Sinner e la battuta virale sui tuffi: "Io specializzato? No, anzi..."

Il numero 1, ai quarti di Halle, stacca lo spagnolo, ko al Queen’s e sceso al 3° posto ATP   «In vista di Wimbledon devo migliorare il servizio: qualche doppio fallo ci può pure stare»
Sinner e la battuta virale sui tuffi: "Io specializzato? No, anzi..."© dpa/picture alliance via Getty Images
Lorenzo Ercoli

Sinner avanza, Alcaraz no. Più o meno in contemporanea i numeri 1 e 2 del mondo sono scesi in campo, separati da poco meno di 1000 km di distanza. In Germania, seppur con una certa fatica, Jannik Sinner ha superato l'esame Fabian Marozsan (6-4 6-7(4) 6-3); nel Regno Unito, Carlos Alcaraz ha fallito il tentativo di difesa del titolo sull'erba del Queen's, cedendo al pupillo britannico Jack Draper (7-6(3) 6-3). Questo l'epilogo del primo avvicendamento post Roland Garros, anche se all'orizzonte incombe Wimbledon, vero ago della bilancia che ridimensionerà quanto accaduto prima. I campioni lo sanno: non si dispera Carlos e non festeggia Jannik, per niente interessato da ciò che accade al di là della Manica, ma più concentrato sulle considerazioni da trarre dal suo match di secondo turno. Un duello di alti e bassi contro un rivale che si differenzia dalle masse ed è stato capace di affrontare la sfida senza esitazioni. Sia chiaro, il coraggio non manca neanche all’azzurro. Due giorni dopo aver vinto uno dei punti più belli dell’anno giocando un colpo in tuffo contro Griekspoor, Jannik si è ripetuto: allungo su una palla corta, tuffo ad evitare il passante e poi passante di rovescio in corsa. Braccio al cielo e, giustamente, pioggia di applausi del pubblico di Halle.

Il tutto nel primo punto del secondo game del set decisivo, dove è subito maturato il break. Su questo Sinner fa la differenza ormai dallo scorso ottobre: i punti belli li vince, ma soprattutto lo fa quando contano. «Se i tuffi stanno diventando la mia specialità? Speriamo di no - si augura Sinner commentando il punto a fine match -. Era un punto importante per aprire il game in cui ho brekkato. Sull’erba quando la palla è bassa e non troppo lontana devo dire è abbastanza facile tuffarsi e non c’è il rischio di farsi male. Questa è la cosa più importante, non voglio farmi male così. Ricordo la caduta sul cemento di Indian Wells e quella l’ho sentita». Nel secondo set c'è un piccolo rammarico per le due palle break non concretizzate nell'undicesimo gioco e per un tie-break non brillantissimo, ma è stato poi immediato il cambio di marcia nel set finale. Dopo 2 ore e 15 minuti di partita, Jannik è tornato in campo in doppio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lui e Hurkacz in 1 ora e 28 minuti si sono arresi alla coppia di specialisti francese Doumbia e Reboul con lo score di 7-6(3) 4-6 10/8. Oggi è invece giornata di quarti di finale contro Jan-Lennard Struff (terzo match sul Centrale dalle 12), che ieri ha avuto la meglio su Stefanos Tsitsipas per 6-4 6-4. La volontà di avanzare non manca, ma tutto ciò che viene fatto in Germania ha l’obbligo di essere propedeutico ai Championships: «In vista di Wimbledon devo fare meglio in primis il servizio: devo essere più aggressivo con la seconda e in caso ci può stare qualche doppio fallo in più. In alcuni momenti del match ho sbagliato ma penso di aver fatto scelte giuste con l’obiettivo di alzare il livello di aggressività. Adesso è una settimana esatta che gioco sull’erba e sono contento di poter disputare un match in più».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sinner avanza, Alcaraz no. Più o meno in contemporanea i numeri 1 e 2 del mondo sono scesi in campo, separati da poco meno di 1000 km di distanza. In Germania, seppur con una certa fatica, Jannik Sinner ha superato l'esame Fabian Marozsan (6-4 6-7(4) 6-3); nel Regno Unito, Carlos Alcaraz ha fallito il tentativo di difesa del titolo sull'erba del Queen's, cedendo al pupillo britannico Jack Draper (7-6(3) 6-3). Questo l'epilogo del primo avvicendamento post Roland Garros, anche se all'orizzonte incombe Wimbledon, vero ago della bilancia che ridimensionerà quanto accaduto prima. I campioni lo sanno: non si dispera Carlos e non festeggia Jannik, per niente interessato da ciò che accade al di là della Manica, ma più concentrato sulle considerazioni da trarre dal suo match di secondo turno. Un duello di alti e bassi contro un rivale che si differenzia dalle masse ed è stato capace di affrontare la sfida senza esitazioni. Sia chiaro, il coraggio non manca neanche all’azzurro. Due giorni dopo aver vinto uno dei punti più belli dell’anno giocando un colpo in tuffo contro Griekspoor, Jannik si è ripetuto: allungo su una palla corta, tuffo ad evitare il passante e poi passante di rovescio in corsa. Braccio al cielo e, giustamente, pioggia di applausi del pubblico di Halle.

Il tutto nel primo punto del secondo game del set decisivo, dove è subito maturato il break. Su questo Sinner fa la differenza ormai dallo scorso ottobre: i punti belli li vince, ma soprattutto lo fa quando contano. «Se i tuffi stanno diventando la mia specialità? Speriamo di no - si augura Sinner commentando il punto a fine match -. Era un punto importante per aprire il game in cui ho brekkato. Sull’erba quando la palla è bassa e non troppo lontana devo dire è abbastanza facile tuffarsi e non c’è il rischio di farsi male. Questa è la cosa più importante, non voglio farmi male così. Ricordo la caduta sul cemento di Indian Wells e quella l’ho sentita». Nel secondo set c'è un piccolo rammarico per le due palle break non concretizzate nell'undicesimo gioco e per un tie-break non brillantissimo, ma è stato poi immediato il cambio di marcia nel set finale. Dopo 2 ore e 15 minuti di partita, Jannik è tornato in campo in doppio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Sinner e la battuta virale sui tuffi: "Io specializzato? No, anzi..."
2
Pagina 2