Il traino non si è rotto, ma si è un po’ allentato. I grandi successi di Jannik Sinner hanno distolto l’attenzione dalla truppa azzurra che, pochi mesi fa, ha conquistato la seconda Coppa Davis della nostra storia. Inutile nascondersi, ci si aspettava qualcosa di più. Non tanto da Matteo Arnaldi, che dopo un inizio titubante sta ritrovando tennis e risultati (anche a Madrid, dove oggi affronta Medvedev), quanto dai due Lorenzo: Musetti e Sonego. A nessuno dei due si chiede di ripercorrere la strada di un campione assoluto come Sinner, bensì di ritrovare il proprio miglior gioco (Sonego) e la giusta determinazione (Musetti).
Verso il derby
Oggi, non prima delle 12.30 sul Centrale, Lorenzo Sonego affronta Sinner per la quinta volta (4 vittorie su 4 per Jannik, con un solo set su dieci vinto dal torinese) e intanto sta cercando di dare una svolta alla propria carriera assumendo Fabio Colangelo come nuovo allenatore. La separazione da Gipo Arbino, che gli ha letteralmente messo in mano la prima racchetta, è stata certamente traumatica, ma la scelta di abbandonare la comfort zone potrebbe risultare positiva. Il punto debole di Sonego è sempre stato il rovescio, mentre servizio, dritto e determinazione non sono mai mancati. Migliorare un colpo, ad altissimo livello, è quanto di più complicato possa esistere per un allenatore. Una sfida che Colangelo, già facente parte del team da alcuni mesi, ha raccolto con entusiasmo. Il derby con Sinner arriva in un momento delicato per Sonego (bravo comunque al primo turno a sconfiggere Gasquet) ma, in parte, anche per Jannik, che sui campi di Madrid ha sempre fatto fatica (3 vittorie e 2 sconfitte). Il numero 2 del mondo sta continuando ad allenarsi per completare l’adattamento alla superficie e alle rapide condizioni di gioco dettate dall’altura. Ieri è stato in campo un’ora con Casper Ruud, per poi proseguire la sessione con coach Vagnozzi.
La crisi di Musetti
Lorenzo Musetti non riesce a uscire dal momento grigio (scuro). Nel 2024 ha vinto solamente nove partite (su 22). Un paio di fuochi (probabilmente di paglia) sembravano aver acceso la stagione: a Miami, dove ha sconfitto Safiullin e Shelton, e a Montecarlo, con le vittorie su Fritz e Fils; ma la continuità, a livello di qualità e soprattutto atteggiamento, stenta ad arrivare. La sconfitta 6-4 6-4 contro Thiago Seyboth Wild nell’esordio a Madrid ne è testimonianza diretta. Si tratta di un ragazzo ancora molto giovane (22 anni appena compiuti) e, si sa, il tennis è una maratona che non va giudicata dal singolo torneo. Ma un nuovo salto di qualità, visto il tennis champagne di Musetti, si attendeva tra 2023 e 2024. E pensare che tra pochi giorni (era l’8 maggio 2019) ricorrerà l’anniversario della sfida tra Sinner e Musetti nelle Prequalificazioni degli Internazionali BNL d’Italia. Un match equilibratissimo che vide trionfare l’altoatesino dopo aver annullato match point. I colpi del toscano non sono di certo potenti e precisi come quelli di Jannik, ma il talento cristallino è lì a testimoniare un vorrei ma, per ora, non posso.
Traino di gioventù
Se lo zoccolo duro azzurro fatica un po’ a sfruttare la scia di Sinner, la stessa cosa non si può dire per la “nouvelle vague” italiana. Lontano dalla luce dei riflettori (quelli sono tutti per Jannik), ragazzi come Darderi, Cobolli e Nardi stanno sfruttando al meglio il traino altoatesino. Anni fa, quando le classi di belle speranze 1995 e 1996 erano guidate da Gianluigi Quinzi, Matteo Donati, Stefano Napolitano (unico superstite, ma non senza conseguenze) e Filippo Baldi, ogni piccolo successo veniva esaltato a dismisura. L’Italia cercava il proprio messia tennistico senza rendersi conto di stritolare nel tritacarne ragazzi forti ma non fenomenali, che non hanno potuto (più che saputo) resistere allo stress. Un tempo la vittoria di Cobolli su Tabilo sarebbe stata esaltata, oggi è la normalità; oltre che la fortuna di questi giovani, a cui potrebbero presto aggiungersi Matteo Gigante e Giulio Zeppieri, wildcard nel tabellone principale degli Internazionali BNL d’Italia.