Pietrangeli e la gelosia su Sinner: "Io rosico? Ma se Jannik sta andando sulla luna"

Nel giorno del suo 91° compleanno presentato a Bologna il docufilm della Rai a lui dedicato: i ricordi e le parole dell'ex campione azzurro
Matteo Fogacci
4 min

BOLOGNA - «Non solo non sono geloso di Sinner, ma gli auguro di battere tutti i miei record, eccetto quello della Davis». È un Nicola Pietrangeli in grande forma quello che spegne le sue 91 candeline al circolo Tennis Bologna durante la presentazione del docufilm sulla sua vita: "Nicola VS Pietrangeli" prodotto da The Arena e Rai Documentari, con Gabriella Carlucci produttore esecutivo per la regia di Antonio Centomani. «Tutto ciò che viene descritto è vero. È divertente perché c’è la storia dello sportivo, del giocatore di tennis e quella dell’uomo, diciamo un po’ meno sportivo».
Sono tante le differenze? «Sono cose diverse ma niente di così grave. Se volessi fare una battuta non c’è mai stato doping, un argomento di cui si parla molto in questi giorni. Sia perché allora non c’erano i soldi per comprarlo, poi non mi interessava. È la storia di una bellissima vita, anzi diverse bellissime vite. Qualcuno ha detto che mi sono dato alla dolce vita, ma in realtà si faceva in estate in via Veneto. Ma io in quel periodo ero sempre in giro per il mondo a giocare a tennis, quindi, la faceva qualcun altro. Comunque sono curioso perché io il film non l’ho ancora visto ma mi dicono sia carino, con belle testimonianze».

Pietrangeli e le parole su Sinner

Poi le parole dolci su Sinner: «Fino a questo momento ha pareggiato tutto quello che ho vinto, ma quello della coppa Davis non si può battere. Qualcuno ha detto che ho detto cattiverie o che rosico ma sarebbe assurdo. Questo ragazzo sta andando sulla luna, forse il prossimo anno le partite si cominceranno sul +15 per gli altri per dare loro un vantaggio iniziale, ha 23 anni, in campo è perfetto, è miliardario, mi viene solo da pensare che se avessi giocato oggi sarebbe stato meglio».

I complimenti a Binaghi e alla federazione

Ha poi voluto fare i complimenti a Binaghi e alla federazione: «Non si tratta di fare sviolinate, ma di guardare i risultati. Coppa Davis, vittorie degli Slam, medaglie olimpiche, le ragazze sono fantastiche, lo stadio a Roma ormai non basta più. Se in questo momento c’è uno sport in ascesa è il tennis. Anche perché l’italiano non è uno sportivo, è un tifoso e in questo momento c’è grande attenzione su questo sport».

Il tifo per gli azzurri in Coppa Davis

Nel pomeriggio si è recato in prima fila, accanto al presidente della FITP Angelo Binaghi a tifare gli azzurri all’Unipol Arena e si è voluto sbilanciare sul risultato finale: «Non dovremo aver problemi a superare il turno. La forza della nostra squadra è dettata dal fatto che pur mancando Sinner, Musetti e Sonego abbiamo giocatori forti, con un doppio solido. E quindi dovremo andare a Malaga e perché no, riuscire a battere il mio record e vincere due coppe Davis consecutive».

Pietrangeli e il rapporto con Bologna

Poi c’è il suo amore per la città di Bologna, che lo ha accolto dai diciotto anni, dopo la città natale Tunisi e Roma, dove è arrivato dopo la guerra: «Quando ancora ero Juniores e avevo tra i 18 e i 19 anni - ha raccontato - un grande personaggio come Giorgio Neri, allora presidente della Virtus tennis, che credeva molto nelle mie qualità, aveva fatto una sorta di patto con mio padre. Io mi sarei allenato con i ragazzi del Bologna calcio la mattina e a tennis nel pomeriggio. Ma visto che sui campi della Virtus giocavano i giovani del Bologna allenati da Biavati, mi capitava sovente di giocare le partitelle con loro. Per quanto riguarda il tennis, poi, ci ho vinto il mio primo titolo italiano e ci ho perso un titolo contro Panatta. Allora ero convinto che i giovani non fossero al mio livello, così andai in vacanza e tornai ad allenarmi solo una settimana prima dell’evento, con la certezza che non avrei avuto rivali».


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