La straordinaria forza morale di Sinner e quelli che ne hanno meno di un miliardesimo di grammo

Per cinque mesi Jannik ha convissuto con la spada di Damocle dell'antidoping, pur consapevole della propria innocenza: ciononostante è diventato il N:1, più forte degli infortuni, del ko di Wimbledon, del forfait olimpico, dei dolori all'anca, degli invidiosi e ora degli sciacalli
La straordinaria forza morale di Sinner e quelli che ne hanno meno di un miliardesimo di grammo© EPA
Xavier Jacobelli
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La grandezza di Jannik Sinner, N1. del tennis mondiale, è direttamente proporzionale alla forza morale che in questi cinque mesi l'hanno visto vivere e gareggiare sotto la spada di Damocle dell'antidoping, pur consapevole della propria innocenza, pubblicamente conclamata a Ferragosto dal comunicato dell'Itia (International Tennis Integrity Agency, l'Agenzia internazionale che tutela l'integrità del tennis). Solo il fuoriclasse azzurro sa che cosa abbia provato e che cosa abbia dovuto psicologicamente sopportare da quel giorno del marzo scorso a Indian Wells. È lì che fu riscontrato positivo all'antidoping per la presenza di meno di un miliardesimo di grammo di clostebol, involontariamente assunto per trasmissione intradermica, a causa del massaggio praticato dal fisioterapista Giacomo Naldi, che la pomata contenente la sostanza vietata aveva utilizzato per medicare la ferita al mignolo della sua mano sinistra.

Sinner più forte di tutto

Eppure, Jannik è stato più forte di tutto: dei problemi all'anca, che l'hanno costretto a ritirarsi da Madrid e a saltare Roma; del malessere accusato nei quarti di Wimbledon contro Medvedev; della tonsillite che gli ha impedito di coronare il sogno olimpico; di un fisico evidentemente indebolito dai malanni accusati e dagli impegni cui si è comunque sottoposto. Eppure, il 23 giugno Sinner ha vinto ad Halle e il 18 agosto a Cincinnati, dove ha conquistato il quinto titolo del 2024, il quindicesimo della carriera, il terzo Masters 1000 dopo Canada 2023 e Miami 2024, la quinta finale su cinque disputate quest'anno e la vittoria n.48 di quest'anno. Eppure è il N.1 dal 10 giugno ed è sicuro di rimanere tale indipendentemente dall'esito dell'US Open e ad onta dei 400 punti che gli sono stati tolti, anche se non ha nessuna colpa. Jannik ha una forza morale straordinaria rispetto a quelli che, in queste ore di sciacalli e frustrati, confermano di averne meno di un miliardesimo di grammo.


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