Trevisan: "Questo è il mio immenso azzurro"

Sfida alla Slovacchia per un posto nella finale di Billie Jean King Cup: l'azzura debutta contro Hruncakova
Trevisan: "Questo è il mio immenso azzurro"© EPA
Alessandro Nizegorodcew
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« Può sembrare banale, ma è la pura e semplice verità: in Nazionale non conta la classifica, ogni match ha le proprie insidie. In una partita ‘secca’ può succedere di tutto». Martina Trevisan, numero 1 d’Italia e 20 del ranking WTA, è pronta a sfidare Viktoria Hruncakova nella prima giornata di Billie Jean King Cup, a Bratislava, tra Slovacchia e Italia. In palio un posto nella fase finale in scena dal 7 al 12 novembre. Oggi, alle ore 15, aprirà il ‘tie’ la partita tra Giorgi e Schmiedlova; sarà poi la volta di Trevisan, la cui prima convocazione fu proprio contro la Slovacchia nel 2017. «Le titolari erano Francesca Schiavone e Sara Errani, io e Jasmine Paolini eravamo le ‘pischelline’ del gruppo. Era un mondo nuovo, ma ci divertimmo tanto».

Oggi la musica è cambiata: lei è la numero 1 d’Italia e la Nazionale è sempre più competitiva.
«Sono cambiate tante cose. Ho molta più esperienza rispetto a sei anni fa, ma la forza è il gruppo. Siamo tutte molto amiche e ci supportiamo a vicenda».

Torniamo a quel febbraio 2017.
«Penso alla lunga strada che stavo percorrendo nel tennis. All’epoca ero fuori dalle prime 200 giocatrici del mondo. Sono molto orgogliosa del mio percorso. In pochi ritenevano che avrei potuto raggiungere questi risultati. Io, invece, ho sempre creduto in me stessa».

Che emozione le dà rappresentare l’Italia?
«È qualcosa di immenso e non semplice da spiegare. Quando indosso la maglia azzurra penso sempre ai ragazzi e ai bambini che sognano di essere al mio posto. È un motivo di orgoglio, che mi carica tantissimo. Questo tipo di responsabilità trasmette un’energia disumana».

Agli Australian Open e nei tornei degli Emirati del 2023 sono arrivate tante sconfitte.
«A Melbourne ho perso un brutto match contro Schmiedlova (sarà la sua avversaria nella seconda giornata a Bratislava; ndr). In campo avevo pessime sensazioni: in allenamento colpivo bene ma in partita non mi riusciva nulla. Non ho lottato come avrei dovuto. Una sconfitta che mi è servita da lezione: bisogna combattere sempre con umiltà».

Tra Indian Wells e Miami ha ritrovato smalto.
«Ma quei tornei negativi sono stati uno sprone per i ‘1000’ statunitensi. Sto lavorando tanto con il mio team: Danilo Pizzorno, insieme a coach Catarsi, mi sta aiutando con la videoanalisi a migliorare la pulizia dei colpi. È fondamentale il supporto del mental coach Lorenzo Beltrame, così come del preparatore fisico Donato Quinto e del fisioterapista Andrea Biagini».

In campo aveva con sé un libro con alcuni appunti. Di cosa si tratta?
«Sono cose mie, personali, e vorrei rimanessero tali».

A Miami lei è arrivata nei quarti, Sonego in ottavi e Sinner in finale. Com’è il rapporto con i colleghi?
«È bellissimo e divertente vivere i tornei, come accaduto in Florida, con altri ragazzi che ottengono grandi risultati. Ogni mattina a colazione ci spronavamo a vicenda, sia con Jannik sia con Lorenzo. Stimo molto entrambi, così come Musetti e Berrettini. È sempre un piacere passare del tempo insieme a loro. Eravamo tutti pronti a tifarci a vicenda per una nuova vittoria».

Tra meno di un mese c’è Roma, dove inseguirà la sua prima vittoria.
«Avendo partecipato ai tornei più importanti del circuito posso dire che gli Internazionali BNL d’Italia sono nella Top-3 degli eventi più belli al mondo. Anche se è un torneo che a livello mentale toglie energie».

Troppa tensione?
«L’emozione a Roma è unica, difficile da descrivere. Da una parte vi è la carica del pubblico e dall’altra la pressione del match. Spero che l’esperienza accumulata in questi anni mi permetta di giocare ad alto livello».

L’exploit al Roland Garros del 2020 non è stato facile da gestire nei mesi successivi, nei quali arrivarono tante sconfitte.
«Le esperienze negative fanno male ma insegnano tanto. Tutto quel 2020, dopo Parigi, fu un trauma gigantesco. I punti in scadenza portano sempre grande tensione, ma sto lavorando affinché io riesca a vivere il momento».

Focalizzarsi sul presente?
«Vivere il momento è la chiave. E’ difficile, ma è la via più sana. Sono contenta perché sto prendendo sempre più consapevolezza. Più la classifica migliora e più le difficoltà aumentano».

Torniamo al match di esordio in BJK Cup contro Hruncakova
«Mi ha battuto a Gstaad 5 anni fa. Lei era n.50 del mondo ed era forse nel suo momento migliore. Sarà tutta un’altra partita, anche se in BJK Cup ogni match è durissimo».


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