Tennis, Arnaldi esclusivo: “Ritornerò nel giro della Davis”

Lavoro, dedizione estrema e risultati: il sanremese, attuale n.35, si racconta
Tennis, Arnaldi esclusivo: “Ritornerò nel giro della Davis”© EPA
Alessandro Nizegorodcew
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Matteo Arnaldi non è il tennista azzurro più reclamizzato, ma è forse quello che più di tutti può essere accostato al termine “dedication”. Lavoro, dedizione, occhi fissi sugli obiettivi. Il sanremese, oggi numero 35 ATP, è reduce dal successo a Indian Wells su Andrey Rublev (quarta vittoria su un Top 10 in carriera) e si appresta a un grande Masters 1000 di Miami (al primo turno il cinese Wu). Il livello nell’ultimo mese si è alzato vertiginosamente. «L’obiettivo è trovare maggiore continuità – ha raccontato -, limitare gli alti e bassi». Arnaldi è stato grande protagonista del trionfo in Davis del 2023 (successo nella finale contro Popyrin), ma anche nella passata stagione è stato decisivo nel girone di Bologna. «Ci sono tantissimi italiani forti, ma spero di rientrare nel giro azzurro». Sotto la guida di coach Alessandro Petrone, che lo segue ormai da anni, nulla è precluso. 

 

Come è andata la off-season svolta in Australia? Su cosa ha puntato per il salto di qualità? 

«Dal punto di vista tecnico-tattico sto cercando di essere più aggressivo. Credo e spero si sia visto nelle ultime partite. L’idea è quella di crescere con il servizio e giocare un tennis offensivo mantenendo le mie qualità da fondo campo».  
 
Ha iniziato a trovare continuità e buone vittorie nelle ultime settimane. Come si sta sentendo in campo e perché ha scelto la trasferta nordamericana dopo gli Australian Open? 
«L’obiettivo era quello di trovare continuità e vincere tante partite. Sono riuscito nel mio intento, soprattutto nelle ultime settimane, e ne sono felice. In Nordamerica mi è sempre piaciuto giocare, c’ero andato anche nel 2024 e non vedevo l’ora di tornarci». 
 
La stagione 2024 è stata la prima in cui ha giocato interamente nel circuito maggiore. Ci sono stati momenti di difficoltà, anche psicologica, o si è subito ambientato? 
«Mi piace stare nel tour, amo girare per il mondo, quindi sicuramente da questo punto di vista è stato facile. D’altro canto non è mai semplice mantenere il livello alto per un anno intero, soprattutto quando si devono confermare i buoni risultati della stagione precedente. Ho vissuto di alti e bassi, però come primo anno intero nel circuito maggiore non si può dire che sia andata male». 
 

Lei è noto per dedizione e professionalità. È una dote naturale? 
«È un aspetto piuttosto naturale, sì. Ho sempre avuto intenzione di vivere così la mia vita nel tennis e di dare tutto me stesso per raggiungere grandi risultati. La dedizione e la professionalità nel lavoro quotidiano, giorno dopo giorno, mi hanno portato a essere dove mi trovo ora. Quando arriva il day-off alla fine della settimana, però, non è che mi dispiaccia (ride; ndr)». 
 
Qual è stato il momento più difficile della sua carriera? 
«Ce ne sono stati diversi, però il periodo del covid non è stato per niente facile. Stavo vincendo le prime partite a livello futures, conquistando i miei primi punti ATP. Lo stop forzato mi ha portato a scendere in classifica, a perdere posizioni e a non poter disputare i tornei che avrei voluto. Le annate 2020 e 2021 sono state parecchio dure». 
 
La sua scelta migliore. 
«Non credo ce ne sia una in particolare. Assieme al mio team ho preso molte decisioni al momento giusto e altre che, apparentemente, potevano non sembrare corrette al 100% e che invece si sono rivelate vincenti con il passare del tempo. Non penso ci sia una qualche scelta che abbia inciso più di altre, anzi a volte sono le decisioni sbagliate a darti una spinta in avanti».  
 
Si sta parlando tanto di Joao Fonseca. Secondo lei può essere in grado di seguire le orme di Sinner e Alcaraz? 
«È certamente molto giovane e molto forte, su questo non c’è alcun dubbio. Il lavoro da fare è tanto, ma Fonseca ha sia il tennis che il giusto mindset». 
 
Che effetto le fa vedere undici italiani in Top 100 ATP? E quanto è contento di accogliere in questo gruppo anche il suo grande amico Francesco Passaro? 
«Ne parliamo spesso tra noi. Siamo tutti amici e felici l’uno per l’altro. Fa piacere passare del tempo, in giro per il mondo, con ragazzi con cui si è cresciuti insieme. Ognuno, poi, ha la propria strada e il proprio lavoro individuale da portare avanti. Io e Francesco abbiamo un rapporto diverso, siamo molto amici e quindi appena ne abbiamo la possibilità ci troviamo nei tornei». 
 
Come vive la vita extra campo? 
«In maniera tranquilla, come sempre. Mi piace seguire altri sport, come ad esempio il basket; mi diverto con la mia ragazza e cerco di uscire un po’, ove possibile, dall’ambiente tennis». 
 
A prescindere dalla classifica, che obiettivi si pone per il 2025? 
«L’obiettivo principale è raggiungere ciò che mi è mancato nella passata stagione: la continuità. Sia all’interno dell’annata che nei match del singolo evento. Voglio esprimere un livello alto per tanti match e tanti tornei». 
 
Immagino le sia dispiaciuto, dopo le grandi prove in Davis di due anni fa, non aver fatto parte della spedizione vincente del 2024. Rientrare in Nazionale è un obiettivo? 
«Sì, certamente mi è dispiaciuto. A me piace molto giocare in Davis e anche lo scorso anno a Bologna credo di averlo dimostrato. C’è sempre una grande energia, un’atmosfera diversa che ti permette di dare qualcosa in più. Ci sono tanti italiani in Top 100 e non sarà facile tornare a vestire la maglia azzurra, ma è sicuramente uno degli obiettivi stagionali. A maggior ragione con le Finals in Italia…». 


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