Binaghi: "Sinner o Alcaraz? Sempre Sinner, il N.1. Crisi calcio? Sistema da rifare, scelte sbagliate"

Di ritorno da Wimbledon ("Per il nostro tennis un'edizione trionfale'), il presidente Fipt gioca a tutto campo: "Jannik ha solo 22 anni e diventerà ancora più forte; Berrettini patrimonio nazionale; Paolini fenomeno; a Parigi andiamo per vincere più di una medaglia; il disastro azzurro all'Europeo? Viene da lontano"
Binaghi: "Sinner o Alcaraz? Sempre Sinner, il N.1. Crisi calcio? Sistema da rifare, scelte sbagliate"© ANSA
Xavier Jacobelli
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Angelo Binaghi è appena rientrato da Wimbledon, dove ha assistito "a un'edizione trionfale per il tennis italiano che, quanto a risultati, è il più forte al mondo. Voto? 9: Paolini in finale, Musetti in semifinale, l'epico match fra Sinner e Berrettini purtroppo già nel secondo turno, a causa di un sorteggio molto sfortunato, inglesi conquistati dai nostri azzurri e da Jasmine Paolini, assolutamente fenomenale". Stamane ho incrociato il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel nell'etere de "La politica nel pallone", storica trasmissione di Gr Rai Parlamento, condotta da Emilio Mancuso e giunta alla puntata n.736, l'ultima prima della pausa estiva. Binaghi ha giocato a tutto campo e, avendo il pregio di dire sempre ciò che pensa, la conversazione è risultata particolarmente interessante.

- Presidente, visto che Alcaraz? Quattro finali Slam, quattro vittorie...
"Complimenti a Carlos, però, fra lui e Sinner, io mi tengo sempre Jannik, il N.1 al mondo che, peraltro, proprio a Wimbledon, nel 2022 , Alcaraz ha battuto. La verità è semplice: per molti anni a venire terrà banco il duello Sinner-Alcaraz così come hanno tenuto banco in passato Djokovic-Federer, Nadal-Federer, Djokovic-Nadal. Ma Sinner è più forte di Alcaraz".

- Il sorteggio è stato molto sfortunato, eppure Berrettini contro Sinner ha giocato un match formidabile, per intensità e spettacolarità. Soltanto il N.1 al mondo poteva batterlo: condivide l'impressione?
"Gli exploit di Paolini e Musetti rischiavano di tenere in secondo piano le prove di Fognini, Darderi e dello stesso Matteo che ha recuperato una condizione di forma eccezionale ed è un patrimonio nazionale. Speravo che, anziché Sinner, Berrettini potesse affrontare subito Djokovic, non ancora al meglio nella prima settimana del torneo. Tuttavia, il derby azzurro ci ha dimostrato quanto Berrettini abbia lavorato per tornare ai massimi livelli. Sono felice per lui: è un ottimo ragazzo, portatore di principi e valori sani per le nuove generazioni".

- La sconfitta di Sinner contro Medvedev ha suscitato anche critiche a Jannik. Personalmente, le ho trovate improvvide, ingenerose e financo superficiali: lei come la pensa?
"Penso sia sempre necessario mantenere il massimo equilibrio nei giudizi. Ci stiamo riferendo al N.1 del mondo che ha 22 anni, una capacità di tenuta mentale senza eguali, possiede ampi margini di miglioramento. A Londra ha giocato nonostante il malessere che l'aveva assalito nelle ore precedenti il match e, come abbiamo visto, l'ha costretto a quella sosta di undici minuti durante la partita con Medvedev. Dalle sconfitte si impara sempre qualcosa...".

- Infatti. La regola di Jannik è: o vinco o imparo...
"È così. Migliorare la tenuta fisica e il servizio sono i suoi due obiettivi in vista di Parigi. Io continuo a scommettere e scommetterò sempre su Jannik. Sin dal girone bolognese della Davis 2023, quando i media lo massacrarono perché aveva rinunciato a parteciparvi per guadagnare la forma migliore in vista delle finali di Malaga e aveva fatto benissimo, come si è visto. Oltre alle Olimpiadi, che cosa chiedo al futuro? Un trionfo all'Us Open, finalmente in chiaro e visibile a tutti (esclusiva Super Tennis) e alle Atp FInals di Torino. A proposito di quest'ultime, posso già affermare che l'edizione 2024 batterà i record di affluenza, di incasso e di ricaduta economica sul territorio di Torino e del Piemonte. Entro l'anno, inoltre, confido di ricevere la notizia del prolungamento dell'accordo per ospitare l'evento sino al 2027. E se il Pala Alpitour avesse una capienza doppia, le assicuro che lo riempiremmo il doppio, tale e tanta è la richiesta".

- A proposito di Parigi: da zero a cinque, quante medaglie pensa possa vincere il tennis italiano ai Giochi?
"Di primo acchito direi cinque, ma, ovviamente, dovremo fare i conti con gli avversari. Spero sicuramente più di una".

- Il nostro tennis vive L'Età dell'Oro: nove italiani nei primi 100 della classifica Atp (Sinner N.1, Musetti N.16, Darderi N.34, Arnaldi N.38, Cobolli N.46, Sonego N.51, Nardi N.72, Fognini N.76, Berrettini N.78); Jasmine Paolini N.5 nella graduatoria Wta; detentori della Coppa Davis; tesserati a quota 1 milione; record di circoli associati (4 mila); record di fatturato (200 milioni di euro). Il calcio, invece, si è appena lasciato alle spalle l'umiliante eliminazione della Nazionale dall'Europeo vinto dalla Spagna. Che idea si è fatto al riguardo?
"Secondo me, il sistema calcio è stato impostato male, sin da quando si decise di commissariare la Federazione, per gestirla e non per rifondarla, cambiando lo statuto. Risultato: in consiglio federale c'è una contrapposizione costante fra le sue componenti: leghe, arbitri, calciatori. Purtroppo, si fece una scelta sbagliata. Dirigenti piccoli e mediocri non hanno fatto il bene del calcio italiano. Si è persa una straordinaria occasione di cambiamento, ricostruendo un sistema su basi più snelle, più agili, più al passo con i tempi. Come il nostro".


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