Cahill: "Il momento più delicato di Sinner? Gli ho ripetuto sempre una frase"

In una recente intervista il coach australiano ha parlato del suo rapporto con il numero uno al mondo
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Nel secondo successo Slam della carriera di Jannik Sinner c'è anche tanto merito di Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Non ha mai smesso di ricordarlo il numero uno al mondo, che senza la vicinanza del suo team non sarebbe forse mai riuscito a tornare in campo così forte dopo il caso doping. Il coach australiano e il coach abruzzese non hanno mai fatto mancare il proprio supporto all'azzurro, che anche grazie a loro è riuscito a New York a sollevare al cielo il trofeo degli US Open. Dopo il successo di Sinner, Cahill ha parlato in una recente intervista del suo ruolo nel team e ha confessato qualche retroscena importante sulla gestione del momento complicato.

Cahill, la rivelazione su Sinner

Ha fatto il giro del mondo la reazione di Cahill dopo il match point di Sinner nella finalissima contro Taylor Fritz. Il coach australiano si è lasciato andare ad un pianto liberatorio che lui stesso ha commentato così: "La mia reazione alla vittoria di Sinner è piuttosto simile a quella di un uomo anziano molto esausto". L'ex allenatore, tra gli altri, di Andrè Agassi ha poi spiegato: "Nel team di Jannik io non sono l’allenatore più importante, che è Simone Vagnozzi, però sono quello che ha più esperienza. Negli ultimi quattro mesi sono successe tante cose all’interno del team e molte di queste sono ricadute sulle mie spalle. Io ho cercato di mantenere il senso delle cose e il focus di Jannik su quelli che erano i nostri obiettivi. Gli ripetevo in continuazione che non aveva fatto niente di sbagliato, quindi qualunque cosa fosse successa lui doveva restare con la testa alta, perché non aveva fatto assolutamente niente di sbagliato. Siamo riusciti ad attraversare questo periodo, non certo senza stress. Probabilmente la mia reazione era dovuta anche a quello. Devo parlare anche di Jannik come persona, più di ogni altra cosa. Il mio lavoro è quello di aiutarlo a maturare e a diventare la persona a cui tutti aspirano, qualcuno da cui i bambini possano trarre ispirazione". Importante anche l'approccio alla finale con Fritz: "Prima della finale gli ho detto che il modo in cui lui si è comportato nelle ultime settimane ha mostrato onestà e resilienza, che doveva essere molto orgoglioso di se stesso. Ora è giusto che si diverta, se lo merita tanto".


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