Quando torna Sinner? I dubbi sul rientro dell'azzurro

Non si sa ancora se Jannik ci sarà o meno al Roland Garros: si va avanti per ipotesi ma tutto dipenderà da quando l'anca si sfiammerà. Lui vuole esserci ma darà ascolto ai medici
Simone Zizzari

Quando torna Sinner?”. La regina di tutte le domande è la sintesi perfetta dell’alone di mistero che avvolge la figura del tennista più forte che l’Italia abbia mai visto da molti anni a questa parte, forse da sempre. Il Roland Garros è dietro l’angolo e della presenza o meno di Jannik a Porte D’Auteuil non v’è certezza. C’è solo un dato positivo: per la risposta definitiva non dovremo aspettare a lungo.

Il prossibile problema all'anca di Sinner

Il problema all’anca non fa penare solo Sinner ma tutti i suoi tifosi, che sono tanti e preoccupati sulla condizione del fenomeno azzurro. Lui non parla e quando lo fa non dice: per questo il mistero si infittisce. Il numero due al mondo preferisce non fare chiarezza sul fastidio che probabilmente assume le sembianze di un’infiammazione che - Dio ce ne scampi - non si deve cronicizzare. E per evitare di rovinare una carriera che a 22 anni è già straordinaria ma che può diventare leggendaria serve attenzione massima a quello che dicono i medici. Quindi il ragionamento di Jannik è semplice: se mi dicono di non rischiare, meglio non farlo. Perché è più giusto perdere uno Slam che saltarne tre/quattro di fila.

Come sta Jannik e la possibile data di rientro in caso di addio al Roland Garros

Certo, la logica del calcolo e della convenienza interessa poco al tifoso che Sinner lo vorrebbe vedere in campo sempre. Lo spettatore è allergico da sempre alle tabelle di recupero, per lui esiste solo la magia dello spettacolo che solo una tennista come l’altoatesino sa regalare in campo. Eppure, probabilmente, per vedere in campo Sinner servirà ancora un po’ di tempo. E’ difficile - nonostante la voglia matta di esserci - ipotizzare la presenza dell’azzurro al Roland Garros e i motivi sono evidenti: lunedì comincerà il torneo, Jannik è ancora a Torino al JMedical (ha allungato di qualche giorno la sua permanenza) e la racchetta l’ha vista molto poco in questi giorni. Difficile ipotizzare la sua presenza in un torneo dello Slam che si gioca al meglio dei cinque set, con partite molto più impegnative e stressanti che durano più a lungo. C’è chi dice che l’obiettivo più realistico sia l’erba di Halle il 17 giugno ma la verità è che nessuno sa con certezza qual è il piano di rientro di Sinner. Forse neanche il diretto interessato. Comandano solo l’anca e le sensazioni del ragazzo. Quando si sentirà pronto e non avrà più paura a forzare sui colpi, allora torneremo tutti a divertirci insieme a lui.


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Non solo Sinner: i problemi degli altri big

Fino ad allora tocca solo sedersi e - anche in ottica Roland Garros - guardare gli altri che tanto meglio, ad essere sinceri, non stanno. Alcaraz sta tornando a forzare dopo il problema all’avambraccio, Medvedev a Roma è stato un fantasma, Djokovic dopo il borraccia-gate contro il cileno Tabilo è risultato a tratti imbarazzante. Ruud dopo le fiammate a Madrid e Montecarlo è sparito presto dai radar degli Internazionali. Sugli altri azzurri meglio soprassedere. Restano in ballo il grande ritorno di Tsitsipas, tornato a splendere di luce propria, e di Zverev che a Roma sta incantando.

Sinner possibile numero 1 al mondo 

Il Roland Garros rischia di essere veramente un terno a Lotto con tanti big in affanno e possibili sorprese dietro l’angolo: Sinner intanto, seduto sul divano, fa i calcoli: se Djokovic non arriverà in finale a Parigi, Jannik il prossimo 10 giugno potrebbe diventare il numero uno al mondo senza giocare. Conoscendo il ragazzo, avrebbe preferito un altro modo per centrare questo obiettivo leggendario. Non si preoccupi troppo di questo: a festeggiare ci penseremo noi, semplici tifosi.


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Quando torna Sinner?”. La regina di tutte le domande è la sintesi perfetta dell’alone di mistero che avvolge la figura del tennista più forte che l’Italia abbia mai visto da molti anni a questa parte, forse da sempre. Il Roland Garros è dietro l’angolo e della presenza o meno di Jannik a Porte D’Auteuil non v’è certezza. C’è solo un dato positivo: per la risposta definitiva non dovremo aspettare a lungo.

Il prossibile problema all'anca di Sinner

Il problema all’anca non fa penare solo Sinner ma tutti i suoi tifosi, che sono tanti e preoccupati sulla condizione del fenomeno azzurro. Lui non parla e quando lo fa non dice: per questo il mistero si infittisce. Il numero due al mondo preferisce non fare chiarezza sul fastidio che probabilmente assume le sembianze di un’infiammazione che - Dio ce ne scampi - non si deve cronicizzare. E per evitare di rovinare una carriera che a 22 anni è già straordinaria ma che può diventare leggendaria serve attenzione massima a quello che dicono i medici. Quindi il ragionamento di Jannik è semplice: se mi dicono di non rischiare, meglio non farlo. Perché è più giusto perdere uno Slam che saltarne tre/quattro di fila.

Come sta Jannik e la possibile data di rientro in caso di addio al Roland Garros

Certo, la logica del calcolo e della convenienza interessa poco al tifoso che Sinner lo vorrebbe vedere in campo sempre. Lo spettatore è allergico da sempre alle tabelle di recupero, per lui esiste solo la magia dello spettacolo che solo una tennista come l’altoatesino sa regalare in campo. Eppure, probabilmente, per vedere in campo Sinner servirà ancora un po’ di tempo. E’ difficile - nonostante la voglia matta di esserci - ipotizzare la presenza dell’azzurro al Roland Garros e i motivi sono evidenti: lunedì comincerà il torneo, Jannik è ancora a Torino al JMedical (ha allungato di qualche giorno la sua permanenza) e la racchetta l’ha vista molto poco in questi giorni. Difficile ipotizzare la sua presenza in un torneo dello Slam che si gioca al meglio dei cinque set, con partite molto più impegnative e stressanti che durano più a lungo. C’è chi dice che l’obiettivo più realistico sia l’erba di Halle il 17 giugno ma la verità è che nessuno sa con certezza qual è il piano di rientro di Sinner. Forse neanche il diretto interessato. Comandano solo l’anca e le sensazioni del ragazzo. Quando si sentirà pronto e non avrà più paura a forzare sui colpi, allora torneremo tutti a divertirci insieme a lui.


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