Sinner numero uno al mondo, non è più un sogno: cosa deve fare

L’azzurro può ambire alla vetta perché le distanze si sono ridotte: sarà cruciale vincere un paio di Masters 1000, arrivare in fondo a Roma, Roland Garros (dove fece particolarmente male nel 2023) e Wimbledon
Alessandro Nizegorodcew 
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Puntare alle stelle, alla vetta del ranking mondiale. Ciò che mai, nel tennis professionistico, è riuscito ad alcun giocatore italiano. Non è un sogno, ma un obiettivo. Jannik Sinner può, a tutti gli effetti, ambire al n.1 del mondo. Si tratterà di livello da mantenere, di punti da conquistare e di quelli da difendere; di vittorie al momento giusto nel torneo importante e, ovviamente, di qualche scivolata dei diretti avversari. I nuovi Fab4, almeno in termini di superiorità sugli avversari, sono noti: Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e Jannik Sinner. È la stessa identica classifica di inizio ottobre 2023, quando l’azzurro aveva iniziato la scalata, ma la situazione dei punti oggi è totalmente diversa. 

Jannik Sinner, che rimonta 

Quattro mesi fa Jannik Sinner è arrivato al numero 4 del mondo, lasciandosi alle spalle di pochi punti Holger Rune. La distanza dai tre componenti del podio era però abissale: 2580 punti da Medvedev, 3.805 da Alcaraz e ben 6.635 da Djokovic. Le vittorie a Pechino, Vienna, la finale a Torino e il trionfo australiano non hanno (ancora) modificato il ranking ma hanno posto le basi per il cambio della guardia. Oggi il distacco è ridotto e quasi irrisorio: 455 punti dal russo, 945 dallo spagnolo, 1.545 dalla vetta. Vi è minore distanza adesso dal numero 1 del mondo di quanta, a ottobre, ce ne fosse dalla terza piazza. La rimonta è quasi completa.  

Il futuro di Sinner 

Per far sì che tutto ciò possa accadere, Sinner dovrà studiare al meglio la corretta programmazione. Scegliere i tornei a cui partecipare per poi giungere agli eventi al top della condizione psico-fisica. Il team (Simone Vagnozzi e Darren Cahill in testa) avrà un ruolo fondamentale. Arrivare in forma ma anche migliorare, come ha spiegato Sinner. «Ora si torna a lavorare. Devo crescere fisicamente, tecnicamente e anche un po’ mentalmente». Finora, ogni suo desiderio, si è trasformato (grazie all’allenamento) in realtà. Non bisogna aspettarsi, però, che Sinner vinca sempre. Anzi. Nel tennis le sconfitte sono all’ordine della… settimana. Anche nelle stagioni migliori è difficile terminare l’anno senza 10-12 sconfitte. Jannik ha saputo esaltarsi in tornei sul cemento indoor (Vienna, ATP Finals, Coppa Davis) o che avessero comunque dei rimbalzi piuttosto bassi (Australian Open). A Rotterdam, al rientro, avrà la possibilità di confermarsi, mentre sul cemento statunitense e sulla terra battuta le condizioni di gioco cambieranno e tennisti come Medvedev e Alcaraz (Djokovic si trova bene ovunque) diventeranno più insidiosi. «Ora tutti studieranno il mio tennis per battermi», ha spiegato Sinner. Ogni tennista, big o aspirante tale, cercherà di trovare nuove chiavi tattiche per sfruttare i (pochi) difetti dell’altoatesino; come, per due set, era perfettamente riuscito a Medvedev in quel di Melbourne.  

Attacco al potere

Arrivare in vetta non sarà semplice, ma potrebbe essere possibile nel giro di qualche mese. Continuando, ovviamente, a vincere (o arrivare in fondo ai grandi tornei). Nella classifica ATP vengono presi in considerazione i migliori risultati raggiunti negli ultimi 12 mesi e, aver giocato alla grande da ottobre a gennaio, può permettere a Sinner di iniziare l’assalto da una solida base di partenza. Da oggi sino a Wimbledon (da febbraio a luglio), terzo Slam della stagione, il giocatore messo peggio è Carlos Alcaraz (campione in carica a Londra), che perderà per strada ben 6.425 punti. Medvedev ne difenderà 4.690 e Djokovic, che saltò parecchi tornei l’anno scorso, 3.605. Sinner, nonostante la finale a Miami e la semifinale a Wimbledon, ha una cambiale di ‘soli’ 2.950 punti. Senza entrare in tecnicismi: se Jannik dovesse vincere un paio di Masters 1000, rimanendo costante nei risultati dei ‘big tournaments’, e arrivasse in fondo a Roma, Roland Garros (dove fece particolarmente male nel 2023) e Wimbledon, l’obiettivo da possibile diventerebbe plausibile. 

 


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