Cahill rivela tutto su Sinner: "Mi ha detto una cosa incredibile. Gli italiani devono essere orgogliosi di lui"

Il supercoach ha parlato di come Jannik ha superato la vicenda Clostebol e di tante altre cose nel podcast Tennis Insider Club. Leggi i dettagli
Valerio Minutiello

 

 

 

Darren Cahill ha rivelato tante cose interessanti su Jannik Sinner nel podcast Tennis Insider Club. Il super coach, che alla fine di questa stagione dovrebbe separarsi da Jannik salvo ripensamenti, ha raccontato tanti aneddoti sul suo rapporto con il numero uno al mondo. Da come è iniziato a come si è evoluto il loro felling. L'australiano che ha allenato campioni come Andre Agassi, Lleyton Hewitt e Simona Halep, non ha nascosto di essere rimasto incantato dalle qualità di questo "giovane maturo", che ha collezionato già risultati pazzeschi, nonostante il peso di una vicenda doping che avrebbe fatto barcollare molti giocatori. Darren Cahill inizia con un consiglio per tutti, non riferito direttamente a Sinner, ma che fa pensare alla storia dell'ultimo anno di Jannik: "Mantieni la gioia - dice Cahill - metti un sorriso sul tuo viso, goditi ogni momento in cui puoi farlo perché non dura abbastanza a lungo, indipendentemente da quanto sia lunga la tua carriera. Arriverai al punto in cui non potrai più farlo professionalmente e ogni giorno ti guarderai indietro e penserai, vorrei tornare indietro e competere. Quindi mantieni la gioia, non importa quanto sia difficile il periodo". Eccolo forse il segreto che ha permesso a Jannik di vincere, nonostrante tutto. 

Cahill e l'addio a Sinner a fine stagione

Non dovrebbero esserci ripensamenti sull'addio a Sinner a fine stagione. Cahill è convinto che dopo tre o quattro anni un coach non possa più trasmettere nulla al proprio giocatore: “La finestra temporale per il coaching è forse tre o quattro anni. E se dura più a lungo sei più un persona che lo protegge o un manager. Perché c’è una finestra di tre o quattro anni in cui puoi impartire tutto, e questo è anche il punto dell’allenatore. Lo stile migliore di allenare un giocatore è insegnargli le cose in modo che possa risolvere i problemi da solo. E così il giocatore arriverà a un certo livello dopo tre anni. E quando gli dirai una cosa lui la sa già. Dopo tre o quattro anni è il momento per qualcun altro, una voce diversa, un’ispirazione diversa".
 


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Sinner

 

 

 

Cahill rivela: "Così ho conosciuto Sinner"

Cahill ha poi rivelato come è iniziato il suo rapporto con Sinner: "Ho commentato Jannik quattro o cinque anni fa per Espn e ho detto “O mio dio, questo giocatore è così bravo”. Il suono che ha la palla quando la colpisce, il modo in cui si muove. Sapevo che sarebbe diventato un grande giocatore e aveva un grande allenatore, come Riccardo Piatti. Il nostro rapporto è iniziato facendo solo tre o quattro settimane sull’erba insieme, una prova, per vedere come stavano le cose. Ha perso al primo turno contro Tommy Paul, non è andata proprio benissimo. Ma ha giocato bene e Tommy è un buon giocatore sull’erba. È un grande ragazzo, umile, ha tutti i valori fondamentali. Un ottimo attaccante da fondo campo, ha apportato modifiche al suo servizio e ad altre cose".


