Roddick e la difesa di fuoco su Sinner: "Un massaggio con i guanti? È psicotico"

Nel suo podcast "Served" l'ex campione statunitense ha preso le difese del numero uno al mondo sul caso doping
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Il caso Sinner continua a far discutere. La positività ai test anti-doping dello scorso marzo, da cui il numero uno al mondo è stato dichiarato innocente senza ricevere alcuna squalifica ha scatenato parecchie polemiche. Una decisione della quale ha parlato anche l'ex numero uno al mondo e vincitore degli US Open 2003, Andy Roddick che nel suo podcast Served, direttamente da Flushing Meadows, ha preso le difese dell'azzurro. "Non ho mai ricevuto un massaggio con i guanti in tutta la mia vita - ha detto Roddick -. Non si tratta di una cosa normale, è psicotico. Il tennis, rispetto agli altri sport, ha la più ampia lista di sostanze proibite: ad esempio tante sostanze che utilizzano i calciatori ci farebbero risultare positivi ai test".

Roddick: "Sinner non ha colpe"

"Noi siamo responsabili di quello che finisce nel nostro corpo, ma immaginiamo che Jannik stesse davvero provando a doparsi - continua Roddick -. Beh, sarebbe il peggior tentativo di doping di tutti i tempi, visto che non ha tratto nessun beneficio trattandosi in pratica di una quantità pari a meno di un granello di sale. Hanno appurato che non ci fosse intenzionalità da parte sua. E soprattutto non vedo perché dovresti rischiare tutto per qualcosa che ad oggi ti altererebbe le prestazioni a livello zero. Inoltre lui è risultato positivo quando ha perso ad Indian Wells e poi di nuovo al secondo turno di Miami, quindi ad otto giorni di distanza. Non, ad esempio, la prima volta a novembre e la seconda il successivo aprile, che potrebbe essere alla base di una positività intenzionale a più mesi di distanza. Continuo a non poter credere che lui avrebbe rischiato tutto per una cosa fatta in maniera così avventata". Sulle critiche ricevute dall'azzurro ha sottolineato: "Certo hanno le loro ragioni anche le persone che sostengono che tu sia responsabile del tuo corpo e meriti tre mesi di sospensione. Ma, senza usare la vecchia storia del dire ‘è un bravo ragazzo’, si è trattato di una negligenza da parte dei membri del suo team, un errore grossolano. Ancor di più considerando che, prima che l’attuale preparatore di Sinner entrasse nel suo team, un giocatore del campionato di basket italiano era risultato positivo ai test perché la moglie stava usando lo stesso identico spray contenente Clostebol ed era stato sospeso. Quindi se tu sei nel giro, e sai che è successa una cosa del genere, con una sostanza facilmente rilevabile, e la stai ancora usando sul tuo dito…forse Jannik è più perdonabile di quanto lo sarei stato io".


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