Sinner e Alcaraz, sfida infinita tra fenomeni: ma esiste davvero il più forte?

A Carlos il nono confronto con Jannik: lo spagnolo ha conquistato la finale del Roland Garros, ma l'azzurro lascia Parigi da numero uno del mondo
Lorenzo Ercoli
4 min

Tra Sinner e Alcaraz la verità è che non si può, forse non si potrà mai, parlare di un più forte. C’è chi sfrutta le occasioni, chi arriva meglio al match e chi in una data giornata fa la differenza sui pochi dettagli che decidono le battaglie tra i grandi. Questa volta ci è riuscito Carlos Alcaraz che domenica giocherà la prima finale in carriera al Roland Garros, andando così a caccia del terzo titolo Slam dopo US Open 2022 e Wimbledon 2023. Il pubblico dello Chatrier non esce deluso dopo 4 ore e 9 minuti di sfida che hanno premiato il numero 3 del mondo con il punteggio di 2-6 6-3 3-6 6-4 6-3. Rimpianti per Jannik? Forse solo uno smash sbagliato che lo ha tirato fuori dalla lotta da un quarto set equilibrato, ma in un torneo iniziato con mille incognite chiudere da prossimo numero e semifinalista è un grande successo.

Sinner inizia forte, ma Alcaraz reagisce

Come ad Indian Wells e in altre occasioni del passato l’inizio è caratterizzato da un altissimo ritmo imposto da Sinner. Lo spagnolo accusa, non riesce a manovrare lo scambio e si innervosisce. Quattro break nei primi cinque turni di battuta di Alcaraz e la vittoria dei primi quattro giochi andati ai vantaggi, sono i numeri che marchiano il brillante inizio dell’azzurro, capace di involarsi sul 6-2 2-0. Carlitos è mosso dalla fretta, sbaglia tanto e fa confusione; in più non viene aiutato dall’altissimo standard di Sinner in risposta. A fronte di un elevato numero di prime messe in campo dall’iberico, Jannik risponde sempre e fa partire il punto, vincendolo molto spesso. La fiammata del prossimo numero uno del mondo comprensibilmente si esaurisce, la partita si bilancia a un ritmo medio più basso. Non è una sorpresa e non tarda la reazione dell’allievo di Juan Carlos Ferrero, che ottiene già nel quarto gioco il contro-break.
Nel braccio di ferro da fondo, Carlos fa saltare di più la palla, Sinner perde profondità e incisività specialmente di rovescio, facilitando gli spostamenti di dritto dell’avversario che inanella un parziale di 5-0 e poco dopo chiude la frazione. In avvio di terzo set i colpi di Jannik restano corti, Alcaraz riesce a mettere i piedi in campo e spingendo si apre angoli facili. Il break del terzo gioco potrebbe indirizzare il nuovo parziale, ma come accaduto nel set precedente è immediata la replica, questa volta a parti inverse. Non appena Carlos serve due seconde centrali e lente, Sinner approfitta e capitalizza l’occasione. In una fase di potenziale apnea, l’allievo di Vagnozzi e Cahill massimizza la resa dei colpi di inizio gioco, fattore ormai imprescindibile ai massimi livelli. Con servizio e risposta non solo si aggrappa alla partita, ma gira di nuovo il match. Nel quinto gioco sventa quattro palle break in un game da 12 minuti, in quello successivo è lui che alla quarta occasione toglie il servizio ad Alcaraz. A questo punto è 4-2 e il servizio regge fino al 6-3 conclusivo.

Il quinto set premia lo spagnolo

Ormai è chiaro si andrà sulla lunga distanza, dove si gioca tanto ma sono poi pochi episodi a decidere il destino della sfida. Nel quarto set è proprio ciò che accade. Qualche rischio in meno per entrambi, ma più precisione e meno fallosità. Per Sinner un treno importante per non arrivare stanco al set decisivo, ma sul 4-5, 30-15, accade il fattaccio. L’italiano dal centro del campo sbaglia uno smash agevole, perde i due punti successivi e concede ad Alcaraz la resa dei conti al quinto. Il bilancio nei match Slam conclusi alla frazione decisiva le statistiche dicono 10-1 Alcaraz e 6-7 Sinner, che però aveva vinto l’unico del 2024 nella finale di Melbourne con Daniil Medvedev. Quando c’è da dar fondo alle energie, l’italiano si ritrova sulle gambe. Alcaraz è più brillante e tira fuori un paio di jolly, specialmente il passante che lo porta poi alla palla break del 2-0. Da lì è evidente il calo fisico di Jannik. In modo ammirevole ci prova fino alla fine, mettendo ogni energia nervosa a disposizione del proprio tennis. Annullerà anche due match point prima di cedere, ma tra i due fenomeni questa volta l’ha spuntata il murciano.

 


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