Rosico ergo sum Kyrgios

Leggi il commento alle continue provocazioni del tennista australiano nei confronti di Sinner
Rosico ergo sum Kyrgios
Cristiano Gatti
3 min

Capita a chiunque di fare un po’ il cretino, a tutte le ore, in pubblico e in privato. Poi c’è il cretino vero, il cretino naturale, il cretino fatto e finito. Chiaramente non è sempre facile identificare il tipo di cretino, di fronte a una chiara manifestazione di cretinismo. Ci è o ci fa, si chiedono gli analisti del ramo, affrontando il caso. Il problema si pone di nuovo davanti a Kyrgios, in questo momento il secondo tennista più famoso al mondo, quello che non sapendo più sparare dritti e rovesci si è messo a sparare fesserie sul conto del primo tennista al mondo. Magari all’inizio si poteva anche pensare che le sue non fossero uscite poi così cretine, trattandosi di temi comunque legittimi, tipo chiedere chiarezza ed equità su come a livello mondiale hanno gestito la grana brutta del doping di Sinner.

Fin lì sembrava una voce, magari neanche tanto autorevole, nella discussione globale, accanto a quelle sicuramente più interessanti e motivate dei vari Djokovic, Federer, Nadal eccetera eccetera, chi pro e chi contro. Ma poi ci ha pensato subito lui a fornire la chiave di lettura giusta sulle sue bordate, aspettando proprio i giorni migliori degli Us Open. Un’escalation di cretinismo, innestando il turbo. Prima il famoso post in chiave tecnica, quello che presenta la finale con un flacone di chimica accanto al nome di Sinner. E poi, a giochi fatti: un giornalista scrive «Sinner ha vinto dopo aver fallito due test antidoping», e lui prontamente sguaina tutto il suo sarcasmo, non gli pare vero, «È la prima volta nella storia, siamo tutti testimoni della sua grandezza».

Eppure questo è niente. Roba spicciola da rosiconi. Il capolavoro totale resta il commento sotto la foto della sua ex fidanzata, ora fidanzata di Sinner: «Second serve», secondo servizio, il senso è chiaro, se ha un senso, già molto che non abbia scritto direttamente si è preso i miei scarti. Poco da aggiungere. Anche gli Us Open, oltre a offrire tennis stratosferico, ripropongono l’eterno dilemma del cretinismo: questo Kyrgios semplicemente si diverte a fare il cretino, o realmente è un autentico cretino? Davanti al second serve, prendo la second answer.


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