Nargiso, l'intervista: "Sinner? La sconfitta a Wimbledon non scalfisce la sua convinzione"

Gli azzurri visti dall’ex tennista: "Musetti può vincere ovunque, ma il ritorno sulla terra è un vantaggio. Paolini non deve più stupire"
Nargiso, l'intervista: "Sinner? La sconfitta a Wimbledon non scalfisce la sua convinzione"
Marco Di Nardo
4 min

«Credo che gli italiani abbiano ottime possibilità di giocare una grande Olimpiade. Sarà un torneo tutto da seguire». Diego Nargiso è fiducioso. Come più giovane tennista azzurro ad aver partecipato al torneo a cinque cerchi, il campione di Wimbledon Junior 1987 può vantare un’esperienza olimpica importante. A Seul 1988 fu l’unico a strappare un set a Tim Mayotte (poi medaglia d’argento) prima della finale: «È un torneo diverso da tutti gli altri, in cui rappresenti il tuo Paese. Non conta il tuo singolo risultato, ma è il medagliere a fare la differenza».

Pensa che oggi le Olimpiadi abbiano un significato diverso, per i tennisti, rispetto al passato?
«Direi di sì. Oggi, anche nel tennis, giocare le Olimpiadi equivale a un traguardo incredibile. Un tempo, quando i migliori del mondo avevano appuntamenti importanti a ridosso del torneo olimpico, a volte sceglievano di disputare altri eventi. Adesso nessuno fa una scelta diversa, perché le Olimpiadi hanno acquisito la stessa importanza dei quattro Slam, forse anche qualcosa di più».

Quali sono i suoi ricordi dell’esperienza olimpica?
«Le ho disputate per tre volte. È qualcosa di unico, che ti fa sentire di aver raggiunto l’apice e di essere un atleta a tutti gli effetti. È una situazione che ti consente di imparare anche dagli altri sport. Un mio ricordo indelebile è quello del lottatore Vincenzo Maenza, che per rientrare nella sua categoria di peso faceva dei sacrifici incredibili e tra saune, alimentazione e altri accorgimenti, cercava di perdere quei tre o quattro etti di peso per potersi giocare una medaglia».

Quest’anno si torna sulla terra dopo aver giocato sull’erba. Come si gestisce?
«Non credo che i tennisti abbiano fatto ragionamenti particolari. Semplicemente ci sarà bisogno di adattarsi velocemente, e sono abituati a farlo, perché oggi è una delle caratteristiche essenziali per competere ad alti livelli».

La sconfitta di Wimbledon può influire sul modo in cui Sinner arriverà alle Olimpiadi?
«Jannik ci ha dimostrato che, se noi esseri umani ragioniamo in un modo e pensiamo delle cose, lui lo fa in un altro. È arrivato a Wimbledon avendo perso solo tre partite dall’inizio dell’anno ed è stato sconfitto da un ottimo giocatore come Medvedev, in una giornata in cui era anche debilitato da un’infezione virale. Ma ha una capacità incredibile di reagire a queste situazioni e penso che la sconfitta dei Championships non scalfisca in alcun modo la sua convinzione».

Considerando i recenti risultati, Paolini avrà più possibilità in singolare o in doppio?
«Penso che non dobbiamo più stupirci di quello che Jasmine sta facendo. Con la sua solarità, semplicità e la capacità di coinvolgere il pubblico ha colorato le nostre giornate e ha raggiunto obiettivi incredibili. In doppio, insieme a Sara Errani, partono sicuramente più avanti, anche perché sulla terra rossa giocano davvero bene. In singolare c’è un problema in più, ossia Iga Swiatek, che sulla terra è l’unica apparentemente inavvicinabile. Quindi sarà fondamentale capire quale sarà il suo lato di tabellone. Nel doppio, comunque, avranno grosse possibilità anche Simone Bolelli e Andrea Vavassori».

Parlando di Musetti, secondo lei è felice di tornare sulla terra rossa in questo momento?
«Quando fai risultati così positivi, come quelli che ha fatto lui sull’erba, vorresti continuare a giocare sulla stessa superficie. Comunque, nel caso di Lorenzo, è ormai chiaro che possa giocare bene su qualsiasi campo, dipende tutto dalla testa e dalla sua attitudine. A inizio stagione ha avuto delle situazioni non facili da gestire anche dal punto di vista personale, che lo hanno condizionato. Poi, per sua stessa ammissione, è stata fondamentale l’umiltà, che lo ha portato a raggiungere risultati incredibili. E penso che ora, arrivando da un periodo positivo, tornare sulla terra possa essere un ulteriore vantaggio».


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