogni atleta porterà con sé un asciugamano o telo da mare per proteggere la seduta nella panchina degli spogliatoi ed un secondo asciugamano di piccole dimensioni che dovrà tenere con sé infilato nei pantaloncini o tuta per detergersi il sudore in caso di necessità;
- Ogni atleta porterà con sé in palestra una propria borraccia personalizzata o bottiglia di acqua e berrà solo dalla propria bottiglia/borraccia.
La USD Pallavolo Senigallia, che ha già acquistato prodotti sanificanti, DPI per allenatori e dirigenti, gel igienizzante per le mani per gli atleti, sarà pronta alla ripartenza, se consentita, già da lunedì 18 maggio p.v. Dopo la ri-partenza di tale progetto pilota (presso impianto comunale di Campo Boario), valutati i risultati, si potrà dopo due settimane programmare la ri-partenza anche in altro impianto comunale (anche eventualmente co-gestito). - Si ritiene che il Sindaco, valutata la portata sociale del progetto, è perfettamente in grado di autorizzare la ripartenza così come progettata.
- Si chiede pertanto a questa Pubblica Amministrazione, valutata anche la importante e fondamentale ricaduta sociale (oltre e prima che sportiva) della ripartenza dello sport dilettantistico di condividere in termini convinti tale protocollo presentandolo anche, quale progetto “pilota” alle Autorità regionali e impegnarsi affinchè, sulla base delle indicazioni qui articolate, venga consentita il 18 maggio la ripartenza in sicurezza.
- Si chiede pertanto al Sindaco, dopo apposita istruttoria dei servizi sociali interessati e dopo gli approfondimenti tecnici e logistici, l’autorizzazione nel territorio all’avvio del presente progetto sportivo e sociale che supera il concetto stesso di sport di squadra (il progetto in sé non prevede mai il gioco tradizionale della pallavolo) e che può rappresentare, anche per altre realtà sportive e sociali, un modello organizzativo da attuare per avviare in termini rigorosi la fase 2 anche per i nostri giovani.
L’obiettivo può sintetizzarsi nell’espressione: “A Senigallia e poi nelle Marche la Fase 2° riparte prima”.