Sinner ci ha fatto perdere il sonno

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Sinner ci ha fatto perdere il sonno© EPA
Cristiano Gatti
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La gente non si alza più al mattino chiedendo che tempo fa: si sveglia chiedendo cosa ha fatto Sinner. Non tutta: quella che è andata a dormire. Ma ormai c’è un’Italia sempre più sonnambula che a dormire non ci va neppure, perché alle 3 bisogna vedere Sinner. Probabilmente sono gli stessi, o i diretti discendenti, che non andavano a dormire per Luna Rossa, quando la febbre era un’altra e anzichè tennisti eravamo tutti velisti. 

Questo è il clima, questa la novità, questo il cambiamento nel costume: del tennis fino a un paio d’anni fa non sapevamo neppure se ancora lo giocassero, dove e quando, soprattutto chi lo giocava. Certo non è un discorso che riguardi gli appassionati veri, quelli vedono sempre tutto a tutte le ore in tutte le epoche. S’intende piuttosto l’ondata degli umori e dei gusti pop, senza particolari competenze ed esperienze a tema, ma pronta e reattiva al primo richiamo di idolo, di tricolore, di trofeo con l’inno. E allora poi ci palesiamo tutti improvvisamente ipertecnici e ipercompetenti, come un giorno ci siamo svegliati al grido cazza la randa, adesso stabiliamo a occhio la velocità oraria di un ace. 
La chiamano febbre, è una sindrome ciclica che investe il Paese e ogni volta si manifesta con gli stessi sintomi. Passione travolgente e intolleranza pesante verso chi non partecipa alle effusioni pubbliche, ma come, non ti interessa Sinner, non sai cosa ha fatto Sinner? Bisogna esserci, bisogna starci dentro, bisogna sguazzare in questo bagno di euforia generale, altro che Sangiuliano e la sua ganza. Il fenomeno dello sport diventa fenomeno di moda e non c’è più verso di chiamarsi fuori. Ormai ogni singola partita di Sinner, dal primo turno del torneo di Gabicce alla finale di Wimbledon, ha il suo posto con tanto di immagini e commento nei tg ammiraglia, pubblici e privati. C’è un tale caos che ormai le nonne e le zie faticano anche a capire la differenza tra un’esibizione a Gabicce e la finale del Roland Garros, è tutto uguale, tutto rilanciato con gli stessi toni e lo stesso minutaggio, non è più il risultato a contare, basta la parola, Sinner, e si vende da sola. 
Nel nome di Sinner si smantellano i primi campi del padel, che avevano sostituito gli obsoleti campi da tennis, per fare campi da tennis. Le mammine portano di peso le creature a imparare il tennis. Gli sponsor si avventano sul tennis. E se poi capita che il mito abbia grane col doping, per piacere, giù le mani, era una pomatina, perché mai avrebbero dovuto fermarlo. 
Quanto c’è di reale e di vero, quanto resterà di tutto questo, lo si vedrà nel tempo. Ma finchè Sinner respira, finchè Sinner spara di dritto e di rovescio, la moda tiene. Luna Rossa e curling, Giochi olimpici e Mundial: per un tifo sincero di veri appassionati, ogni volta c’è una platea sterminata di orecchianti pronti all’uso. Si mobilitano come riservisti. Si scatenano come cellule in sonno. Sinner, come Luna Rossa, come il curling, ci dà quello di cui abbiamo bisogno. Sinner è forte e invincibile. Sinner è la versione turbo di noi stessi. Questo film ci fa impazzire. Dove c’è vittoria, c’è casa. 
PS. Stasera con Sinner si comincia alle 9 di sera. Dopo Carosello. Domani tutti più freschi. O più fresconi.  


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