Sinner fenomeno di un altro pianeta

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Paolo De Laurentiis
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69 vittorie e 6 sconfitte nel 2024, andiamo per la 70ª. Sinner piomba in finale da favorito dove ritrova Fritz, già strapazzato nel girone solo pochi giorni fa. Di fronte a numeri del genere - nessun set perso in queste Finals, una manciata di game lasciata agli avversari - diventa anche difficile aggiungere cose intelligenti. Meglio affidarsi a chi se lo trova di fronte, tipo Medvedev che ormai da anni bazzica tra i primi 5 del mondo: «Io so cosa devo fare per battere Jannik. Il problema è che lui non me lo permette». Oppure - come dicono quelli che se ne intendono - al linguaggio del corpo di Ruud, ieri sera, che al secondo game ha applaudito il colpo di fino dell’avversario dopo uno scambio di 26 martellate. Oggi Sinner, questo Sinner, è ingiocabile per chiunque. Difficile anche fare paragoni: Jannik sta portando il tennis in una dimensione diversa, mai vista prima, in continua evoluzione perché lui per primo cambia e migliora un torneo dopo l’altro togliendo riferimenti agli avversari.
È sicuramente vero che dopo aver saltato Roma, l’Olimpiade e recentemente Parigi Bercy, si ritrova un tesoretto di energie che sta sfruttando al meglio. È altrettanto vero che Nadal è agli ultimi fuochi, Federer in poltrona e Djokovic un po’ in campo e un po’ fuori ma la cosa che fa ancora più impressione è che alla fine di ogni partita dominata c’è sempre la sensazione che Sinner avrebbe potuto fare anche meglio. Al servizio, in risposta o sotto rete.
Due soli granelli di sabbia possono far inceppare questa meravigliosa macchina da vittoria: uno è Fritz, questa sera, che sfida il nostro per la quinta volta (un successo nel 2021, poi tre vittorie di Sinner) e l’altro è la Wada che gli ha tolto la spensieratezza di qualche mese fa, con un ricorso al Tas che grida vendetta per tempi, modi e anche sostanza. Figlio di un regolamento antidoping che andrebbe preso, accartocciato e riscritto da capo.


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