Pagina 2 | Sinner e l'addio al suo team: "Ecco perché non lavoro più con Ferrara e Naldi"

« Quello che è successo? Non è l’ideale prima di uno Slam, ma so di non aver fatto niente di sbagliato. Ho dovuto giocare per mesi con questo tarlo nella mia testa e in quei momenti ricordavo a me stesso di aver rispettato le regole, come ho sempre fatto. La sentenza è stata un sollievo e adesso sono contento di essere tornato a New York». Nella conferenza stampa che inaugura il suo US Open, Sinner è stato fedele alla sua linea: calmo, sicuro e dritto al punto , senza comunicare più di quanto è necessario. Il caso doping è stato ovviamente il tema incontrastato del giorno, tanto che nella parte inglese della conferenza stampa nessuno ha chiesto al numero 1 del mondo come arrivi, tennisticamente parlando, all’ultimo Major del 2024. Per scoprirlo non dovremo fare altro che attendere il campo. L’esordio contro Mackenzie McDonald è in programma martedì in quello che sarà il secondo match dell’Arthur Ashe Stadium (l’ordine di gioco sarà inaugurato alle ore 18 italiane dalla sfida tra Swiatek e Rakhimova).

Separazione

Prim’ancora delle parole del campione azzurro, era arrivata la notizia del giorno: la separazione ufficiale dal fisioterapista Giacomo Naldi e dal preparatore atletico Umberto Ferrara, ritenuti responsabili dell’errore che ha scaturito le due positività al Clostebol: «Per prima cosa ci tengo a dire che Giacomo e Umberto hanno avuto un ruolo importante nella mia carriera. Abbiamo lavorato insieme per due anni e abbiamo fatto un grande lavoro insieme. Adesso, a causa degli errori fatti, non mi sento più sicuro a continuare con loro. Dopo aver aspettato il risultato della sentenza, l’unica cosa di cui ho bisogno è un po’ di aria fresca». Nei primi mesi di indagini il preparatore e il fisioterapista erano rimasti nel team Sinner, ma già da qualche settimana non erano più al fianco del giocatore. A inizio giugno Ferrara lo aveva accompagnato a Roma, al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti, in occasione della giornata di test medici del protocollo atleti PO, obbligatori per prendere parte all’Olimpiade; poi saltata a causa della tonsillite. L’ultimo avvistamento professionale di Naldi risaliva all’ATP 500 di Halle, torneo che ha preceduto Wimbledon.


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Le scelte di Sinner

«Sono felice che questa storia sia finalmente uscita fuori, è un sollievo per me e per il mio team - ha ammesso Sinner, provando a ripercorrere i mesi in cui è sceso in campo tenendo il segreto - Sei sempre un po’ preoccupato che a un certo punto possa uscire fuori. All’inizio avevo una visione diversa, poi è stato un po’ più complicato con ciò che abbiamo affrontato io, la mia squadra e i miei legali. Anche perché alla fine io sono un tennista, questo è ciò che mi piace fare. Ovviamente ero preoccupato per il possibile verdetto. Però alla fine, come ho spiegato, sapevo di essere un giocatore onesto e la quantità della sostanza nel mio corpo era molto bassa: c’erano moltissimi zeri prima dell’uno». 

Sinner, le reazioni

Come sempre pacato nei toni, Jannik non pecca nel contenuto. Soprattutto quando gli è stato chiesto delle critiche dei colleghi e di eventuali favoritismi per il numero 1 del mondo: «Ogni giocatore che risulta positivo attraversa lo stesso processo, non ci sono scorciatoie o trattamente diversi. Capisco la frustrazione di alcuni, ma forse in quei casi non sono stati in grado di spiegare in modo così dettagliato la provenienza della sostanza. Adesso comunque so chi è mio amico e chi non lo è; perché i miei amici sanno che non lo avrei mai fatto. Danni alla mia reputazione? Non è qualcosa che posso controllare”. In attesa dell’esordio a New York, il rapporto con il pubblico sembrerebbe essere quello di sempre. I posti a sedere per l’allenamento con Musetti sono andati a ruba e i due hanno intrattenuto i fan giocando diversi game. Nella marcia di avvicinamento al torneo, ci sono ancora tre giorni per lavorare. Oggi, alle 17 locali, condividerà il campo con il tedesco Jan-Lennard Struff; a seguire, una sessione individuale con il team.


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Le scelte di Sinner

«Sono felice che questa storia sia finalmente uscita fuori, è un sollievo per me e per il mio team - ha ammesso Sinner, provando a ripercorrere i mesi in cui è sceso in campo tenendo il segreto - Sei sempre un po’ preoccupato che a un certo punto possa uscire fuori. All’inizio avevo una visione diversa, poi è stato un po’ più complicato con ciò che abbiamo affrontato io, la mia squadra e i miei legali. Anche perché alla fine io sono un tennista, questo è ciò che mi piace fare. Ovviamente ero preoccupato per il possibile verdetto. Però alla fine, come ho spiegato, sapevo di essere un giocatore onesto e la quantità della sostanza nel mio corpo era molto bassa: c’erano moltissimi zeri prima dell’uno». 

Sinner, le reazioni

Come sempre pacato nei toni, Jannik non pecca nel contenuto. Soprattutto quando gli è stato chiesto delle critiche dei colleghi e di eventuali favoritismi per il numero 1 del mondo: «Ogni giocatore che risulta positivo attraversa lo stesso processo, non ci sono scorciatoie o trattamente diversi. Capisco la frustrazione di alcuni, ma forse in quei casi non sono stati in grado di spiegare in modo così dettagliato la provenienza della sostanza. Adesso comunque so chi è mio amico e chi non lo è; perché i miei amici sanno che non lo avrei mai fatto. Danni alla mia reputazione? Non è qualcosa che posso controllare”. In attesa dell’esordio a New York, il rapporto con il pubblico sembrerebbe essere quello di sempre. I posti a sedere per l’allenamento con Musetti sono andati a ruba e i due hanno intrattenuto i fan giocando diversi game. Nella marcia di avvicinamento al torneo, ci sono ancora tre giorni per lavorare. Oggi, alle 17 locali, condividerà il campo con il tedesco Jan-Lennard Struff; a seguire, una sessione individuale con il team.


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