Ci sono campioni che non finiscono mai, che una volta "deposta" la racchetta continuano a seminare da una parte l'amore per lo sport praticato, dall'altra l'utilità dello sport in generale. Steffi Graf e Andre Agassi, numeri uno per sempre, hanno sentito il bisogno della restituzione fondando le loro associazioni che si occupano di bambini vittime delle guerre, e di educazione necessaria alla crescita e alla consapevolezza di sé. C'è un atto d'amore in questa "restituzione" della "fortuna" ricevuta da parte di Graff e Agassi. I due campioni hanno spiegato che il talento non è tutto, e non è solo un dono, ma ha bisogno di abnegazione e impone sacrifici, rinunce e scelte importanti.
Insomma una mattina speciale oggi al Palazzetto dello sport di Cuneo insieme a Steffi Graf e Andre Agassi davanti a 3500 persone puntuali all’appuntamento “Dialoghi sul talento”, promosso da Fondazione CRC, in collaborazione con I Tennis Foundation, la Children for Tomorrow di Stefanie Graf e l’Andre Agassi Foundation for Education, e con il supporto organizzativo di Collisioni.
BAMBINI RIFUGIATI. “Il lavoro che facciamo io e Andre è dedicato alle nuove generazioni - ha spiegato Graf - 27 anni fa, a metà degli anni ’90, mi avevano presentato uno psicoterapeuta di Amburgo che si occupava di terapie su bambini rifugiati che provenivano da zone di guerra, con l’obiettivo di ristabilire il loro benessere e il loro equilibrio. È stato un incontro centrale nella mia vita, perché ho visto con i miei occhi quanto la guerra li aveva devastati. Non avevano conosciuto nient’altro che violenza. Da allora ho deciso di impegnarmi su questo tema”.
LA POSSIBILITA' DI SCEGLIERE. “Io ho compreso negli anni quanto importante sia l’istruzione e ho deciso di fondare un’organizzazione che si occupasse di questo tema - ha riferito Andre Agassi - Primo perché io non ho potuto scegliere. O meglio, l’unica scelta, fatta da altri, era per me quella di giocare a tennis. A un certo punto della mia vita mi sono reso conto che c’erano moltissimi bambini nella mia stessa condizione, e allora ho cercato di dare loro la possibilità di scegliere, attraverso l’istruzione. Da quando è nata la mia fondazione, abbiamo aperto 130 scuole in tutti gli Stati Uniti, in modo particolare nelle zone economicamente più depresse. Un impegno che ho vissuto e continuo a vivere come una missione”.
TALENTO, CHE FATICA. Dalle grandi vittorie ai rapporti con i genitori, fino alla rapida ascesa nel tennis professionistico. Le carriere di Andre Agassi e Steffi Graf hanno diversi punti di contatto: “Diventare professionista all’età di 13 anni è stato molto difficile, anche se a quell’età giocare per me era naturale” ha confessato Steffi Graf - Se riguardo la me stessa di 13 anni vedo tutte le difficoltà che ho dovuto superare. All’inizio è stato anche semplice, perché volevo imparare quanto più possibile e a tutti i costi. Poi, quando sono salita nel ranking, ho dovuto lasciare la scuola, con molto dispiacere. Non sento di aver perso molto, perché la mia vita era talmente programmata e io amavo così tanto viaggiare. La cosa più difficile è stata subire e gestire la pressione della gara, quando sei in campo e ti ritrovi da sola. La pressione che viene esercitata su una ragazza così giovane è forse troppa, ma se hai un buon allenatore, se sei circondata da persone brave che ti aiutano, se la tua famiglia e i tuoi amici ti sostengono, allora ti senti protetta”.
PAIARDI. L’appuntamento è stato poi arricchito dalle esperienze di Luca Paiardi, campione italiano di wheelchair tennis, e dei giovani talenti che partecipano ai progetti di I Tennis Foundation, l’associazione benefica italiana fondata da Simone Bongiovanni. La giornata si è conclusa con la visita al Rondò dei Talenti e poi al Country Club di Cuneo, dove Steffi Graf, campionessa di 22 titoli del Grande Slam, ha incrociato la racchetta con i bambini delle scuole tennis della provincia di Cuneo e con i talenti di I Tennis Foundation.