Bertolucci e la differenza tra Sinner e Alcaraz: “Jannik se ne frega”

L’ex tennista e commentatore tv analizza il duello a distanza tra l'italiano e lo spagnolo: i dettagli
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Paolo Bertolucci, ex giocatore e allenatore e attualmente commentatore di Sky, ha analizzato in un'intervista a Fanpage il duello a distanza tra Sinner e Alcaraz, anche in vista dei prossimi impegni sulla terra rossa, tra Monte Carlo, Madrid, Roma e Roland Garros. "Aspettiamo un attimo prima di fare previsioni che sono come quelle meteorologiche, e sono molto difficili. Dopo Parigi potremo sentenziare, approvando o meno il suo livello di gioco sulla terra. Ma io sono molto fiducioso", ha detto Bertolucci in relazione a Jannik. Ancora: "Alcaraz è nato sulla terra e Sinner no, questo conta sicuramente. Carlos è più a suo agio da questo punto di vista. Poi come completezza tecnica lo spagnolo si fa preferire sulla punta del rendimento di una giornata o di un torneo. Lui, utilizzando una metafora ciclistica, è da ‘classica’, ovvero da Milano-Sanremo, mentre Sinner è da Giro d’Italia". 

Sinner e Alcaraz, la differenza  

"A fine anno Sinner è più continuo, metodico e razionale - ha spiegato Bertolucci -. L’altro ha punte pazzesche che magari Sinner non raggiunge in quel giorno, ma è meno forte mentalmente e concreto perché cerca, a differenza di Jannik, quasi più lo spettacolo, l’effetto speciale e l’applauso del pubblico che non il punto in quel momento. È come se si dimenticasse qualche occasione del punteggio, che siamo per esempio 30-30 ed è importante solo il prossimo punto. Lui invece ci mette l’effetto speciale, con la mezza riga per l’applauso. Sinner invece un ca**o: lui in quella situazione vuole portare a casa il punto, non l’effetto speciale. E l’applauso se arriva bene, ma se non arriva se ne frega. D’altronde la concretezza prima era Nadal, la spettacolarità era Federer. È giusto che sia così, sennò sarebbero tutti uguali".

 


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