Sinner numero uno dopo Wimbledon, c’è un dato certo: ecco il suo segreto

Il tennista azzurro ha già dimostrato di aver superato i limiti che aveva sull’erba: è scrupoloso fino all’ossessione
Sinner numero uno dopo Wimbledon, c’è un dato certo: ecco il suo segreto© AFP
Lorenzo Ercoli
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«Dietro la vittoria di Halle c’è tanto lavoro, non solo quello di quest’anno. Nelle scorse stagioni abbiamo fatto tante prove per capire cosa potesse funzionare su questa superficie». Non farà la scena di un proclama alla vigilia di Wimbledon né suscita la curiosità di un messaggio a distanza mandato alla fidanzata. Anzi, potrebbe sembrare addirittura una frase banale, ma non lo è. Vivere il presente, programmare il futuro e non dimenticare il passato: questo è uno dei mantra di Jannik Sinner. Anche per questo non ha scordato i sacrifici fatti per imparare a conoscersi sull’erba, né le critiche ricevute quando, nel 2021, al suo primo main draw ai Championships, si arrese all’ungherese Marton Fucsovics.

Sinner e le critiche precoci

Allora fu subito dato fuoco alle polveri, critiche immediate e severe per il ventenne più forte della nostra storia. I limiti sulla superficie c’erano, con 7 match giocati tra 2019 e 2021 con una pandemia di mezzo sarebbe stato difficile il contrario, ma erano altrettanto evidenti i margini di miglioramento per i tanti anni a venire; il tempo a dirla tutta non manca neanche adesso. Fortunatamente, Jannik non si lascia impressionare da ciò che accade all’esterno e i suoi maestri di tennis, prima Piatti e poi il duo Vagnozzi/Cahill, non sono da meno. Nel tennis i grandi nomi dominano l'attenzione mediatica, spesso distorcendo la percezione del valore degli atleti e dei loro progressi. Nel tour c’è di tutto: il giovane promettente che non riesce a concretizzare un grande potenziale di partenza, quello che esplode subito ma poi cede quando il solo talento non basta più, e chi, invece, ci mette anni di carriera ma costruendo un tassello alla volta arriva. Senza dimenticare i giovanissimi, oggi sconosciuti ai più, che nel giro di 5 anni potrebbero competere per gli Slam con Sinner, Alcaraz e chissà chi altro (magari sarà il caso del 15enne olandese Thijs Boogaard, o magari no).

Sinner, il miglioramento è nei dettagli

Torniamo a Sinner, perché quando guardi tutti dall’alto verso il basso, tutto diventa una questione di dettagli e di ossessione; quella che ha spinto Djokovic a migliorare il servizio dopo aver dominato la stagione 2011, o che ha permesso a Nadal di eccellere anche fuori dalla terra battuta. «Quando mi muovo sull’erba non mi sento sicuro, poi se scivoli due o tre volte perdi ancora più sicurezza», Sinner spiegava così le sue difficoltà sull’erba dopo la sconfitta con Fucsovics. Nei due anni successivi a Wimbledon sono arrivati un quarto di finale e una semifinale entrambe perse per mano di Djokovic. Se non bastasse il percorso si è già arricchito con il titolo di Halle, che lo ha reso il 17° giocatore attualmente in attività ad aver vinto su tutte le superfici.

I progressi di Jannik sull’erba

Un miglioramento a tutto tondo che parte dai già citati spostamenti: Jannik ha imparato a muoversi meglio e a scivolare sull’erba, il tutto giocando con grande ritmo vicino alla linea di fondo, cosa che gli permette di essere aggressivo. Questi i frutti della crescita sul piano fisico e atletico, un aspetto che l’altoatesino sottolinea spesso. Poi ci sono il servizio e la volée, colpi imprescindibili anche sull’erba più lenta dei nostri tempi e non solo. La continuità del servizio ora consente di massimizzare la resa dei colpi successivi e di ottenere molti punti diretti. La propensione alla rete e una mano più educata in ogni stadio del mondo gli permettono di concretizzare il ritmo e la potenza impressa da fondo campo. Poi c’è ciò che Jannik già aveva come la risposta, che gli permette quasi sempre di giocarsi il punto, e una forza mentale che lo rende praticamente inscalfibile nel match (a Madrid neanche l’anca lo aveva mandato al tappeto) e gli consente di allenarsi ogni giorno con la stessa forza di volontà. Sa dominare come un campione, ma è altrettanto bravo a soffrire e trovare il varco vincente, caratteristica che ha reso speciali i Fab Four. Alla fine di Wimbledon è già certo che rimarrà numero 1, ma di classifica e pronostici Sinner non ne vuole sapere. L’unico obiettivo è arrivare a giocarsi il titolo domenica 14 luglio, lo stesso giorno della finale dell’Europeo. Tre anni fa accadde a Berrettini nella giornata di Wembley; questa volta ci dovremmo dividere tra Londra e Berlino ma per il nostro sport sarebbe altrettanto bello rivivere una domenica così.
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