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Cahill: "Sinner è già un uomo maturo"

L'ultimo anno non è stato certo facile, eppure sono arrivati risultati pazzeschi. Cahill spiega come ha fatto lui e tutto il team a mantenere la barra dritta, anche se il merito è stato soprattutto di Sinner. Un ragazzo che lo ha stupito per la sua maturità e saggezza. "Ho più esperienza nella comunicazione adesso, era importante mantenere unita la squadra, proteggerlo in questo ultimo anno, assicurarsi che si rendesse conto che non aveva fatto nulla, che fosse orgoglioso della persona che è, tutto questo è stato molto importante per noi. È stato davvero impegnativo, ma incredibilmente gratificante l’esperienza degli ultimi due anni. E vedere cosa ha fatto l’anno scorso agli Australian Open. Abbiamo cambiato la strategia contro Medvedev, ha cambiato completamente il suo gioco, e poi lo guardavamo farlo, ma farlo con tanta calma…come fa a fare questo. Mio Dio, io impazzirei per questa cosa. Beh sì è un uomo ben oltre la sua età, maturo, anche se in realtà è ancora un ragazzino".

"Jannik mi ha detto una cosa incredibile"

La vicenda Clostebol è stata pesante da metabolizzare, eppure Sinner lo ha fatto con una freddezza incredibile. "Come ha fatto a raggiungere quei risultati nell’ultimo anno, con questa pressione per la vicenda Clostebol? Ce lo chiediamo anche noi. Incredibile onestamente. Ci sono giocatori che trovano la loro sicurezza sul campo da tennis. Ci sono alcuni giocatori che portano i problemi sul campo e altri che li lasciano fuori. Lui li lascia fuori, e quindi è stato straordinario. Abbiamo parlato di tutte queste voci dai giocatori, dagli allenatori, dai media. L’altro giorno mi ha detto: Non preoccuparti delle critiche delle persone da cui non accetteresti consigli. Oh mio dio, ha 23 anni, e viene da lui. Ok, andiamo avanti. È un ragazzo molto maturo, so che l’Italia è molto orgogliosa di lui e dovrebbe esserlo, non c’è motivo per non essere orgogliosi di quel ragazzo".

 

 

 


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Darren Cahill ha rivelato tante cose interessanti su Jannik Sinner nel podcast Tennis Insider Club. Il super coach, che alla fine di questa stagione dovrebbe separarsi da Jannik salvo ripensamenti, ha raccontato tanti aneddoti sul suo rapporto con il numero uno al mondo. Da come è iniziato a come si è evoluto il loro felling. L'australiano che ha allenato campioni come Andre Agassi, Lleyton Hewitt e Simona Halep, non ha nascosto di essere rimasto incantato dalle qualità di questo "giovane maturo", che ha collezionato già risultati pazzeschi, nonostante il peso di una vicenda doping che avrebbe fatto barcollare molti giocatori. Darren Cahill inizia con un consiglio per tutti, non riferito direttamente a Sinner, ma che fa pensare alla storia dell'ultimo anno di Jannik: "Mantieni la gioia - dice Cahill - metti un sorriso sul tuo viso, goditi ogni momento in cui puoi farlo perché non dura abbastanza a lungo, indipendentemente da quanto sia lunga la tua carriera. Arriverai al punto in cui non potrai più farlo professionalmente e ogni giorno ti guarderai indietro e penserai, vorrei tornare indietro e competere. Quindi mantieni la gioia, non importa quanto sia difficile il periodo". Eccolo forse il segreto che ha permesso a Jannik di vincere, nonostrante tutto. 

Cahill e l'addio a Sinner a fine stagione

Non dovrebbero esserci ripensamenti sull'addio a Sinner a fine stagione. Cahill è convinto che dopo tre o quattro anni un coach non possa più trasmettere nulla al proprio giocatore: “La finestra temporale per il coaching è forse tre o quattro anni. E se dura più a lungo sei più un persona che lo protegge o un manager. Perché c’è una finestra di tre o quattro anni in cui puoi impartire tutto, e questo è anche il punto dell’allenatore. Lo stile migliore di allenare un giocatore è insegnargli le cose in modo che possa risolvere i problemi da solo. E così il giocatore arriverà a un certo livello dopo tre anni. E quando gli dirai una cosa lui la sa già. Dopo tre o quattro anni è il momento per qualcun altro, una voce diversa, un’ispirazione diversa".
 


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