Sinner, cosa succede ora: c'è l'ipotesi ricorsi

La decisione del Tribunale Indipendente potrebbe essere soggetta a ricorsi da parte dell'agenzia antidoping mondiale e di quella italiana
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Jannik Sinner è stato scagionato dalle accuse di positività alla sostanza proibita Clostebol, con la quale era venuto a contatto in seguito ad un intervento del suo fisioterapista, dopo i test effettuati durante il torneo di Indian Wells. Secondo quanto si legge dalla nota ufficiale dell'ITIA (International Tennis Integrity Agency), il numero uno al mondo "non ha colpa o negligenza per due violazioni delle norme antidoping nell'ambito del programma antidoping del tennis (TADP)". La notizia è arrivata a poche ore dalla vittoria in finale su Frances Tiafoe che ha regalato all'azzurro il quinto titolo stagionale nel Masters 1000 di Cincinnati. La decisione è stata presa da un Tribunale Indipendente il 15 agosto, ed è appellabile dalla Wada e dalla Nado, ovvero dall'agenzia antidoping mondiale e da quella italiana. A Sinner verranno tolti i 400 punti della semifinale di Indian Wells e il relativo premio in denaro, circa 300 mila euro. Nonostante la saznione Sinner resterà comunque numero uno al mondo fino a Pechino e la sua partecipazione allo US Open non è a rischio.

Sinner, ipotesi ricorso di Wada e Nado

Come si legge dalla sentenza Sinner ha fornito un campione durante il Masters 1000 di Indian Wells, il 10 marzo scorso, che «conteneva la presenza di un metabolita del clostebol a bassi livelli. Un ulteriore campione, otto giorni dopo, è risultato positivo allo stesso metabolita, sempre a bassi livelli». Dopo ogni test positivo, è stata dunque applicata una sospensione provvisoria, ma in entrambe le occasioni, Sinner ha presentato ricorso con successo e ha potuto continuare a giocare. La decisione del Tribunale Indipendente potrà essere soggetta a ricorso da parte della Wada e dell'Agenzia antidoping italiana (Nado Italia), mentre l'Itia non farà ricorso. "Prendiamo estremamente sul serio qualsiasi test positivo e applicheremo sempre i rigorosi processi stabiliti dalla Wada - ha detto il ceo di Itia, Karen Moorhouse - L'Itia ha condotto un'indagine approfondita sulle circostanze che hanno portato ai test positivi, con cui Jannik Sinner e i suoi rappresentanti hanno collaborato pienamente. A seguito di tale indagine, l'ITIA ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del clostebol e al fatto che la presenza della sostanza non era intenzionale. Ciò è stato accettato anche dal tribunale". 


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