Ci mancavano e alla fine i “looter shooter” sono arrivati anche quest’anno con Outriders. Square Enix e People Can Fly costruiscono un gameplay che eredita molto dal genere MMORPG, ponendo un focus sulle dinamiche di gestione della build. Un pilastro per un gioco che rispetta i canoni del genere. La scelta, però, di non basare tutto solo su questo ultimo aspetto è forse uno degli aspetti più interessanti di Outriders. Iniziamo con il dire che la scelta iniziale degli sviluppatori è stata quella di offrire un’esperienza PVE crossplay, coinvolgendo sia il mondo PC che quello console sotto la stessa bandiera, quella del divertimento. Il PVP sembrerebbe non rientrare nei piani di People Can Fly, almeno per adesso.
La formula non è del tutto nuova. Troverete molto di The Divisions e Gears of War in questa nuova IP, giusto per citare qualche esempio positivo. Purtroppo, però, troverete anche qualcosa di Anthem, giusto per citarne uno negativo. Dai primi ha ereditato la vena action, il sistema di gestione dei ripari, lo spawn “a ondate” dei nemici, le dinamiche di costruzione della build e l’avanzamento per fasce di mondo. Il lascito del secondo è in grado di danneggiare in maniera pesante l’esperienza di gioco in generale. I troppi caricamenti e cutscene spezzano il flusso del gameplay. Il mondo di gioco, inoltre, è pensato come un open world “sulla carta” (o sulla mappa?!, ndr), con lo spostamento rapido “quasi” obbligato.
Ci sono 4 classi da scegliere, e ognuna detta le regole del gameplay. Interessante il sistema di cure, che cambia a seconda dell’archetipo di personaggio che andremo a costruire. Ogni classe, infatti, stabilisce non solo come combattere, ma anche come sopravvivere sul pianeta Enoch. Detto questo, build e skill-tree saranno fondamentali, ma solo se rispettate le regole del gioco. Regole che vi salveranno la pelle.